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Smartphone e malattie del cervello: la correlazione che spaventa tutti

Uno studio coreano dimostra che la dipendenza da smartphone può alterare i neurotrasmettitori del cervello, aumentando ansia, insonnia e depressione.

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Un recente studio rivela come l'uso eccessivo dello smartphone possa alterare la chimica cerebrale e influire sulla salute mentale.

Negli ultimi anni, lo smartphone è diventato un'estensione naturale delle nostre mani. Lo usiamo per lavoro, svago, comunicazione e persino per rilassarci. Tuttavia, la dipendenza da questi dispositivi non è più un'ipotesi lontana: studi recenti dimostrano che un uso eccessivo può influenzare direttamente il cervello, causando squilibri chimici che potrebbero avere conseguenze importanti sul nostro benessere mentale. Non si tratta di semplice stanchezza o stress: parliamo di modifiche misurabili nella struttura e nel funzionamento cerebrale.

Uno studio condotto dalla Radiological Society of North America (RSNA) ha analizzato un gruppo di adolescenti con dipendenza da smartphone e internet. I ricercatori hanno utilizzato la spettroscopia a risonanza magnetica (MRS) , una tecnica avanzata che permette di osservare la composizione chimica del cervello.


Smrtphone e malattie del cervello: cosa rivela la ricerca

I partecipanti, con un'età media di 15 anni, sono stati confrontati con coetanei senza dipendenza. I risultati sono stati chiari, chi abusava dello smartphone presentava livelli alterati di GABA (acido gamma-amminobutirrico) e Glx (glutammato-glutamina) nella corteccia cingolata anteriore, un'area del cervello fondamentale per la gestione delle emozioni e del pensiero.

smartphone e malattie del cervello: gli adolescenti sempre più dipendenti

Un eccesso di GABA può rallentare l'attività cerebrale, portando a sintomi come sonnolenza, difficoltà di concentrazione, ansia e persino depressione. Allo stesso tempo, questo squilibrio può compromettere le capacità cognitive ed emotive, influenzando su memoria, autocontrollo e capacità decisionale.

Durante la ricerca, i giovani dipendenti da smartphone hanno mostrato punteggi più alti in ansia, depressione, insonnia e impulsività . Non si tratta solo di “passare troppo tempo al telefono”, ma di un impatto concreto sulla qualità della vita. La continua caratteristica proveniente dalle notifiche e dai contenuti digitali sembra modificare il modo in cui il cervello elabora le informazioni e reagisce agli stimoli.

La buona notizia è che gli effetti non sono irreversibili. Nello stesso studio, 12 ragazzi hanno seguito nove settimane di terapia cognitivo-comportamentale mirata a ridurre la dipendenza da smartphone e internet. Al termine del percorso, i livelli di GABA e Glx si sono notevolmente riequilibrati avvicinandosi a quelli del gruppo di controllo.

Questo dimostra che, con il giusto approccio, il cervello può recuperare parte del suo equilibrio chimico e funzionale. Ridurre l'uso dello smartphone, stabilire momenti di disconnessione e sostituire parte del tempo online con attività offline possono essere passi semplici ma potenti.

Viviamo in un'epoca in cui la connessione costante è la norma. Tuttavia, proprio per questo, il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza è più alto che mai, soprattutto tra i più giovani. La prevenzione passa dalla consapevolezza: conoscere gli effetti biologici dell'uso eccessivo dello smartphone ci aiuta a prendere decisioni più sane.

Lo smartphone è uno strumento straordinario, ma non dovrebbe mai sostituire le interazioni reali, il riposo mentale e le esperienze che stimolano in modo equilibrato il nostro cervello.