
Il Rovigo Waste Trail (qui l'articolo), la finta gara podistica lanciata il 1° aprile da OK!Mugello come satira ambientale, non è stato il classico pesce d’aprile nato per strappare una risata. È stato, piuttosto, un espediente narrativo per accendere i riflettori su una delle ferite più profonde del nostro territorio: la frana e la conseguente contaminazione del fiume Rovigo, un tempo oasi incontaminata, oggi segnata da un disastro ambientale figlio di decisioni prese decenni fa.
Il nostro articolo ha raccontato – in chiave ironica e provocatoria – la nascita di un'assurda corsa tra i rifiuti, ma dietro l’assurdità apparente si nascondeva una realtà amara e purtroppo concreta. Il 14 marzo scorso, un’ondata di maltempo ha colpito duramente molte zone del Mugello, portando con sé frane, allagamenti, devastazione. Tra gli eventi più emblematici, la frana a Palazzuolo sul Senio, che ha letteralmente riportato alla luce una discarica risalente agli anni Settanta, sepolta nei decenni passati sotto il silenzio e l'incuria. I rifiuti, trascinati a valle dal fango e dalla furia della pioggia, hanno raggiunto il fiume Rovigo, contaminandolo irreversibilmente. Un paradiso naturale distrutto da scelte miopi, decise oltre cinquant’anni fa, che oggi presentano il conto.
Questa vicenda ci ricorda con forza che ogni azione dell’uomo ha conseguenze. Non sempre immediate, ma in grado di manifestarsi anche a distanza di generazioni.
La responsabilità è collettiva, ma ancor più forte è quella di chi amministra i territori.
Le decisioni, anche se giustificate da esigenze contingenti o motivazioni economiche, devono necessariamente tenere conto delle ricadute future. Non si governa guardando solo all’oggi, ma proiettando lo sguardo su cosa potrà accadere tra dieci, venti, cinquant’anni.
Il nostro pesce d’aprile, dunque, non voleva far ridere. Voleva far pensare.
Pensare alla necessità di una visione politica e amministrativa lungimirante, capace di anteporre la sostenibilità ambientale alle logiche del profitto o dell’immediato consenso.
Un esempio attuale su cui riflettere è la realizzazione dell’impianto eolico industriale su Monte Giogo di Villore, che comporterà la trasformazione irreversibile di un ambiente naturale ancora intatto.
Ci si chiede: questa scelta, che oggi sembra “verde” e moderna, che impatto avrà tra cinquant’anni? Sarà ricordata come una svolta sostenibile o come l’ennesima ferita inferta al paesaggio e all’ecosistema appenninico?
È per questo motivo che OK!Mugello ha deciso di "scherzare" su un tema tanto serio. Perché, a volte, l’ironia può scuotere più della retorica, e la satira può diventare uno strumento potente di consapevolezza e denuncia.
Affinché non si ripetano gli errori del passato.
Affinché le scelte di oggi non diventino le tragedie di domani.
Affinché ci sia davvero un futuro sostenibile.