
E' la terza volta in tre mesi che il Caffè Garden di viale Redi è vittima sacrificale dei soliti noti che girano per il rione. L'ultimo colpo ieri sera, intorno alle 23, quando due uomini, dopo aver infranto i distributori automatici, sono fuggiti con bibite e snack. A rendersi conto di quanto era successo è stato un passante che ha immediatamente dato l'allarme alle forze dell'ordine. E' la terza volta in tre mesi, lo ribadiamo, che il Caffè Garden di viale Redi subisce un furto.
"Servono maggiori controlli, è diventato difficile vivere e lavorare in queste condizioni", dice Simone Gianfaldoni, presidente del comitato Cittadini attivi San Jacopino che insieme ai tanti cittadini di San Jacopino e agli altri di altre zone di Firenze riuniti in coordinamento tira dritto nonostante le stucchevoli frecciatine dell'amministrazione comunale che ha annunciato pochi giorni fa, fra polemiche e attacchi non troppo velati, la nascita del'Urban Lab una neonata associazione vicina all'amministrazione da cui ha avuto l'investitura nata "per coinvolgere i circa 21mila abitanti del rione San Jacopino (Quartiere 1) trasformando questa zona da tempo al centro di molteplici episodi di microcriminalità fra spaccate nei negozi, degrado, furto nelle auto in sosta, spaccio di droga e ubriachezza molesta, in un laboratorio sociale e di sperimentazione “dove le persone possano ritrovare il senso di appartenenza e riscoprire il piacere di vivere insieme”.
L' Urban Lab San Jacopino Aps, associazione di commercianti e residenti nata il 25 novembre scorso che ha avuto la benedizione dell’assessore alla cultura Giovanni Bettarini e del presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli è chiaramente nata in contrapposizione dell'attivo comitato cittadini attivi di San Jacopino dov'era ieri sera quando per la terza volta hanno assalito il garden bar?
Se è ottimo “l’intento di valorizzare l’identità di questa popolosa zona del centro storico piena di tante attività commerciali e di tanti servizi offerti ai cittadini...di collaborare con questa realtà propositiva che intende impegnarsi per trasformare questo luogo in una comunità, dimostrando che così si può costruire sicurezza”. creando una sorta di presidio culturale sul territorio organizzando laboratori per bambini e ragazzi, etc... anche se i fatti di cronaca, prima e dopo Kata e facendo solo un giro in via Toselli e via Maragliano si capisce che forse questo non basta ci come si possa fare solo chiacchiere attaccando gli altri sul tema della sicurezza e soprattutto ci sfugge come mai per aderire alle prossime iniziative viene richiesta la sottoscrizione di una tessera associativa attraverso il versamento di una quota annuale (però non precisata).
“Urban Lab – dice la presidente Antonella Di Noia – è un progetto ambizioso nato con l’idea di raccontare e valorizzare l’anima autentica che caratterizza il quartiere San Jacopino... La sicurezza non si ottiene solo con metodi repressivi. Il ruolo dei cittadini non può essere solo di denuncia ai media e sui social. Bisogna costruire qualcosa. Se vivi i luoghi, i luoghi diventano sicuri”.
Una critica neppure troppo velata a Gianfaldoni che da anni denuncia la mancanza di sicurezza nel quartiere e risponde altrettanto duramente: “Ciò che segnaliamo – dice – è una sacrosanta azione civile: prima di pubblicare sui social o sulla stampa avvisiamo le forze dell’ordine e il nostro denunciare deve far conoscere le problematiche di tutto il quartiere San Jacopino a tutti i cittadini, piccole o grandi che siano: solo così si può porre rimedio non c’erto nascondendo i problemi sotto un tappeto per non farli emergere. Quanto al fantomatico incontro con l’assessora Albanese che avrei disertato, né a me e neppure al Comitato è mai arrivato un invito: non ci sarebbero stati problemi a partecipare. Dalla nostra parte purtroppo è andata diversamente: per tre volte di il Comitato ha rivolto a membri dei commercianti un invito per ritrovarsi e trovare una soluzione in sinergia, purtroppo sempre rifiutato. Ne abbiamo preso atto e abbiamo continuato la nostra strada autonomamente, sempre senza indugi, nel nostro stile di fare qualcosa di utile, perché la nostra sicurezza è sacrosanta e la pretendiamo. Nel quartiere ci sono tre comitati di cittadini che operano da tempo contro il degrado e per la sicurezza: non prendiamo certo ordini da una neonata Urban Lab”.