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Le linee programmatiche di Sara Funaro esposte in consiglio comunale

Piano casa, tramvie, asilo nido, welfare...Grandi assenti stadio, Arno, Tav e aeroporto. Sugli scudi le opposizioni.

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La sindaca in consiglio comunale La sindaca in consiglio comunale © OkNews24
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Firenze, martedì 15 ottobre 2024 - La neo sindaca di Firenze, Sara Funaro, ieri in Consiglio comunale ha enunciato quelle che sono le linee programmatiche del suo mandato. Ha parlato di tutto ciò che si prefigge di realizzare da qui a cinque anni, in una visione di continuità con la precedente amministrazione. I grandi temi sono stati annunciati tramite parole chiave che delineano una visione di Firenze: giusta, futura, sicura, sostenibile e per tutti.

I temi principali sono indubbiamente quelli a lei più congeniali per i precedenti assessorati, ovvero casa e welfare, ma ampio spazio è stato dato anche alle tramvie e alla mobilità sostenibile, agli asili nido, ecc.

Grande assente nelle sue parole, su tutto, è uno dei temi che da decenni tormentano le amministrazioni locali fiorentine di sinistra, spesso in contrasto con i colleghi dello stesso schieramento della Piana, ovvero l’aeroporto. Se ne sono ben accorte le opposizioni, che hanno puntato l’attenzione anche sui temi della sicurezza e del verde.

Nel programma di mandato non c’è spazio nemmeno per le università, come sottolineano da Fratelli d’Italia.

“Il Sindaco Funaro, se ancora non fosse sufficientemente chiaro, con le sue linee programmatiche certifica la sua congiura contro l'Università e gli studenti universitari. Infatti, se è citata 13 volte la parola Università, solo una volta lo fa parlando - discutibilmente - di politiche per gli studenti universitari. Tutte le altre volte, invece, l'Università è citata unicamente come Ente da far sedere in qualche "tavolo". Dal numero di tavoli che sono citati, in realtà, non si capisce se Funaro voglia fare il Sindaco o il falegname a Firenze. Funaro liquida in poche righe, sommarie e ridondanti, le sue proposte politiche per l'Università. Mentre ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza abitativa, che colpisce gli studenti universitari fuorisede, lei parla di "prezzi calmierati" per le residenze che, però, mancano proprio. Ma dove vive esattamente? 
A Firenze, con scelte urbanistiche scellerate, la giunta Nardella - di cui l'attuale sindaco Funaro era parte - ha favorito le speculazioni degli studentati di lusso di grandi gruppi stranieri, contribuendo al rincaro del mercato degli affitti ai danni di residenti e studenti universitari. E adesso pensa di risolvere il problema con 144 posti letto?”.
Sottolinea il consigliere di Fratelli d’Italia Giovanni Gandolfo e Matteo Zoppini di Azione Universitaria.

"Sindaci cantastorie" definisce senza troppi giri di parole Funaro e prima di lei Nardella e Renzi il consigliere di Lista Schmidt Massimo Sabatini.
“Ogni sindaco del passato ha illuso Firenze leggendo gli intenti del suo mandato, basti ricordare gli ultimi tre con tre esempi eclatanti: nel 2009 Renzi promise di “riappropriarsi delle Cascine” invece cominciarono a peggiorare; nel 2014 Nardella lanciò la Smart City efficiente che lo è stata solo nel far multe ai fiorentini; nel 2019, sempre Nardella, programmò il rilancio di “periferie e sicurezza” ma oggi una zona è peggio del Bronx, un’altra è come una banlieue, mentre è in arrivo una bidonville o una favelas che sta nascendo in Via di San Donnino, dopo la coop delle Piagge.
Oggi è Sara Funaro a leggere alla città un messaggio pieno di contraddizioni, che hanno l’aggravante di essere plateali.
Vuole evitare che fenomeni complessi compromettano l’anima della città… ma dove vive? Non vede ogni notte che è già compromessa? Vuole valorizzare il ruolo della Control Room dei vigili urbani, ma continuerà a lasciarla deserta di notte perché comandano regole vetuste nella guida del Corpo di P. M.! Mira a esaltare il patrimonio culturale che abbiamo, riconosce che è unico al mondo, ma poi non ha dedicato ad esso un assessorato principale! Insomma, se ci fosse a Firenze un sindaco vero, dovrebbe avere il coraggio di scelte anche impopolari, ma fondate sul saper fare e non sui discorsi. Una qualità che rende chi intende governare un governante capace”.

