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Cronaca di un viaggio salvavita ai tempi del Coronavirus

Un viaggio salvavita in diretta, passo dopo passo. Quando anche salvare vite diventa difficile

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Massimo Pieraccini e il suo carico della vita in Germania Massimo Pieraccini e il suo carico della vita in Germania © Massimo Pieraccini
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Nei giorni del Covid-19, fra notizie sanitarie, fake news e psicosi collettiva vogliamo raccontarvi un aspetto non consueto dell'impatto del nuovo virus sulla vita sociale. Esiste il mondo che va avanti, che deve andare avanti. Sopratutto nel comparto sanitario dove molti solo oggi si accorgono della carenza di medici e infermieri, della loro instancabile attività e di tutto il mondo che gli ruota intorno.
Negli ospedale esiste un mondo oltre il Coronavirus, quello della quotidianità che è fatta di emergenze che non possono certo aspettare i canonici 14 giorni di quarantena, Per esempio il mondo dei trapianti. Chi è in attesa di una chance salvavita, spesso l'unica, non può aspettare.

Così non si ferma, o almeno non si dovrebbe fermare tutta la catena virtuosa che collega il punto A dov'è un donatore, con il punto B dove è un ricevente.
Abbiamo quindi scelto di seguire in missione e in esclusiva Massimo Pieraccini fondatore e direttore del Nucleo Operativo Protezione e Civile Logistica dei Trapianti e fresco di nomina di Gran Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

Partenza da Firenze ieri mattina, un lunedì uggioso di pioggerellina.
L'ansia era palpabile in Massimo e l'aeroporto di Peretola meno abitato del solito. A complicare il tutto un ritardo fuori programma dell volo per Francoforte a causa di un non meglio precisato drone che, occupando lo spazio aereo del principale hub europeo, ha costretto Massimo e altri due volontari della sua squadra in missione ad essere dirottati su Norimberga e da qui proseguire poi in taxi per Francoforte prima della seconda tappa del viaggio. Ognuno verso una destinazione diversa della Germania.

Il volo per Francoforte, ci racconta, è stato affrontato con le mascherine. "Impossibile - specifica Massimo - anche se il volo era mezzo vuoto rispettare il metro e ottantadue di distanza dal vicino in aereo come consigliato dal Ministero della Salute. per altro il mio vicino di posto, che non indossava la mascherina, ha tossito parecchio durante il volo".

Una volta sbarcato a Norimberga dove "non ci hanno neanche guardati più di tanto anche se arrivavamo dall'Italia" il viaggio in taxi per Francoforte oltre due ore e mezzo di viaggio fuori programma "l'ho passato al telefono per capire come poter organizzare i trasporti salvavita in Italia dato che una disposizione del Ministero della Salute invita i centri trapianto italiani ad andare incontro ai corrieri provenienti dall'estero che arrivati negli aeroporti italiani preferiscono non uscire". Un lavoro organizzativo non facile!

Da Francoforte poi Massimo prosegue il viaggio per la località dove deve andare a ritirare il midollo donato da un generoso tedesco in treno. Un'altra ora e mezzo:
Raggiungiamo Massimo nuovamente al telefono in questa città della Germania che per motivi di privacy non possiamo menzionare."sono in un supermercato a cercare igienizzante per le mani ma è difficile capire qual'è in tedesco! - sorride per smorzare la stanchezza - vado a cercare da mangiare adesso, sono digiuno da stamani, poi a letto perché domattina ho la sveglia presto. L'appuntamento per il ritiro delle cellule è alle 8.00 al centro prelievi. Comunque qua pare tutto tranquillo e mascherine in giro se ne vedono poche".

L'indomani Massimo lo sentiamo di buon mattino. "Qua al centro prelievi la situazione è un po' complicata. All'ingresso al piano terreno c'è un desk dove fanno compilare a tutti quelli che devono entrare un questionario dove chiedono se hai febbre, tosse o raffreddore. Poi fra le domande chiedono anche se sei cinese o italiano. In caso affermativo se vivi o sei stato recentemente nella zona di Lodi. Una volta salito dove più o meno mi conoscono e sanno che sono italiano mi chiedono conferma se ho riempito il questionario. Non entra nessuno senza averlo fatto.
Peccato che il modulo è scritto solo in lingua tedesca e dei due addetti solo uno dei due parlava un po' inglese... Addirittura per tradurre tosse ho dovuto simularla..."

Suona il drin della messaggistica del telefono e arrivano immagini dell'aeroporto di Francoforte deserto. "E' incredibile, sono appena arrivato e non ho mai visto questo aeroporto così! Impressionante! Sono anche riuscito ad anticipare il volo per la Spagna perché anche al gate non c'era coda. I controlli di sicurezza sono stati lenti e accurati, ma alla fine nessun problema. Mascherine? Pochissime".

Con il volo anticipato di tre ore Massimo è comunque tranquillo, le cellule salvavita che conserva nel suo frigo arriveranno in ospedale per essere infuse nel malato addirittura prima.
"Ora devo spengere, stiamo per partire".

Due ore dopo arriva una carrellata d'immagini dell'aeroporto di Barcellona "se Francoforte piange Barcellona è disperata . afferma Massimo - anche qui quasi nessuno con la mascherina, ma mi verrebbe da dire quasi nessuno e basta. Quasi imbarazzante. Leggendo le percentuali che ci danno come calo delle prenotazioni fa impressione, ma la percezione che hai andando in giro e guardando coi tuoi occhi è ancora peggiore".

Lasciamo Massimo all'ultimo tratto del suo viaggio per la destinazione finale.

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO

































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