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Riprese a pieno ritmo le attività lavorative si conta (ancora) un infortunio mortale sul lavoro. Morti evitabili e che nessuno contabilizza quotidianamente lma che devono far riflettere.
E' successo a Prato in via Goito dove un operaio di 56 anni stamani è morto per le ferite riportate a seguito della caduta dal tetto di una officina in cui stava eseguendo dei lavori.
Sul luogo sono prontamente intervenuti i sanitari del 118, i Carabinieri, la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco, che hanno anche realizzato delle immagini col drone che serviranno per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente mortale e personale della sezione prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl.
Secondo una prima ricostruzione, la vittima, originaria dell'Albania ma residente da molti anni a Firenze, stava sostituendo alcune tegole nel capannone dell’officina, che si occupa di riparazioni auto, quando avrebbe messo un piede sul lucernario e da qui la caduta.
"Purtroppo con la ripresa di tutte le attività sono ripresi anche gli infortuni sul lavoro, anche quelli mortali. Alla famiglia dell'operaio albanese morto stamani a Prato esprimo la mia vicinanza e il mio cordoglio". Così l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, appresa la notizia della morte dell'operaio che è deceduto sul colpo in seguito alle ferite riportate cadendo mentre lavorava a una riparazione sul tetto di un'autofficina (di proprietà italiana ma affittata a un cittadino cinese).
"La Procura ha aperto un'inchiesta e le autorità preposte verificheranno come si sono svolti i fatti - aggiunge l'assessore Saccardi - E' necessario però che tutti, datori di lavoro, lavoratori, enti che controllano il rispetto delle misure di sicurezza, siano consapevoli dell'assoluta necessità di rispettare tutte le regole che consentono di lavorare in sicurezza, anche nelle situazioni a maggior rischio, come lo sono i lavori sui tetti. Finché questa consapevolezza non sarà diffusa e generalizzata e non diverrà un patrimonio comune a tutti, ci ritroveremo ancora a piangere morti sul lavoro che avrebbero potuto essere evitate".