Il capogruppo di Italia Viva Francesco Casini e il consigliere di Italia Viva Francesco Grazzini sottolineano invece un grande assente del programma.
“Nelle linee programmatiche di mandato presentate dalla Sindaca Funaro oggi in Consiglio Comunale c’è un grande assente: l’aeroporto. Né nel lungo documento sulle linee programmatiche di mandato né nel lungo intervento della Sindaca c’è infatti il minimo riferimento a questa infrastruttura fondamentale per per lo sviluppo economico, turistico e logistico della città.
Questo ci stupisce soprattutto perché l’ex Sindaco Nardella, aveva invece inserito con chiarezza nelle linee programmatiche di entrambi mandati la necessità di procedere alla realizzazione della nuova pista e del nuovo terminal.
Questa assenza ci preoccupa. Parliamo di un’opera fondamentale per lo sviluppo della città e di tutta l’area metropolitana ma anche e soprattutto per la vita delle decine di migliaia di cittadini sorvolati che ogni giorno da decenni subiscono le conseguenze di uno scalo non adeguato alla città di Firenze.
Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno collegato alla presentazione delle linee di mandato, nel quale invitiamo la Sindaca a inserire un riferimento a questa opera strategiche nel programma di mandato, affinché possano finalmente essere realizzate entro questo ciclo amministrativo”.


Ironico anche il capogruppo di Forza Italia Alberto Locchi. “Le linee programmatiche della Sindaca Funaro sono tutte un faremo, faremo, faremo, quando invece dopo tutti questi decenni di amministrazione di sinistra sarebbero dovute essere un già fatto, già fatto, già fatto…Ecco alcuni punti, forse non fra i più eclatanti fra tutti quelli elencati dalla Sindaca ma che comunque saltano agli occhi: si parla di città dell’infanzia e città plurale quando ne parlava già negli anni ‘80 Catia Franci, nel ‘90 Daniela Lastri e Rosa Di Giorgi, nel 2004, nel mandato di Renzi di cui la sinistra pare essersi scordata di avere appartenuto. È quindi un argomento ridondante che, evidentemente, piace molto agli elettori del Pd ma poi, guardando davvero cosa è stato realizzato, si vedono ancora bambini fuori dal percorso educativo ed anziani fuori dalle quote assistenziali.
Sulla sicurezza, in campagna elettorale, è stato negato che questo fosse un problema e già questo, di per sé, è un atteggiamento particolare. Poi, dopo l’evidenza quotidiana, dopo le pressioni dei fiorentini ma anche delle Associazioni e sindacati di categoria come FILCAM-CGIL, dopo i numerosissimi articoli e servizi sui media, anche nazionali, c’è stata l’auspicata inversione di marcia culminata con la visita a Firenze del Ministro Piantedosi. Finalmente dico io! Aggiungo che ogni intervento dell’amministrazione su questo delicato tema sarà da me applaudito perché la sicurezza non ha colore politico.
Riguardo l’intento di aumento dei parcheggi c’è il mio plauso ma rabbrividisco nel leggere di nuove ciclabili che andranno di sicuro a ridurre ulteriormente il flusso veicolare. Almeno, che siano fatte con raziocinio, vengano studiate ad hoc e, più che altro, rivalutiamo quelle scellerate come quella del Lungarno Dalla Chiesa che è un vero dispetto agli automobilisti!
Sul verde sono stati spesi molti buoni intenti ma alcuni temi sono a dir poco… particolari e suggestivi come le “oasi del fresco” o le “strade di alberi”, seguirò con curiosità ma anche con scetticismo la nascita di questi miraggi cittadini perché vedendo come alcune zone verdi di Firenze vengono tenute, mi risulta difficile pensare che solo perché si chiamano con nomi così belli abbiano sorte migliore. Sulla rinnovata attenzione per un ottimale gestione e manutenzione degli spazi verdi (benissimo), mi chiedo allora che senso abbia affidarsi, come avviene attualmente, ad una ditta dell’Emilia Romagna per la manutenzione del verde della nostra città quando invece una ditta fiorentina sarebbe certo più tempestiva e probabilmente più economica.
Riguardo l’integrazione si legge: “è essenziale evolvere le politiche di accoglienza e inclusione”. Sono d’accordo ma manca un’aggiunta imprescindibile: gli stranieri devono avere, da parte loro, volontà di integrarsi calandosi nella nostra cultura e con le nostre leggi. L’integrazione a senso unico non può essere accettabile ed è su questo che si deve lavorare per il bene comune.
Condivido, invece, gli interventi e l’efficientamento degli impianti sportivi comunali, ma tutto ciò dovrà avvenire senza farsi tirare per la giacchetta da nessuno ma tenendo conto a dei parametri chiari e condivisi. Riguardo lo Stadio, si sono visti così tanti plastici e ascoltati cosi tanti programmi che non si sa più a quale credere. Durante le campagne elettorali gli affari di chi costruisce i plastici si impennano quasi quanto quelli delle ditte di catering! Speriamo comunque sia la volta buona, da parte mia, come già scrissi a suo tempo in un comunicato precedente ai recenti incontri con Commisso, la strada della partnerschip è la migliore che potessimo avere in un momento come questo.
Noto purtroppo, e questa è una mancanza grave che fa la politica di sinistra, di centro e di destra, che non c’è nessun accenno al volontariato.
Per le istituzioni, il volontariato c’è, lo si dà per scontato, lo chiami e interviene e va a colmare gap e carenze del servizio pubblico ben oltre a quello che storicamente gli competerebbe. Il volontariato, di cui Firenze è la culla, non ha bisogno e non vuole ringraziamenti per quello che quotidianamente, strenuamente, fa a favore dei bisognosi e dei sofferenti ma vorrebbe e meriterebbe almeno attenzione: concediamogliela, nominiamolo, consideriamolo; come amministrazione comunale, facciamo interventi significativi a suo favore, ascoltiamone i bisogni e adopriamoci per risolverli. Invece nelle linee programmatiche viene nominata tutta Firenze ma non un cenno a Misericordie, Pubbliche Assistenze Croce Rossa e le altre tante onlus in attività. Ma la Sindaca e la Giunta sono sempre in tempo ed è quello che invito a fare assieme al Consiglio comunale.
Restando sempre su temi meno appariscenti, sono molto favorevole, per obbiettività, ai seguenti punti e spero davvero che vengano realizzati: - La lotta alla marginalità di ogni tipo - L’aiuto (ma che sia davvero aiuto) all’artigianato - Le limitazioni al traffico in città dei mezzi pesanti - La sensibilizzazione verso gli animali ed il garante degli animali - La riduzione delle perdite idriche.
Quindi, per concludere, do un bel 7 agli “orali” della Sindaca ma i guai arriveranno agli “scritti” dove tutti i predecessori sono stati irrimedialmente bocciati!”.

