la Dottoressa Maria Rosa Zigliani © Facebook
Siamo tutti un po' sconvolti e frastornati da come, in meno di un mese la nostra vita si è trasformata radicalmente.
Lo sbarco in Italia del Coronavirus che già ci aveva colpiti quando il problema era limitato alla Cina ci ha destabilizzato in tutte le nostre convinzioni e le nostre certezze.
Siamo condizionati. La salute rappresenta una nostra sfera molto sensibile e ancora di più se nel mezzo ci mettiamo una qualche malattia infettiva. Non è un caso che anche Hollywood quando vuole farci spaventare punta su film di virus letali.
Siamo condizionati dall'emotività. Essa condiziona le decisioni anche a livelli importanti. Zone rosse, zone arancioni, paesi sigillati, quarantene, autoquarantene, psicosi, ipocondria, leggerezza, schizofrenia emozionale. Sconvolti e turbati dobbiamo ma non sappiamo reagire.
Cosa dobbiamo fare? Come bisogna comportarsi?
La nostra redazione ha deciso così di chiedere lumi a un esperto. La Dottoressa Maria Rosa Zigliani è una psicologa esperta in hiv/aids e infezioni sessualmente trasmissibili. Un interlocutore qualificato proprio perché conosce il mondo dei virus e di tutti i turbamenti che portano in noi.
Il Coronavirus ci sta destabilizzando forse proprio perché rappresenta il peggior incubo dell'essere umano.
"La malattia infettiva ci turba da sempre. Dalla peste bubbonica in poi porta con se la "colpa". La malattia infettiva è il castigo divino che colpisce la specie umana, e noi per reagire dobbiamo trovare il colpevole, l'untore."
In effetti in certe reazioni paranoiche e isteriche sembra di essere tornati ai primi anni ottanta quando esplose l'hiv/aids e si facevano pubblicità con l'alone viola per isolare e ghettizzare l'untore della peste del duemila. Il colpevole fu presto trovato nei gay e nei tossicodipendenti che parevano le persone più colpite, salvo poi scoprire che non era proprio così.
"L'untore deve essere qualcuno da marginalizzare e così, come gay e tossicodipendenti erano i capri espiatori perfetti per quel virus, oggi nel cinese avevamo trovato il nostro obiettivo. Secondo certi stereotipi, infatti: 'I cinesi sono troppi, sono sporchi, mangiano i cani, ci fanno concorrenza sleale, etc...' Insomma erano perfetti per essere i colpevoli della diffusione del Coronavirus, ma poi quando dalla Cina il virus è arrivato in Italia tutto è cambiato e abbiamo perso i nostri riferimenti."
Cosa dobbiamo fare, come possiamo reagire?
"Dobbiamo fare ciò che ci è difficilissimo fare. Rinunciare alle nostre abitudini e capire che è il momento di cambiare il nostro stili di vita. Impariamo a volerci bene e mangiare sano:"
Affrontiamo questo cambiamento di vita trovandone un'opportunità quindi. "Viviamo il momento senza ansia e non come una scocciatura, E' l'occasione per scoprire e riscoprire cose che non facciamo da tempo. Riprendiamoci le nostre giornate senza dover più correre e senza stress. Non trasformiamo lo stare in casa nel chiudersi in casa.
Il rischio di infettarci e d'infettare - prosegue la Dottoressa - si riduce con l'informazione e la conoscenza, solo allora si sceglie responsabilmente. Le misure adottate sono misure restrittive, ma se i limiti vengono calati in un contesto allargato acquisiscono un significato.
Siamo in un momento delicato ma questo non ci deve condurre a non vivere, ma a cambiare consapevolmente le nostre abitudini. Come mettersi un preservativo non vuole dire non fare sesso.
In questi giorni siamo un po' tutti in convalescenza, e dobbiamo adeguarci. Alle immagini di fuga dobbiamo contrapporre immagini di responsabilità. Dobbiamo rispettare il decreto e fare comunità.
Aiutarci rispettando la salute dell'altro e seguire le norme vuol dire tutelare e tutelarci. Nella divisione siamo un tutt'uno. Se rispettiamo la distanza fra di noi questa è la nostra forza. Allontanandoci ci avviciniamo per procedere nella stessa direzione.
E' come - conclude - se quest'emergenza ci costringesse in qualche maniera a cambiare il paradigma cognitivo della visione. Trasformiamo lo stare in casa nell'occasione per scoprire e riscoprire cose nuove e antiche come cucinare cibi più a lungo riprendendo le tradizioni, dato che siamo sempre di fretta anche a cucinare. Sperimentiamo nuove cose, ristrutturiamo il nostro mondo interiore, ci sono tante possibilità e occasioni per vivere bene questo momento.


