Rifondazione. Perché abbiamo detto 'No' alla fusione con San Piero © n.c.
Dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista nel Consiglio Comunale di Scarperia riceviamo e pubblichiamo queste interessanti riflessioni sulla fusione con San Piero. Le motivazioni che hanno portato Rifondazione a votare 'No' in Consiglio Comunale:
Ben d'accordo alla fusione dei servizi associati, come ad esempio mensa, trasporti, gestione rifiuti, magari gestione dell’acqua, polizia municpale, scuola ecc…, se questo serve a migliorarne la funzionalità diminuendone i costi, ma altra cosa per le Municipalità; l’accorpamento di queste rischia di determinare una diminuzione della democrazia locale e della partecipazione del cittadino. Il comune ha e deve avere un ruolo importante nell’orientare le politiche del governo, le idee di 2 comuni sono sicuramente maggiori di quelle di uno solo. Brevemente i motivi principali che ci hanno portato a sostenere voto contrario sulla “fusione” dei comuni di San Piero e Scarperia sono stati: 1. E’ stato dichiarato dal sindaco che ci sarebbero stati notevoli vantaggi economici in quanto: a. Per 3 anni il nuovo comune poteva non sottostare più all’obbligo del patto di stabilità b. Avrebbe avuto 500.000 euro l’anno dalla regione, per almeno 5 anni a partire dal 2015, ed altrettanti dallo stato, per circa 10 anni, sempre a partire dal 2015 La nostra obiezione su questo punto è dovuta al fatto che: a. Gli incentivi sarebbero arrivati dalla Regione (e dallo Stato) non prima del 2015, forse, visto che i soldi sono sempre meno ed i tagli allo stato sociale sempre più consistenti; e poi ci viene in mente una riflessione: è giusto che la Regione elargisca soldi per la fusione dei comuni, quando taglia su scuola e sanità? Non comporterà questo un aumento del prelievo ai cittadini, ad esempio con aliquote, addizionali irpef, bollo auto? b. La fusione dei comuni comporterà dei costi, ed il rischio è che i soldi eccedenti il patto di stabilità, che al momento per colpa di questo sono congelati (visto che Scarperia è un comune virtuoso) vengano tutti spesi per questa operazione c. Meglio (visto che ci sarà il nuovo governo) fare in modo che almeno i comuni virtuosi non siano obbligati a sottostare al patto di stabilità e possano investire i loro soldi creando posti di lavoro e rilanciando l’economia, piuttosto che impiegarli per fusioni e tagli alla P.A. La politica dei tagli perseguita negli ultimi tempi ha portato soltanto ad una diminuzione dei posti di lavoro. 2. Non condividiamo che suddetta fusione sia condotta da un Commissario non elettivo che prenderà carica il 1 Gennaio 2014 (al 31/12/2013 si scioglieranno i 2 consigli comunali) e rimarrà fino alle elezioni per il nuovo comune che si svolgeranno a Maggio/Giugno 2014 3. Sia la discussione che il modo di affrontare i problemi locali rischia di essere meno capillare 4. La possibile dislocazione territoriale per i servizi al cittadino (esempio ufficio anagrafe) rischia di creare disagi soprattutto alle categorie più deboli, disagi parzialmente superabili solo con una fitta rete di trasporti locali che al momento è assente 5. E’ opportuno poi valutare la diminuzione di accessibilità alla cultura, nel caso che s’ intenda istituire una biblioteca unica. 6. Occorre una pianificazione puntuale e trasparente che indichi i criteri di investimento dei soldi del patto di stabilità che viene scongelato 7. Una fusione dovrebbe essere un processo costruito gradatamente nel tempo, per evidenziare ed affrontare le varie difficoltà, non con tutta questa fretta (in soli 9 mesi). 25 Marzo 2013, per il gruppo consiliare comunista di Scarperia Tatiana Bertini