 

Strumenti desueti per sfide nuove sottolinea Cecilia Del Re di Firenze Democratica. “Cominciamo col dire che le linee presentate dalla Sindaca non ci hanno sorpreso, perché, salvo alcuni innesti, non registriamo innovazioni rispetto al passato e al programma elettorale della coalizione a guida Pd, ma soprattutto constatiamo che le sfide sempre nuove che la nostra città si trova a fronteggiare vengono affrontate con strumenti ormai desueti e senza quelle scelte radicali di cui Firenze ha estremamente bisogno. E il quadro che ne esce fuori è ancora una volta, quindi, quello della conservazione dello status quo.
Oltre alla mancanza di innovazione nelle visioni e negli strumenti, ci dispiace poi constatare la totale assenza dal documento di alcuni temi cruciali. Parto dal tema del bilancio, che rappresenta l’atto politico più importante di ogni amministrazione. Che non ci fosse alcuna volontà di rivedere l’impostazione del bilancio comunale lo avevamo già capito lo scorso Luglio, quando la maggioranza, con anche il gruppo di AVS Ecolò, bocciò un nostro ordine del giorno per rendere maggiormente progressiva l’imposizione sui redditi, per una città davvero più giusta e che non si basi solo sulle entrate da turismo e dalle multe per la copertura di molti servizi. Parimenti nelle linee programmatiche non si fa cenno anche ad altre deleghe in mano alla Sindaca: non si parla di aereoporto, di infrastrutture, del completamento del progetto dello stadio e dell’area di Campo di Marte. Così come nulla, in questi pur difficilissimi giorni, si dice in merito al dialogo interreligioso, che pure la Sindaca Funaro ha avocato a sè. E’ dunque una delega in bianco quella che la maggioranza darà alla Sindaca su tutti questi temi evidentemente tabù?
Nessun accenno anche alla organizzazione della macchina comunale, né agli indirizzi per le partecipate (su cui concentremo la nostra attenzione oggi con un ordine del giorno). In merito alla macchina amministrativa, ci sarebbe piaciuto leggere la creazione di un ufficio dedicato all’accessibilità, e l’obiettivo della redazione del Piano per la eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA), che faccia seguito al lavoro fatto lo scorso mandato con l’università di Firenze. Bene l’obiettivo della Fondazione di Innovazione Civica, ma per quella per il Futuro delle città che strategia abbiamo? Doveva e poteva essere una grande opportunità per Firenze negli anni in cui la crisi climatica diventa la sfida più ardua da affrontare per i centri urbani, riqualificando per di più Villa Il ventaglio, ed invece ha trovato sede in un immobile comunale già pronto, che era destinato ad un progetto per i cittadini di Novoli, come da esiti di un percorso di partecipazione evidentemente disatteso. Così come disatteso ci pare dalla lettura del documento quel bel percorso di partecipazione sulle case della salute promosso dall’Università di Firenze. Ma d’altronde, anche i patti di collaborazione con i cittadini non vengono citati, e questo dà la misura di quanto l’apporto della comunità sia poi davvero considerato nel governo cittadino in continuità con il più recente passato dove sono stati fatti pressoché solo grazie alla iniziativa e supporto di Fondazione Cassa.
Per le Cascine fa finalmente il suo ingresso nel programma l’ente parco; si cita, in particolare, la riqualificazione delle Mulina ma anche lì non si sa esattamente cosa ci verrà fatto. Perché non basta dire che si vuole riqualificare una piazza, un luogo, la differenza la fa anche e soprattutto il cosa ci si vuol fare e il come si vuol riqualificarlo.
Un altro grande assente di queste linee programmatiche è il fiume Arno. Per fortuna non abbiamo trovato riferimenti ad isole di plastica galleggianti in Arno, e neppure a canali che hanno il fine di portare turisti in Oltrarno, ma purtroppo non abbiamo neppure trovato indirizzi di visione e di approccio al fiume ispirati al famoso progetto di Rogers-Cantella e neppure al Terzo Giardino.
Sul fronte del commercio, dopo il blocco di nuove licenze varato ormai più di 7 anni fa, si usano gli stessi strumenti, imperniati sulla logica dei divieti, senza nessuna capacità di evoluzione, e i ccn continuano ad essere trattati come soggetti destinatari di contributi pubblici e organizzatori di eventi. Quei ccn possono e devono diventare copianificatori del commercio e propaggini dell’amministrazione nei vari rioni. Sulle botteghe storiche c’è da far applicare le norme, cosa che non è avvenuta con poco coraggio e coerenza negli ultimi anni, avvallando la rendita che volevamo combattere; sui dehors c’è da cambiare prospettiva: se ne occupi d’ora in poi chi è deputato a progettare lo spazio pubblico e non l’assessorato al commercio.
