Ancora due importanti acquisizioni per la collezione ottocentesca della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti: il Ritratto detto dell’intendente Delanoy di François-Xavier Fabre e il busto marmoreo dello stesso Fabre scolpito da Emilio Santarelli.
Agli inizi degli anni Novanta del Settecento il granducato di Toscana offriva un pacifico rifugio per coloro che fuggivano dalla Francia in piena rivoluzione.
Tra questi il pittore neoclassico François-Xavier Fabre, di simpatie monarchiche, che giunse a Firenze nel 1793 dopo aver soggiornato a Roma come vincitore del famoso Prix de Rome.
Egli vi rimase fino agli anni Venti dell’Ottocento, stringendo rapporti d’amicizia con gli artisti e gli intellettuali che animavano l’illuminato granducato di Toscana, come l’Alfieri e la Contessa d’Albany, diventando a tutti gli effetti un fiorentino d’adozione.
E proprio a Firenze l’artista dipinse questo ritratto, firmato e datato 1809, nei primissimi tempi del regno della sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, che resse il granducato fino al 1813.
Se rimane ancora qualche dubbio che la tradizionale identificazione del giovane in uniforme con l’intendente Delanoy sia veramente attendibile, è indubitabile l’ambientazione: il personaggio è rappresentato in piedi su una terrazza della collina di Boboli, con vista sul centro cittadino e sulla cupola del Duomo, il campanile di Giotto e Orsanmichele.
I suoi interessi botanici sono sottolineati dal libro che regge nella mano sinistra, un volume del naturalista svedese Carl Nilsson Linnaeus, detto Linneo, mentre con la destra indica un vaso fiorito. L’alta qualità pittorica del ritratto consente di annoverarlo tra i migliori realizzati da Xavier Fabre, del quale gli Uffizi possiedono già quelli della famosa coppia romantica, Vittorio Alfieri e Luisa Stolberg, contessa d’Albany (1793).
Emilio Santarelli, autore del busto marmoreo di François-Xavier Fabre, effigiato con straordinaria eleganza neorinascimentale, era figlio dello scultore e ceroplasta Giovanni Antonio Santarelli, ma fu nominato erede universale dallo stesso Fabre, tanto da far ipotizzare che il pittore fosse in realtà suo padre naturale. Per il ruolo centrale che François-Xavier Fabre ebbe nel panorama culturale di Firenze dei primi anni venti dell’Ottocento, queste due acquisizioni costituiscono un importantissimo arricchimento per le raccolte della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti cui sono destinate.
Commenta il direttore uscente delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Sono particolarmente felice di concludere il mio secondo mandato da direttore delle Gallerie degli Uffizi con l’acquisto del busto di François-Xavier Fabre, scolpito da Emilio Santarelli, suo erede universale e forse anche suo figlio naturale; e dello straordinario ritratto dell’intendente Delanoy oppure di un altro personaggio di spicco, ancora misterioso, appassionato di botanica tanto da farsi ritrarre nel Giardino di Boboli, con il panorama di Firenze alle spalle. Esposto nel capoluogo toscano per alcuni mesi in una mostra una trentina d’anni fa, il quadro ora torna per sempre nel suo luogo d’origine, a testimoniare il ruolo fondamentale di Firenze nei rapporti internazionali per tutto il periodo lorenese”.
Uffizi, doppia nuova acquisizione per la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
‘Doppietta’ per il grande pittore neoclassico francese attivo a Firenze François-Xavier Fabre: entra il suo ritratto di Delanoy botanico nel Giardino di Boboli.
ven 22 dicembre 2023- 129