Se 25 spaccate di auto in sosta e 3 spaccate con tombino ai danni di attività commerciali in pochi giorni non rappresentano un’emergenza, ci chiediamo cosa possa esserlo per la sicurezza.
San Jacopino grida ancora aiuto, mentre le autorità, a tutti i livelli, rimangono in silenzio, quando non ignorano del tutto la situazione.
Una realtà sotto gli occhi di tutti, in particolare di noi cronisti, che più volte abbiamo documentato anche in diretta lo spaccio di droga alla luce del sole lungo l’“autostrada della droga” in cui è stata trasformata la pista ciclabile di viale Redi, le fumate di crack sotto le finestre dei fiorentini, il giardino di via Galliano violato, e le occupazioni abusive. Ricordiamo che ci troviamo in una zona di illegalità diffusa, dove è avvenuta anche la tragica vicenda di una bambina, vittima in un ex hotel occupato.
Ma tutto questo evidentemente non basta, almeno secondo le percezioni di un ex assessore fiorentino oggi onorevole, il quale, bontà sua, pur essendo nato e residente a San Jacopino, come ha raccontato in radio, vive prevalentemente tra Trastevere e il lungotevere. Forse proprio per questo ha dichiarato che la situazione non è così grave e che, a suo avviso, San Jacopino non è una cloaca.
Quel che è certo è che i cittadini, così come molti commercianti – almeno quelli che hanno subito almeno una spaccata, e non quelli che preferiscono fingere che nulla accada – sono estremamente arrabbiati. Chiedono con forza un maggiore intervento delle forze dell’ordine e più controlli. Intanto, come annunciato da Simone Ganfaldoni, rappresentante del Comitato Cittadini Attivi, presto torneranno in strada per manifestare e gridare ancora una volta la loro richiesta di aiuto.