Sul fronte della mobilità nessuna novità, ci si limita a dire che si porta avanti le linee progettate e finanziate di tramvia, senza nessuna prospettazione di nuove linee, siano esse per l’osmannoro o circolari per l’area metropolitana o per piazza Duomo, visto che l’attuale assessore alle tramvie è da sempre favorevole al passaggio dal centro storico, e sarà quindi stato scelto anche per questo. La smart city control room viene concepita ancora come il cervellone del traffico, facendoci tornare agli anni 2000, e il digital twin e l’analisi dei dati restano strumenti da non contemplare per la gestione della città. In campagna elettorale, la sindaca aveva parlato di un super consulente per i cantieri e di un super consulente per la sicurezza: sono entrambi spariti dalle linee programmatiche, ma fanno il loro ingresso un night manager e un direttore artistico per i festival culturali. E d’altronde, indirizzi per le politiche culturali cittadine non si riescono proprio a estrarre dal documento, e sui cinema si cita l’unico cinema pubblico, senza una strategia per aiutare gli altri cinema in crisi o chiusi.
Non si parla di scudo verde, e forse è meglio perché per lo scudo verde nel programma elettorale ci si preoccupava solo di dire che non ci avrebbero rimesso i possessori di auto storiche, mentre nessun pensiero era rivolto ai cittadini lavoratori dell’area metropolitana. Non si parla di estendere l’abbattimento dei vincoli del fotovoltaico anche al centro storico, e sul patrimonio arboreo ancora si ragiona solo del numero di alberi da piantare ma non anche della cura del verde urbano. E’ questo, invece, il passaggio alla città della cura, che implica innanzitutto il possesso di competenze che specie nei passaggi ambientali del documento non rinveniamo.
Della marginalità ci si occupa solo in modo marginale: si parla di richiedenti asilo e minori non accompagnati, su cui troppo poco è stato fatto, ma si ignorano gli immigrati fantasmi perché privi di documenti, quelli a cui il governo attuale non vuole dare nemmeno una sim per il telefono. Useremo le stesse misure del governo? E con i più piccoli che vivono in situazioni di illegalità, come si comporterà l’amministrazione? E dei problemi concreti che affrontano coloro che sono in attesa della cittadinanza neppure una parola, neanche sul concetto di cittadinanza in generale. Non vediamo d’altronde un approccio teso al raggiungimento della sicurezza sociale, bensì un approccio prevalentemente securitario. È la città degli Innocenti, e questo deve concretamente guidare l’operato dell’amministrazione, che non può quindi dire “gli studentati pubblici non sono di mia competenza” perché se è vero tecnicamente, le uniche due casistiche di studentati pubblici che vengono citati – Lupi di Toscana e San Salvi – nascono da soluzioni politiche e da un gioco di squadra con gli altri enti. Il pubblico deve fare il pubblico, sancendo un chiaro stop alla vendita di immobili pubblici che non leggiamo nel documento (e d’altronde Borgognissanti insegna), ricordando che negli ultimi 15 anni sono stati venduti alloggi di edilizia residenziale pubblica e sociale e abbiamo centinaia e centinaia di appartamenti pubblici sfitti per mancanza di fondi per la loro ristrutturazione.
Sulla casa torna in campo l’agenzia per la casa insieme alle agevolazioni Imu che però non avevano entrambe funzionato, non si vede quindi una strategia concreta, e non c’è nessuna apertura a nuovi modelli di finanziamento sulla scia anche di quanto fatto in altre città europee. Togliere il bonus bebè non va nella direzione di un aiuto alle giovani coppie, o di un aiuto alla denatalità, emergenza mai citata nel programma, e non si prevedono strumenti per riequilibrare il ruolo della cura su entrambi i genitori, come ben può essere un’estensione del congedo di paternità per i dipendenti pubblici. Non si parla, poi, della crisi industriale che attanaglia l’area metropolitana fiorentina, mentre vista l’apertura in campagna elettorale ci saremmo aspettati di vedere inserito nel documento anche la proposta di un Parco tecnologico all’Osmannoro”.
Ieri era la giornata dedicata alla sicurezza sul lavoro, ed anche questo tema è stato pressochè ignorato. Ci vuole programmazione, invece, su questo fronte, prevenzione e un ruolo attivo del Comune. Nel programma di Firenze Democratica avevamo inserito la realizzazione della Cittadella dell’edilizia, facendo seguito ad una bella iniziativa della Fillea CGIL, per incrementare la formazione degli addetti ai lavori e prevenire le morti bianchi. L’amministrazione deve avere un ruolo attivo nelle tematiche del lavoro, e concreto: non si può, ad esempio, parlare di salario minimo, e poi nella distribuzione commissionata dal comune del materiale di fine mandato vedere applicata una retribuzione oraria ben al di sotto del salario minimo per coloro che effettuavano questo servizio. Dalle fila della minoranza, avanzeremo delle proposte concrete per contribuire con innovazioni sostanziali alla costruzione di una città pubblica, partecipata e trasparente nella sua gestione; e avremo anche cura di operare quel controllo che è necessario per evitare una amministrazione che proclama città più giuste, ma che poi nei fatti si è seduta sulle tante poltrone e interessi che la dominano. E la sovrastano, rendendola impermeabile al cambiamento, in cui noi, invece, ancora crediamo”.


