Sofia Arnò torna ad esporre © n.c.
Erano quasi cinque anni che Sofia Arnò, brava pittrice ed amabile donna, per varie ragioni familiari (l’arrivo di due graziosi nipotini), non si cimentava in una personale dopo che la stessa era stata una delle più attive artiste del Mugello segnatamente negli anni ’80 e negli anni ’90 del secolo scorso, quando con molti altri colleghi aveva dato vita a rassegne e avvenimenti artistici di ottimi livello.
Questa sua personale a Fiesole nell’accogliente Sala d’arte “G. Toniolo” presso il Seminario Arcivescovile di Fiesole in piazza Mino, è stata una sorpresa per gli estimatori, per gli amanti d’arte per coloro che la conoscevano da tempo; questa personale, non è che un lungo percorso che inizia dal lontano 1973, quando Arnò iniziò a dilettarsi con tela, pennelli e tavolozza a raffigurare paesaggi, ma più che altro fiori, nature morte e ritratti, per poi allargare gli orizzonti con dipinti molto impegnativi, come per esempio la tela raffigurante “San Martino che dona il mantello” collocata all’interno della Pieve di San Martino a Corella (eravamo presenti; che bella cerimonia!), o quando nella Pieve di San Giovanni Battista a Vicchio di Mugello, Sofia Arnò presentata da Monsignor Timothy Verdon, storico d’arte sacra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, fece benedire la sua “Ultima Cena”, che era destinata nella “Sala Infirmorum” a Lourdes, dipinto che fu molto apprezzato dal Vaticano che inviò una bella lettera alla pittrice.
Ricordati brevemente questi due momenti di Arnò, eccoci quindi alla mostra di Fiesole e proseguendo questo suo percorso pittorico, la pittrice mugellana (abita alla Ripa in un bellissimo casale e poche centinaia di metri dalla Pieve di San Martino a Scopeto), oltre a dei dipinti degli anni sopracitati, ci presenta la sua ultima produzione, che secondo il nostro modesto punto di vista evince e convince. Sono composizioni, segnatamente floreali, di un taglio nuovo, di una vivace colorazione, di un tratto e di una mano ben disposta e ben nitida. Ed è comunicativo il pensiero finale in catalogo della pittrice. Si legge: “ - …perciò è da osservare con attenzione questo percorso pittorico che va dal figurativo all’immaginario, libero, senza confini, pieno di movimento, di colori e di emozioni. A voi il giudizio-“. Buono, anzi estremamente positivo.
Foto
Sofia Arnò durante la sua personale a Fiesole con il pittore Enrico Pazzagli.


