Save Monte Giovi con i Bikers Mugellani. Cronaca e foto © n.c.
Racconto di una domenica (e di un'iniziativa) particolare sul Monte Giovi. Era una fredda domenica d’inverno quel giorno, era nevicato il giorno prima e nessuna persona normale avrebbe pensato di poter uscire a pedalare. Ma si sa, chi tra i biker si ritiene normale, scagli la prima pietra. Ci trovammo quindi al nostro solito appuntamento domenicale per verificare se le nostre mountain bike, sarebbero riuscite ad accompagnarci sui sentieri di Monte Giovi, palestra naturale del gruppo di bikers “Quelli di Sagginale”.
Il freddo pungente della prima mattina intorpidiva mani e piedi, mentre salivamo lentamente le pendici del monte. La neve fresca del giorno prima consentiva una buona trazione ed il silenzio ovattato del paesaggio innevato era rotto solo dallo scricchiolio della neve sotto le nostre ruote e dal vigoroso ansimare di ognuno di noi. I tempi normali necessari alla salita, causa neve si allungarono sensibilmente e quando arrivammo a Monte Giovi eravamo tutti terribilmente infreddoliti. Fortunatamente il nostro rifugio è sempre aperto ed il generoso focolare stava bruciando vigorosamente.
Ognuno di noi prese una sedia e si sistemò più vicino possibile al fuoco, cercando di recuperare quel po’ di calore che ci consentisse un meno traumatico rientro verso casa. Non poteva mancare una fetta di crostata ed un caffè, oltre a quattro chiacchiere con i gestori. Ci conosciamo da anni con loro ed ogni volta che saliamo, la sosta è obbligatoria. Ma quel giorno la signora era meno sorridente del solito. Mi colpirono quei suoi lunghi silenzi, segno di una rassegnazione agli eventi e decisi che qualcosa, seppur nel nostro piccolo, avremmo dovuto fare. Scendendo verso valle il pensiero continuava a girarmi per la testa, fino a che il giorno dopo decisi di contattare i rappresentanti dei gruppi ciclistici che gravitano intorno a Monte Giovi. Nacque così l’idea di trovare un giorno per ritrovarci tutti insieme per festeggiare quel luogo che ad ogni nostra uscita troviamo sempre aperto, pronto a darci rifugio, a riscaldarci in inverno o a dissetarci in estate.
Nacque così Save Monte Giovi, salviamo Monte Giovi, un piccolo contributo dai Bikers di Mugello e Val di Sieve.
Ma veniamo ad oggi, ventiquattresimo giorno del mese di maggio, domenica che climaticamente non è molto diversa da quella dell’inizio del racconto. Infatti una perturbazione ha da giorni reso le temperature molto più fresche delle medie del periodo. Partiamo da Sagginale in 6 per raggiungere gli amici di Vicchio bike che ci aspettano a Ponte a Vicchio. Abbiamo deciso di salire verso Monte Giovi passando da Cellaia, per evitare le “sabbie mobili” sempre presenti a Collefertile. Contemporaneamente, da Dicomano, da Rufina e da Pontassieve, partono altrettanti gruppi di bikers che raggiungeranno Monte Giovi per strade diverse. Procediamo in gruppo fino a Dicomano, ma come inizia la salita, il gruppo si allunga con i più scalpitanti che prendono subito la testa.
Uno dei più esperti del gruppo esorta i giovani a non esagerare: partite piano, gli dice, a rallentare siete sempre in tempo… Mah… La salita su questo itinerario però, è veramente insidiosa, in quanto man mano che si procede diventa sempre più ripida per cui le fatiche vanno veramente dosate con parsimonia, ed infatti già a metà, qualcuno comincia ad andare in calo d’ossigeno, improvvisandosi in improbabili scivolate. Attraversiamo un recinto dove una ventina di mucche, stanno placidamente pascolando. I poveri bovini, alla vista di altrettanti bikers, inizialmente si allontanano in un goffo galoppo derise da qualche coraggioso ciclista che si prodiga in fischi ed urla da provetto cowboy, ma come un’onda che sbatte contro il molo, con la stessa velocità con la quale erano fuggite, sono tornate verso di noi col medesimo vigore, mettendo in fuga i simpaticoni bovari improvvisati.
Davanti a noi inizia la salita più dura del percorso, tre o quattrocento metri veramente molto ripidi, dove qualcuno arriva a far fischiare le coronarie, pur di non scendere a spingere la bici. In cima ci raggruppiamo tutti per ripartire per gli ultimi chilometri di salita che ci separano dalla nostra meta. Arrivando a Monte Giovi, troviamo gli amici del Palaie Pelago e Quelli della Domenica che sono già arrivati, poi in un susseguirsi caotico arrivano gli amici della Rufina, arrivano i ragazzi di Dicomano, poi Quelli del Sabato e poi Le Lupe (le Donne in bici), una che arriva da Sagginale con noi e le altre che arrivano da Pontassieve. Ci contiamo, siamo addirittura cinquanta, ed ancora devono arrivare i ragazzi dell’Appenninico e di Bikemood.
Arrivano in auto con i genitori anche i giovanissimi dell’Appenninico, bambini di 6-9 anni che con le lori mini-mountain bike si mettono subito a girellare per i sentieri della zona. Facciamo l’aperitivo fra mille chiacchiere, risate e vicendevoli sfottò. Quando arrivano i ragazzi di Bikemood e dei Ciclisti Mugellani, la maggior parte dei partecipanti se n’è già andato. Qualcuno di loro, alle prime esperienze fuoristradistiche, è sconvolto dalla fatica, qualcuno invece sembra abbia voluto fare i 50 m stile libero nelle tremende pozze di fango presenti nel tratto Collefertile-Prati Piani. Mangiamo qualcosa insieme prima di ripartire per il rientro.
Salutiamo Monte Giovi che ancora una volta c’ha regalato bellissimi momenti da condividere fra persone unite dalla stessa passione, con l’auspicio che questa iniziativa possa essere ripetuta anche per il prossimo anno.