Mancano interventi mirati per cittadini e famiglie sottolinea Lorenzo Masi capogruppo del M5S. “Abbiamo ascoltato con attenzione le parole della Sindaca Funaro sul futuro della nostra città. Il programma proposto dalla prima cittadina è condivisibile nei valori che intende perseguire.  L’attenzione alla mobilità sostenibile, alla partecipazione condivisa, al diritto alla casa, ai giovani e al sociale sono temi che ci accomunano, e sui quali chiediamo un impegno indiscusso di questa Giunta. Riteniamo però che l’Amministrazione debba prevedere interventi mirati che aiutino nella vita di tutti i giorni i cittadini e le cittadine fiorentine”.
“Pensiamo ai grandi temi di ambiente, sicurezza, mobilità e scuola. E’ su questi punti che il Comune di Firenze deve concentrare i propri sforzi e proporre soluzioni concrete e in tempi brevi. Diciamo Sì a una revisione dell’attuale ZTL, che aiuti i nostri artigiani storici a sopravvivere e consideri le esigenze di quei residenti che vivono ogni giorno le difficoltà di un turismo mordi e fuggi e di cantieri che impediscono la piena vivibilità del centro. Diciamo Sì alle vetrofanie, ad una mobilità sostenibile che sia davvero di aiuto negli spostamenti dei cittadini, e ad un sistema di sosta per i parcheggi che sia comprensibile a tutti.
Diciamo Sì a servizi scolastici che aiutino le famiglie nella conciliazione vita-lavoro, con un utilizzo maggiore degli attuali scuolabus, che possano essere usati anche per l’accompagnamento pomeridiano dei nostri ragazzi e ragazze alle attività sportive.
Diciamo Sì a un maggior controllo della polizia municipale nei luoghi di aggregazione sociale, in particolare nei giardini e nelle piazze che accolgono tanti bambini e anziani, ma anche pattuglie a piedi come punto di riferimento per commercianti e cittadini.
Diciamo Sì ad aree pedonalizzate in tutti i quartieri, all’incentivazione dell’uso di pannelli fotovoltaici nelle strutture pubbliche, ad un trasporto pubblico locale gratuito per gli studenti di Firenze e dell’area metropolitana, nonché per quei cittadini che hanno un Isee inferiore ai 15mila euro”.

