Il 6 settembre 2024 si è tenuta a Firenze, presso la Sala storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate, una riunione convocata dall’Assessore all’Ambiente Monia Monni con le Associazioni e i Comitati impegnati per la tutela dell’ambiente. Il contesto dell’incontro prende l’avvio dalla richiesta di alcune Associazioni e Organizzazioni ambientaliste di accelerare con le rinnovabili e con gli impianti eolici come con il Progetto eolico Monte Giogo di Villore sull’Appennino Mugellano.
Italia Nostra, Atto Primo, il GRIG, il CAI, il Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali liberi, il Comitato no eolico industriale di Firenzuola, NUDM-Mugello e altri Comitati dell’Appennino hanno preso la parola per affermare con ampia documentazione e articolate evidenze, anche fotografiche, che i crinali del Monte Giogo di Villore Corella, ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, sono l’emblema di zona inidonea per installazione di un impianto industriale eolico. Gli interventi hanno evidenziato che la zona buffer del Parco Nazionale presenta tutte le caratteristiche di area da tutelare e da estendere ad area protetta in quanto zona espansiva di fauna, avifauna e flora.
Le Relazioni aggiornate degli esperti mappano habitat di specie protette preziose e indispensabili per la salute dell’ambiente come cinque specie di chirotteri a rischio di sopravvivenza, la presenza stabile dell’aquila reale veleggiatrice e del biancone, il gatto selvatico, anfibi quali la salamandra perspicillata, la salamandra pezzata, il geotritone, la rana italica, il prezioso gambero (austrapotamobius pallipes complex) bioindicatore di acque pure. Questi habitat sono protetti da Direttive comunitarie e regionali.
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Oltre all’alta concentrazione di biodiversità certificata, la compromissione della Sentieristica interessata da turismo lento ed escursionistico (Sentiero 00 Italia, Sentiero Europa E1, GEA Grande Escursione Appenninica, Alta Via dei Parchi), la mancanza di infrastrutture per accedere ai siti di posizionamento delle mega pale di 170 metri, la presenza di foreste con alberi vetusti e di crinali boscati, il territorio instabile, fragile e franoso, a rischio sismico, l’enorme consumo di suolo richiesto dal progetto, rappresentano proprio le caratteristiche di zona inidonea alla realizzazione di impianti industriali eolici.
A questo si aggiunge la proposta di progetto scellerato a Firenzuola di 12 pale eoliche alte oltre 230 metri, che oltre a distruggere una miniera di biodiversità, distruggerebbero quella flora stessa che oggi contribuisce alla diminuzione della temperatura, all'assorbimento della CO2, alla tenuta del terreno contro il dissesto idrogeologico, sempre più frequente, viste le frequenti piogge torrenziali legate ai cambiamenti climatici.
Le alternative ci sono e sono praticabili senza devastazione ambientale, in presenza di una volontà politica che, là dove viene meno, spalanca le porte alla speculazione selvaggia, la quale niente ha a che fare con la pubblica utilità, con la transizione ecologica e con il benessere economico della Penisola. Al riguardo il Presidente della Toscana Eugenio Giani si è recentemente espresso sulla questione degli impianti eolici, sottolineando che “Non ci sarà nessuna speculazione legata agli impianti eolici nel territorio di Magliano in Toscana e più in generale in Maremma” dichiarando che questo territorio, “per la sua vocazione turistica, per le caratteristiche paesaggistiche e agricole, non si presta ad ospitare impianti di pesante impatto”.
Una dichiarazione simile è stata rilasciata anche per la Val di Cornia il 30 Agosto affermando “che i mega impianti sono la negazione della crescita turistica, agricola e dello sviluppo dei territori… che per la sua bellezza, per l’armonia dei suoi paesaggi e per la sua vulnerabilità turistico- finanziaria la Val di Cornia è una zona inappropriata per l’installazione di mega impianti…”.
Ci si sarebbe aspettati e ci si aspetterebbe una posizione analoga a quella presa per la Val d’Orcia e la Maremma anche per il Mugello e per il Montefeltro, diversamente vorrebbe dire che esiste una Toscana da tutelare e una marginale, che è possibile declassare e degradare a sito industriale, senza considerare nemmeno le ragioni di salvaguardia dei vicini di casa romagnoli e marchigiani, avallando l’installazione di enormi ecomostri come quello del Mugello, a cavallo con la Romagna, quello di Badia del Vento e di tutti gli altri che insistono nelle zone limitrofe al parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello.
