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Barberino-Tavarnelle: il castello di Linari tornerà a vivere e avrà un’anima artistica

Partiti i lavori per la ristrutturazione delle aree private del borgo medievale.

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Linari Linari © Unione dei comuni del Chianti
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Ha più di mille anni. E non sente il peso della storia. È stato teatro di scontri tra secolari rivalità senesi e fiorentine, terreno di conquiste e ritrovamenti archeologici di epoca romana ed etrusca.

Un tassello prezioso di carattere storico-artistico che racconta e ripercorre le origini della parte più a sud del comune di Barberino Tavarnelle, tra le colline e i cipressi della Valdelsa.

Una perla che brilla ancora della luce del passato, in quanto centro di cultura etrusca e medievale, con il tipico colore rossastro del cotto della zona, la bellezza del lastricato di pietra, le architetture medievali, i vicoli, gli archi a sesto acuto, il castello, l'antica chiesa posta sul poggio più alto.
Il borgo fantasma di Linari, abbandonato gradualmente dagli anni Sessanta, tornerà a vivere, come luogo residenziale e di accoglienza turistico-ricettiva dalla forte anima artistica.

Grazie all'investimento della società proprietaria, la “Linearis”, il borgo, uno dei più emblematici del Medioevo italiano, sarà al centro di una complessa opera di riqualificazione e ristrutturazione per accogliere una struttura turistico ricettiva, alcuni appartamenti residenziali e uno spazio permanente dedicato all’arte contemporanea strettamente legato al territorio.

Da qualche giorno sono partiti i lavori a cura della ditta esecutrice. L’imprenditore torinese Gilberto Sandretto, appassionato collezionista e cultore dell’arte contemporanea, e Flavio Garcia della società Linearis, l’architetto Marco Pecchio, i rappresentanti della ditta Restauro e Costruzioni, l’architetto del Comune Alberto Masoni e il sindaco di Barberino Tavarnelle si sono recati insieme sul posto per effettuare un sopralluogo e dare il via ufficiale al sogno che inizia a realizzarsi.

Il sindaco ha evidenziato che il recupero del borgo delle aree private, parte di un più ampio percorso di valorizzazione, permetterà di realizzare l’intervento dell’unica area appartenente al Comune, la chiesa di Santa Maria Linari, su cui sono state stanziate delle risorse pubbliche. In particolare l'investimento, previsto dall’amministrazione comunale, è volto alla progettazione, alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza della Chiesa di Santa Maria a Linari di origine medievale.

Linari ha assunto un ruolo di centralità nel corso dei secoli fin dal tempo degli etruschi che viveva questo sito come il proprio fortilizio, parte dello stato della città di Volterra, una delle città della dodecapoli etrusca, all’incrocio tra la Valdelsa e la Valdipesa.
Il borgo fu un presidio importantissimo anche in età romana da cui assunse il nome, il termine Linearis, che vuol dire linea di confine, e trovò la sua massima espressione nel Medioevo, periodo nel quale conquistò l’identità municipale fino alle riforme comunitative, ovvero la costituzione della comunità di Barberino Val d’Elsa, da parte di Pietro Leopoldo negli anni ‘70 del 1700. 

Il ventre di Linari conserva tracce del suo glorioso passato a partire dall'età etrusca. Del Castello di Linari, posto, come suggerisce l'origine latina del toponimo Linearis, sul margine del contado fiorentino, dirimpettaio di Colle Val d’Elsa e San Gimignano, si ha notizia dalle prime testimonianze che risalgono al 1070 contenute negli archivi e nei documenti della vicina Abbazia di Badia a Passignano. I Cadolingi di Fucecchio furono i primi proprietari del castello, ma la forte personalità, vocata all'autonomia e all'indipendenza istituzionale, si fece avanti e divenne scrittura ufficiale nel 1270, quando Linari, gestito da modesti proprietari e lavoratori della terra, con 1500 abitanti all'attivo, si costituì comune libero. Come terra contesa dai regimi feudali prima e comunali poi, parallela alla via Francigena, non mancano a Linari momenti di celebrità. Il genio Leonardo da Vinci la cita a proposito della riconquista di Niccolò da Tolentino, di cui conosciamo l’audacia e la forza militare nelle opere più celebri di Andrea del Castagno e Paolo Uccello.

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