"Visto che ha scelto di tenere per sé le deleghe alle relazioni internazionali e alla cooperazione speravamo di sentirle pronunciare parole chiare sul massacro del popolo palestinese, dato anche il comportamento dell’Esercito di Israele, che arriva a sparare sulle missioni internazionali. Firenze per la Palestina le ha scritto una lettera aperta, attende ancora risposta." 

Così esordisce Dmijtri Palagi di Sinistra Progetto Comune. "Avremmo avuto piacere di sentirla ricordare l’importante tre giorni presso l’ex GKN e la manifestazione a Seano. Lo facciamo quindi noi adesso. Per arrivare a quanto ha voluto condividere con noi, abbiamo l’obbligo di stare in sette minuti e non poter parlare di tutto.
Ringraziamo nuovamente le quasi 10.000 persone che hanno scelto di darci la possibilità di parlare qui oggi. Ribadiamo la decisione di non far parte della sua coalizione. Lei scrive di una Città che deve brillare nel futuro, che ha un’identità e un’anima da difendere. «La bellezza si intreccia al bene», c’è scritto. In pratica non trovano spazio le ombre, i problemi, le ingiustizie. Quelle sono colpa del Governo nazionale. Per noi ci sono invece tante identità, tante comunità, tante anime, tanti bisogni: magari tra loro in contraddizione, da non semplificare e non strumentalizzare. Per fare un esempio: la povertà salariale non è un rischio. È già realtà. Non riconoscerla vuol dire rimuovere vite, persone, storie del territorio.
"Grazie Sindaca, per aver condiviso le linee programmatiche.
Visto che ha scelto di tenere per sé le deleghe alle relazioni internazionali e alla cooperazione speravamo di sentirle pronunciare parole chiare sul massacro del popolo palestinese, dato anche il comportamento dell’Esercito di Israele, che arriva a sparare sulle missioni internazionali. Firenze per la Palestina le ha scritto una lettera aperta, attende ancora risposta.
Avremmo avuto piacere di sentirla ricordare l’importante tre giorni presso l’ex GKN e la manifestazione a Seano. Lo facciamo quindi noi adesso.
Per arrivare a quanto ha voluto condividere con noi, abbiamo l’obbligo di stare in sette minuti e non poter parlare di tutto.
Ringraziamo nuovamente le quasi 10.000 persone che hanno scelto di darci la possibilità di parlare qui oggi. Ribadiamo la decisione di non far parte della sua coalizione. Lei scrive di una Città che deve brillare nel futuro, che ha un’identità e un’anima da difendere. «La bellezza si intreccia al bene», c’è scritto. In pratica non trovano spazio le ombre, i problemi, le ingiustizie. Quelle sono colpa del Governo nazionale. Per noi ci sono invece tante identità, tante comunità, tante anime, tanti bisogni: magari tra loro in contraddizione, da non semplificare e non strumentalizzare. Per fare un esempio: la povertà salariale non è un rischio. È già realtà. Non riconoscerla vuol dire rimuovere vite, persone, storie del territorio.
Firenze rischia di consumarsi nella retorica della sua unicità, disconoscendo la pluralità di specificità.
Di fronte ai problemi, oltre a tirare nel mezzo il Governo Meloni, parlate di complessità e in modo ossessivo annunciate nuove fondazioni. Per qualsiasi cosa viene coinvolto il privato. Persino il “Museo dei bambini” va fatto individuando un soggetto privato. Qui un inciso sul linguaggio di genere: non lo usate neppure qui. Ci sono studenti, ma non studentesse. Ci sono bambini, ma non le bambine. È giusto chiamarla Sindaca, come pretendete dai gruppi delle destre che non lo fanno, quindi occorre avere attenzione a come si scrive un documento fondamentale come quello delle linee programmatiche.
Forse glielo hanno già detto, ma oggi noi qui portiamo una notizia. ALIA, la multiutility, non è più una controllata del nostro Comune. Non abbiamo possibilità di presentare richieste di accessi agli atti. Non solo questo consiglio comunale, ma nessun consiglio comunale dei soci pubblici che compongono questa società. Perché ci avete fatto diventare socio di maggioranza relativa, non più assoluta, quindi avete creato un “capolavoro”: è un’azienda in cui il consiglio di amministrazione decide e quest’aula non ha più un ruolo decisivo nel controllarlo.
Tornando ai privati, lo scrivete in modo chiaro. Il sistema formativo deve adattarsi alle esigenze del mercato. Il ruolo del pubblico è ridotto ad affidarsi a logiche estranee al governo pubblico. Una vittoria culturale della destra che viene da lontano. Dispiace che l’Assessora Saccardi non abbia voluto svolgere il suo mandato elettorale di Consigliera. In campagna elettorale abbiamo spesso evidenziato il problema della delega al terzo settore con funzione sostitutiva. Prendo l’esempio delle RSA. Ci avete risposto a un’interrogazione chiarendo che non facciamo programmazione nella Società della salute, perché tanto la maggioranza delle strutture sono gestite da privati. Ma allora cosa ci stiamo a fare? Chi mette in relazione le risorse ai bisogni? Abbiamo completamente privatizzato il sistema senza dirlo?
