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Lo stato dell’edilizia scolastica in Italia: tra storia e necessità di rinnovamento

Oltre la metà degli edifici scolastici attivi oggi risale al periodo compreso tra il 1950 e il 1992. Questo arco temporale ha visto la...

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Edilizia Scolastica Edilizia Scolastica © MIUR
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L'edilizia scolastica italiana offre uno specchio significativo del sistema educativo del paese, riflettendo l'evoluzione storica e normativa degli edifici destinati all'istruzione. La maggior parte delle scuole attualmente in uso è stata costruita tra gli anni '50 e i primi '90, un periodo cruciale per lo sviluppo del sistema scolastico in Italia.

Una panoramica storica

Oltre la metà degli edifici scolastici attivi oggi risale al periodo compreso tra il 1950 e il 1992. Questo arco temporale ha visto la costruzione massiccia di scuole, in particolare durante il boom economico del dopoguerra, con un picco negli anni '60 e '70. Questo periodo di crescita riflette la necessità di adeguare le infrastrutture educative a un paese in piena industrializzazione e urbanizzazione.

Secondo i dati elaborati da Openpolis e Con i Bambini, la grande stagione dell'edilizia scolastica italiana si è sviluppata dal 1958 al 1983, con oltre 800 nuovi edifici costruiti ogni anno. Il decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 ha rappresentato un punto di svolta, stabilendo le norme tecniche per l'esecuzione delle infrastrutture scolastiche.

Le innovazioni degli anni '90

Gli anni '90 hanno segnato un importante spartiacque per l'edilizia scolastica italiana con l'introduzione di nuove normative. La legge 23 del 1996 ha trasferito la competenza dell'edilizia scolastica ai comuni per le scuole d’infanzia, elementari e medie, e alle province per le scuole secondarie di secondo grado. Questo decennio ha visto anche l'adozione di norme cruciali per il superamento delle barriere architettoniche e per la sicurezza antincendio.

La situazione attuale

Nonostante queste innovazioni, solo il 10,5% degli edifici scolastici è stato costruito dopo il 1997, con significative variazioni territoriali. Ad esempio, nei comuni dell'hinterland la percentuale di scuole costruite dopo il 1997 raggiunge il 12,1%, mentre nei comuni polo, dove i servizi sono più concentrati, scende al 7,3%.

Gli edifici scolastici costruiti dopo il 2018 rappresentano una quota molto bassa, meno dell'1% del totale, con punte massime del 4,2% in Valle d’Aosta e minimi dello 0,1% in Sardegna. Questa recente edilizia è particolarmente presente nelle regioni colpite da eventi sismici, come le Marche, il Molise e l’Umbria.

Le prospettive future

L’investimento in scuole nuove, sicure e attrezzate è fondamentale per garantire un’offerta didattica adeguata e rispondente alle esigenze di alunni e insegnanti. Nei prossimi anni, il settore dell’edilizia scolastica sarà coinvolto in una serie di investimenti, anche legati al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con l'obiettivo di modernizzare e rendere più sicure le infrastrutture educative.

L’edilizia scolastica in Italia è il risultato di un lungo percorso storico e normativo che ha visto una massiccia costruzione di edifici tra gli anni '50 e '90. Le innovazioni normative degli anni '90 hanno segnato un importante cambiamento, ma il rinnovamento delle infrastrutture scolastiche rimane un'esigenza pressante. La qualità degli edifici scolastici è fondamentale per il miglioramento dell’esperienza educativa e per garantire un ambiente sicuro e adeguato per studenti e insegnanti.

Info e fatti tratti da Openpolis.

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