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Successione, è legale lasciare la casa familiare ad un solo figlio: quando le quote possono essere diverse

La casa di famiglia non spetta sempre a tutti i figli con la stessa quota: in alcuni casi la legge può favorire uno degli eredi nella successione.

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Successione casa: quando spetta ad un solo figlio Successione casa: quando spetta ad un solo figlio © okmugello.it
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L'eredità familiare, in molti contesti italiani, consiste perlopiù negli immobili dei genitori. Piccoli oggetti e beni preziosi, dopo la scomparsa degli stessi, passano in secondo piano di fronte all'unico bene principale vero e proprio. Le proprietà diventano gli oggetti principali della suddivisione tra i figli e non è raro che si trasformino nel motivo di contenziosi.

Le cause legali ereditarie sono molto comuni a seguito di disaccordi sui testamenti, ma le problematiche principali sono legate generalmente alla convinzione che tutti i figli abbiano diritto alla stessa quota della dimora. La legge sulla successione, tuttavia, dimostra che esistono svariati casi che rendono la divisione dell'immobile molto più complessa di quanto si possa pensare. 

A tutelare i figli nel caso di immobili di proprietà interviene la normativa sulla quota legittima. Con questa si intende la porzione minima di patrimonio riservata ai "legittimari". Ciò vuol dire che determinati familiari stretti hanno la possibilità di ottenere la propria parte di eredità sulla casa, anche contro le volontà espresse nel testamento, soltanto in virtù del loro rapporto col defunto. 

Si tratta di figli e coniuge o, qualora questi non ci siano, degli ascendenti. Qualora la quota che spetta loro per legge venisse compromessa, i legittimari hanno la possibilità di reagire per far valere i propri diritti

Possono esserci però, anche delle quote libere che il proprietario, ossia il genitore, può decidere di riservare liberamente ad alcuni figli piuttosto che ad altri. In questi casi, la quota deve essere stabilita attraverso donazioni del genitore ancora in vita, o disposizioni testamentarie. 

In quali casi l'immobile spetta ad uno dei figli

In presenza di più figli, la ripartizione di un immobile può essere annullata da alcune circostanze specifiche. In quattro diversi casi, la successione porterà all'assegnazione dell'abitazione familiare ad uno solo degli eredi. Ciò implicherà che gli altri potranno acquisire diritti alternativi o altri beni di pari valore. 

giudice

Una delle situazioni più comuni riguarda le donazioni effettuate dal genitore prima della morte. Uno dei figli, prima del decesso del proprietario, potrebbe aver ottenuto dei beni di valore che equivalgono alla sua quota di eredità. L'immobile, dunque, può essere assegnato ai fratelli senza difficoltà. È bene considerare, tuttavia, l'influenza della donazione sulla collazione e sul calcolo del patrimonio complessivo. 

Un solo erede può avere diritto ad abitare l'immobile anche se la proprietà è condivisa, quando allo stesso è stato attribuito l'usufrutto nel testamento, o qualora l'erede sia l'inquilino con un regolare contratto. Il canone, in questo caso, deve essere suddiviso tra i proprietari. 

Capita di frequente, inoltre, che uno dei figli sia già il titolare di una quota dell'immobile. Questo potrà decidere di acquistare l'intera proprietà  dando al fratello la quota corrispondente o compensando con beni dello stesso valore. Se i diritti successori del secondo vengono rispettati appieno, la casa può essere assegnata al comproprietario. 

Infine, può accadere che il valore della casa corrisponda alla quota ereditaria di uno dei figli. In questa situazione, lo stesso può ottenere interamente l'abitazione, mentre il fratello riceverà liquidità o altri beni. La divisione formale può avvenire di fronte ad un giudice, in mancanza di accordi o decisioni stabilite nel testamento.