Quante Agenzie delle Case avete annunciato negli anni? Firenze non è solo quella che chiamate autentica, è anche quella dell’overtourism, chi lo subisce e chi lo sfrutta a danno del bene comune. È quella di chi lavora a nero e paga a nero l’affitto. Affrontiamo tutto questo, smettiamo di criminalizzare chi lotta per i diritti, dal Movimento di lotta per la casa alle lotte sindacali.
Rimanendo sul lavoro, quante volte ci avete negato la possibilità di coinvolgere la Polizia Municipale rispetto ai controlli nei cantieri e ai contratti? Ci ha molto colpito che un’interrogazione urgente sull’occupazione di viale Belfiore da parte di mezzi legati al cantiere del futuro Social Hub sia servita molto meno degli articoli usciti dopo l’esposto del comitato referendario Salviamo Firenze. Su questo evidenziamo che confermate il mancato impegno di impedire agli studentati di fare turistico-ricettivo, nonostante non abbiate permesso alla cittadinanza di votare sui quesiti su cui si erano raccolte oltre 11.000 firme.
A un certo punto si parla dell’istruzione vocazionale a livello secondario. Venite in un Centro di Formazione Professionale a parlarne. Vedete come reagiscono le nuove generazioni a sentire che lavoriamo per la loro istruzione vocazionale a livello secondario.
Sul carcere non possiamo esprimere soddisfazione. Con la Commissione 4 in sede referente e la figura di Garante della popolazione detenuta c’è la possibilità di dire qualcosa di nuovo. Invece si parla in modo generico di cose già sentite. Si smette di parlare di demolizione e ricostruzione, si torna alla ristrutturazione. Non trova spazio la volontà di capire come tirare fuori le persone da lì, come evitare che Sollicciano sia una discarica sociale, l’unico posto in cui lo Stato non può ignorare chi magari il governo preferirebbe non vedere.
Per i parcheggi: torna l’ossessione per piazza del Cestello. Ribadiamo una posizione chiara. Sono attrattori di traffico. Lì è sbagliato pensarlo. Nel frattempo, è sparita l’ipotesi di realizzarlo in via Campo d’Arrigo? Rimanendo a Campo di Marte, ci colpisce che nessun elemento di chiarezza arrivi dopo gli incontri con la Fiorentina. I 10 milioni al Padovani sono confermati, si rinuncia all’idea dei 5 milioni aggiuntivi? Quanto spendiamo noi e Fiorentina per la manutenzione dei bangi (ordinaria e straordinaria)? Perché tutto questo non c’è nel suo intervento?
Noi ribadiamo alla Città che ci faremo volentieri carico anche di quello che non paga in termini di opportunità elettorale. Perché risolvere un problema vale più di un titolo di governo e anche dall’opposizione abbiamo la certezza di poter ottenere risultati, per quanto parziali, come già hanno dimostrato le prime sedute. Saremo forza di opposizione attenta a tutti gli atti di governo per tutti i cinque anni che ci attendono". 
Firenze rischia di consumarsi nella retorica della sua unicità, disconoscendo la pluralità di specificità.
Di fronte ai problemi, oltre a tirare nel mezzo il Governo Meloni, parlate di complessità e in modo ossessivo annunciate nuove fondazioni. Per qualsiasi cosa viene coinvolto il privato. Persino il “Museo dei bambini” va fatto individuando un soggetto privato. Qui un inciso sul linguaggio di genere: non lo usate neppure qui. Ci sono studenti, ma non studentesse. Ci sono bambini, ma non le bambine. È giusto chiamarla Sindaca, come pretendete dai gruppi delle destre che non lo fanno, quindi occorre avere attenzione a come si scrive un documento fondamentale come quello delle linee programmatiche.
Forse glielo hanno già detto, ma oggi noi qui portiamo una notizia. ALIA, la multiutility, non è più una controllata del nostro Comune. Non abbiamo possibilità di presentare richieste di accessi agli atti. Non solo questo consiglio comunale, ma nessun consiglio comunale dei soci pubblici che compongono questa società. Perché ci avete fatto diventare socio di maggioranza relativa, non più assoluta, quindi avete creato un “capolavoro”: è un’azienda in cui il consiglio di amministrazione decide e quest’aula non ha più un ruolo decisivo nel controllarlo.