Tra le varie associazioni, l’Assessore ha accolto anche alcune rappresentanze della Romagna che si stanno battendo da oltre due anni per tutelare il Montefeltro dalle speculazioni in atto legate alla transizione energetica. Nel Montefeltro insistono infatti 8 progetti di impianti eolici per complessivi 58 aerogeneratori di grandissima taglia (dai 180 ai 200 m, due volte il grattacielo di Rimini) in zone di vincolo idrogeologico, con abbattimenti di ettari di boschi e con danni incalcolabili all’ambiente e al paesaggio.
Gran parte di questi aerogeneratori ricadono in Toscana al confine con le Marche e la Romagna e il primo progetto, Badia del Vento, è giunto alla terza conferenza dei servizi e potrebbe essere autorizzato a breve dalla Toscana nonostante i pareri negativi delle due soprintendenze, di tutti gli Enti dell’Emilia Romagna, di Associazioni (WWF Forlì Cesena e Rimini, Italia Nostra, Altura, Club Alpino Toscana, Associazione “D’là de Foss”, I Cammini di Francesco, ecc.) nonché dell’Associazione Albergatori e Confcommercio di Rimini. In occasione dell’incontro i rappresentanti della Romagna, oltre a ringraziare l’Assessore per la disponibilità all’ascolto, hanno sottolineato la necessità di un’intesa tra le regioni per le aree di confine che sono anche quelle più deboli. Hanno inoltre ribadito la netta contrarietà ad opere così impattanti, sottolineando che il Montefeltro è un territorio di grande pregio ambientale e paesaggistico, una perla per la Romagna e per le Marche, come la Val d’Orcia o la Maremma per la Toscana.
L’incontro di Firenze alla Biblioteca delle Oblate, proprio nella sala dedicata a Dino Campana, il Poeta della “Falterona verde nero e argento”, è stata un’importante occasione per le Associazioni e per i Comitati di ritrovarsi e di avere finalmente l’opportunità di parlare ed essere ascoltati. In questa sede è stata sottolineata la necessità di un Tavolo permanente delle Associazioni e dei Comitati unite da parte loro in un unico Coordinamento che possa avere la forza necessaria per difendere i territori dalle speculazioni in atto, capaci di distruggere per sempre il nostro ambiente e i meravigliosi ed unici paesaggi del nostro Paese. Diversamente accadrebbe anche da noi quello che è già avvenuto in alcune zone del sud Italia, dove l’eolico selvaggio ha ridotto i territori a periferie industriali con danni incalcolabili all’ambiente, al paesaggio e al turismo.
Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, è stato sottolineato, non vuol dire calpestare ambiente e paesaggio. Neppure vuol dire seguire con indifferenza un ambientalismo fondamentalista e dogmatico dell’energia, così detta “pulita”, mentre vengono sottaciuti i reali impatti ambientali e paesaggistici di tali installazioni in aree naturali integre e da preservare.
Per gli impianti di energia rinnovabile abbiamo infatti già disponibili aree edificate come coperture di case, magazzini, centri commerciali, parcheggi e tante altre superfici che potrebbero essere ricoperte di pannelli fotovoltaici, senza consumare altro suolo e senza provocare danni all’ambiente e al paesaggio. I territori, anche quelli di confine, devono essere tutelati dalle speculazioni in atto che vengono alimentate da incentivi miliardari, puntualmente scaricati sulle bollette degli italiani.
Anche un'agevolazione rivolta verso le Comunità Energetiche rinnovabili, in particolar modo Solidali, rispettose di ambiente, natura e paesaggio, potrebbe determinare, con i distretti energetici controllati dalle amministrazioni e con i contributi statali dati a famiglie e imprese in difficoltà, un’accelerazione vera verso la transizione energetica!
Alcune immagini dei lavori per il progetto eolico Monte Giogo di Villore Corella che comportano consumo di suolo, deforestazione, cementificazione e impermeabilizzazione dei versanti e dei crinali, dissesto e degrado idrogeologico, aumento di inquinamento e CO2, l’aumento del surriscaldamento climatico per abbattimento degli agenti della mitigazione climatica, frammentazione e distruzione degli habitat protetti, compromissione delle reti idrografiche, devastazione della Sentieristica, fine del turismo escursionistico e lento, desertificazione e spopolamento della montagna, svalutazione delle economie locali, perdita di valore di immobili, terreni e attività. Non c’è più tempo, dobbiamo fermare il disastro ecologico.
FIRMATO: Italia Nostra sez. Firenze GR CAI Toscana Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV Altura - Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti – ODV Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano – Crinali liberi Movimento per la terra e la Comunità umana No Eolico Industriale Firenzuola Non una di meno - NUDM-Mugello