Il Comitato No Tunnel TAV ricorda come i tecnici che lo hanno affiancato abbiano più volte messo in guardia sui rischi che avrebbe potuto correre l’Arco dei Lorena.
Oggi, in modo contraddittorio, anche i tecnici del Comune di Firenze sono costretti a riconoscerlo. Tuttavia, cercano di minimizzare: secondo le notizie stampa, i danni attuali sembrano essere di lieve entità, si parla di “piccole crepe” e di “piccole parti del monumento messe a rischio”. Questo però smentisce il clima di ottimismo che caratterizza la propaganda a favore dell’opera.
Il Comune arriva persino a contraddire l’evidenza, affermando che “ad oggi non è stato rilevato alcun effetto sul monumento”. Anche se i danni sembrano minimi, le “piccole crepe” rappresentano comunque un sintomo di un problema esistente, che potrebbe aggravarsi nel tempo.
Lo scavo della seconda fresa non passerà vicino al monumento, ma esattamente sotto di esso! Non solo: il progetto prevede la costruzione, proprio in corrispondenza dell’Arco, di uno dei collegamenti di sicurezza tra le due gallerie. Questo renderà ancora più complicato garantire la sicurezza del monumento, perché anche tali interventi provocheranno cedimenti in superficie. Le aree a rischio maggiore, segnalate con il colore arancio nelle immagini tecniche, si trovano esattamente sotto l’Arco, in corrispondenza del collegamento.
Il Comitato si augura che il Comune, RFI, Consorzio Florentia, DIDA e LAM siano consapevoli di questo problema tutt’altro che trascurabile, anche se nei loro comunicati non se ne fa alcuna menzione. Si parla genericamente della necessità di “rinforzi più seri” per il monumento di Piazza della Libertà, senza specificare in cosa consisteranno tali interventi. I 62.500 euro finora stanziati, tuttavia, sembrano una cifra irrisoria rispetto a ciò che realmente sarebbe necessario, ammesso che qualcosa venga effettivamente fatto.
Va ricordato che questi rinforzi saranno finanziati con soldi pubblici. I comitati sottolineano, con un’ironia amara, che in questo modo ci si avvicina al traguardo dei 3 miliardi di euro di costi per l’opera. Qualcuno festeggerà per i profitti aggiuntivi, mentre altri pagheranno senza nemmeno rendersene conto, come sempre.
Tutto ciò avviene mentre diventa sempre più evidente non solo l’inutilità di quest’opera ingorda di risorse, ma anche la sua dannosità per la città. Il fatto che il Comune continui a chiedere che un numero significativo di treni AV fermi ancora alla stazione di Santa Maria Novella rappresenta un’ammissione implicita dell’inutilità del progetto. I binari supplementari si potevano realizzare in superficie, ma evidentemente qualcuno ha bisogno di quei tre miliardi di euro, e nessuno, né nella politica fiorentina né in quella toscana, osa mettere in discussione questo dogma.
“È stata presentata un’interrogazione per comprendere se si intenda approfondire la necessità di ulteriori lavori e analisi”, dichiara Dmitrij Palagi (Spc).
“Fa bene il Comitato No Tunnel TAV a ricordare che aveva già avvertito sui rischi per l’Arco dei Lorena, confermati ora dai recenti provvedimenti del nostro Comune per rafforzare il monumento.
I soldi aggiuntivi necessari saranno dunque a carico del pubblico? È necessario prestare maggiore attenzione a tutti gli edifici coinvolti nella seconda fresa e nelle prossime fasi degli scavi?
Sono queste alcune delle domande incluse nella nuova interrogazione. Crescono le evidenti criticità del progetto. Ancora non sappiamo quanti treni arriveranno a Santa Maria Novella e quanti alla nuova stazione, né come questa sarà collegata alla stazione centrale. A posteriori, si elaboreranno il piano di emergenza e una nuova valutazione del rischio idrogeologico. Politicamente, riteniamo che questo non sia un modo accettabile di governare.
Inoltre, al Direttore Generale della Città Metropolitana, Giacomo Parenti, è stato affidato un incarico speciale per continuare a occuparsi di temi come aeroporto, TAV, Teatro dell’Opera, tramvie e stadio. Quanto potere decisionale ha la Giunta sullo sviluppo della città?”.