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La stele etrusca di Poggio Colla fa ritorno: un gioiello per il Mugello

Il Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano, dunque, si arricchisce di una straordinaria testimonianza del popolo etrusco

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La locandina La locandina © NN
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Più volte, anche su questo giornale, ho chiesto e mi sono chiesto se la stele ritrovata 8 anni fa sul nostro territorio, dall'equipe del prof. Gregory Warden, dopo i lavori di consolidamento e di studio tornasse in Mugello o fosse destinata  a languire nel buio dei depositi della Soprintendenza. Per una volta, grazie a un lavoro di gruppo in sinergia di pubblico e privato, l'auspicio si è concretizzato e sabato 30 settembre, si è ufficializzato tale evento con un Convegno di tutto rilievo, che ha visto la partecipazione del prof. Warden, che ha ricordato con molti particolari le fasi del ritrovamento del manufatto, unitamente al ricordo a un non dimenticato soprintendente Francesco Nicosia.

Gli altri interessanti interventi sono stati della dott.ssa Ranaldi soprintendente archeologia Firenze, Pistoia e Prato, del dott. Martinelli, del dott. Giroldini e del prof. Maggiani che  ha decifrato una parte delle scritte che sono sulla stele di Poggio Colla.

Ultima, ma non ultima, la dott.ssa Giovanna Forlanelli Rovati, la quale ha ospitato nel suo Museo milanese la “nostra” stele, insieme a quella famosissima ritrovata nell'isola di Lemno, che ha caratteri incisi molto simili a quelli dell'alfabeto etrusco; la dott.ssa Rovati, moderna mecenate, ha donato al museo un raffinato basamento per la collocazione della stele.

Il ritorno a casa di questo preziosissimo manufatto etrusco è stato accolto dalla gente di Dicomano con grande soddisfazione e partecipazione, con la sala consiliare stracolma e molte persone anche nell'atrio. Soddisfazione espressa chiaramente anche dal sindaco Stefano Passiatore, che ha fatto gli onori di casa, con il suo omologo di Vicchio Filippo Carlà Campa il quale, a mio avviso, con tempismo perfetto, è riuscito a strappare una mezza promessa dalla soprintendente dott.ssa Ranaldi, di un possibile ritorno presso il Museo di Arte Sacra di Vicchio, di un'opera del Beato Angelico.

Il Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano, dunque, si arricchisce di una straordinaria testimonianza del popolo etrusco, garantendo la sua fruizione a tutti i mugellani ma, data l'eccezionalità del reperto, è da credere che sia destinato a diventare un'attrattiva che va al di là dei nostri confini e certamente, i responsabili del museo, l'amministrazione comunale, unitamente al validissimo Gruppo Archeologico, sapranno attuare tutte quelle misure per rendere noto e valorizzare questo reperto, tra i più importanti mai ritrovati, nell'ambito delle testimonianze scritte della civiltà etrusca.

 

                                                                                                                              

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