Tornando ai privati, lo scrivete in modo chiaro. Il sistema formativo deve adattarsi alle esigenze del mercato. Il ruolo del pubblico è ridotto ad affidarsi a logiche estranee al governo pubblico. Una vittoria culturale della destra che viene da lontano. Dispiace che l’Assessora Saccardi non abbia voluto svolgere il suo mandato elettorale di Consigliera. In campagna elettorale abbiamo spesso evidenziato il problema della delega al terzo settore con funzione sostitutiva. Prendo l’esempio delle RSA. Ci avete risposto a un’interrogazione chiarendo che non facciamo programmazione nella Società della salute, perché tanto la maggioranza delle strutture sono gestite da privati. Ma allora cosa ci stiamo a fare? Chi mette in relazione le risorse ai bisogni? Abbiamo completamente privatizzato il sistema senza dirlo?
Quante Agenzie delle Case avete annunciato negli anni? Firenze non è solo quella che chiamate autentica, è anche quella dell’overtourism, chi lo subisce e chi lo sfrutta a danno del bene comune. È quella di chi lavora a nero e paga a nero l’affitto. Affrontiamo tutto questo, smettiamo di criminalizzare chi lotta per i diritti, dal Movimento di lotta per la casa alle lotte sindacali.
Rimanendo sul lavoro, quante volte ci avete negato la possibilità di coinvolgere la Polizia Municipale rispetto ai controlli nei cantieri e ai contratti? Ci ha molto colpito che un’interrogazione urgente sull’occupazione di viale Belfiore da parte di mezzi legati al cantiere del futuro Social Hub sia servita molto meno degli articoli usciti dopo l’esposto del comitato referendario Salviamo Firenze. Su questo evidenziamo che confermate il mancato impegno di impedire agli studentati di fare turistico-ricettivo, nonostante non abbiate permesso alla cittadinanza di votare sui quesiti su cui si erano raccolte oltre 11.000 firme.
A un certo punto si parla dell’istruzione vocazionale a livello secondario. Venite in un Centro di Formazione Professionale a parlarne. Vedete come reagiscono le nuove generazioni a sentire che lavoriamo per la loro istruzione vocazionale a livello secondario.
Sul carcere non possiamo esprimere soddisfazione. Con la Commissione 4 in sede referente e la figura di Garante della popolazione detenuta c’è la possibilità di dire qualcosa di nuovo. Invece si parla in modo generico di cose già sentite. Si smette di parlare di demolizione e ricostruzione, si torna alla ristrutturazione. Non trova spazio la volontà di capire come tirare fuori le persone da lì, come evitare che Sollicciano sia una discarica sociale, l’unico posto in cui lo Stato non può ignorare chi magari il governo preferirebbe non vedere.
Per i parcheggi: torna l’ossessione per piazza del Cestello. Ribadiamo una posizione chiara. Sono attrattori di traffico. Lì è sbagliato pensarlo. Nel frattempo, è sparita l’ipotesi di realizzarlo in via Campo d’Arrigo? Rimanendo a Campo di Marte, ci colpisce che nessun elemento di chiarezza arrivi dopo gli incontri con la Fiorentina. I 10 milioni al Padovani sono confermati, si rinuncia all’idea dei 5 milioni aggiuntivi? Quanto spendiamo noi e Fiorentina per la manutenzione dei bangi (ordinaria e straordinaria)? Perché tutto questo non c’è nel suo intervento?
Noi ribadiamo alla Città che ci faremo volentieri carico anche di quello che non paga in termini di opportunità elettorale. Perché risolvere un problema vale più di un titolo di governo e anche dall’opposizione abbiamo la certezza di poter ottenere risultati, per quanto parziali, come già hanno dimostrato le prime sedute. Saremo forza di opposizione attenta a tutti gli atti di governo per tutti i cinque anni che ci attendono". 

"La delega alle grandi opere detenuta dalla sindaca del tutto assente nelle linee di mandato. Una città che evidentemente è per tutti, tranne che per i sorvolati. Nessun riferimento, infatti, all’aeroporto Vespucci. Come del resto nessuna menzione del nuovo svincolo di Peretola. Solo pochissimi e generici accenni alla TAV e allo stadio.
Tutto questo smentisce la retorica per cui l’interesse diretto della sindaca avrebbe conferito importanza alla materia e corrobora, invece, le nostre preoccupazioni iniziali, ovvero che non si è trattato altro che di uno stratagemma per tenere a bada i delicati equilibri interni alla maggioranza che impediscono il raggiungimento di una posizione condivisa su temi di primaria importanza. Un’amministrazione plurale sicuramente, ma anche confusa, incerta, non all’altezza delle grandi sfide che la interesseranno di qui ai prossimi anni. La giunta Funaro ci dica chiaramente cosa vuole fare perché lo sviluppo e il futuro della città non possono essere barattati con le diatribe intestine al PD e ad AVS”.
Dichiarano i consiglieri del gruppo Fratelli d'Italia Matteo Chelli, Angela Sirello (capogruppo), Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfo.

 

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