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Un convegno per ricordare Giuseppe Pagano, che fece dell'architettura un impegno sociale

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Un convegno per ricordare Giuseppe Pagano, che fece dell'architettura un impegno sociale Un convegno per ricordare Giuseppe Pagano, che fece dell'architettura un impegno sociale © n.c.
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Un architetto che viveva la sua professione come un impegno civile. Un fascista dapprima convinto, che poi decise di prendere le distanze dal regime e di unirsi alla Resistenza. Una delle tante vittime della “fabbricha della morte” nazista. E' la storia di Giuseppe Pagano Pogatschnig, architetto e urbanista tra i protagonisti del movimento modernista durante il Ventennio fascista, morto all'età di 49 anni nel campo di concentramento di Mauthausen, tre giorni prima della Liberazione dell'Italia e poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.

Sarà ricordato in un convegno titolato “Giuseppe Pagano Architetto”, che si terrà sabato 12 febbraio alle 9, presso l’auditorium del Centro d’Incontro in piazza Dante a Borgo San Lorenzo, organizzato dall’Ordine degli architetti di Firenze - Commissione territoriale del Mugello, dalla Fondazione Professione Architetto e dal Comune di Borgo San Lorenzo, nell’ambito delle iniziative dedicate al “Giorno della Memoria”.

Giuseppe Pagano fu infatti tra i principali protagonisti del rinnovamento in chiave moderna della cultura architettonica italiana negli anni Trenta, come architetto e urbanista, ma anche come teorico e intellettuale.

Nato in Istria e cresciuto in un clima irredentistico, aderì in un primo momento al nascente movimento fascista partecipando fra l’altro all’occupazione di Fiume guidata da D’Annunzio. Il suo distacco dal fascismo inizia nel 1941, al ritorno dalle campagne militari in Grecia e Albania in cui si era arruolato come volontario. Dopo la caduta di Mussolini prende contatti con la Resistenza, ma viene arrestato e imprigionato nel carcere di Brescia. Riesce ad evadere insieme agli altri 260 detenuti durante un bombardamento, ma è nuovamente catturato a Milano: viene torturato e poi internato nel campo di concentramento di Bolzano. In seguito lo deportano a Mauthausen e poi nel campo di Melch, dove subisce un pestaggio. Muore il 22 aprile '45 a seguito dei traumi riportati, dopo l'ennesimo trasferimento a Mauthausen.

Pagano, come professionista, fu fautore di un rinnovamento nell’architettura in senso funzionalista e razionalista, e quindi in aperta polemica col monumentalismo piacentiniano e con i Piani Regolatori “sventratori” delle città antiche. Le posizioni prese da Pagano si rivolgevano alle avanguardie internazionali del movimento moderno, pensando a un’architettura impegnata socialmente, rivolta ai bisogni crescenti imposti dall’industrializzazione. Tutta la sua attività riflette questa tensione verso l’idea di un servizio sociale e di una battaglia per il rinnovamento morale ed estetico delle città italiane.

Tra le sue opere si ricordano l'idroscalo di Pavia, villa Colli, Palazzo Gualino, l'Istituto di Fisica dell'Università “La Sapienza” a Roma e la scala elicoidale della Bocconi a Milano, realizzata insieme a Buzzi. Di lui rimangono anche molti mobili progettati in forme lineari semplici, in vista di una loro produzione seriale, e costruiti con materiali nuovi, economici e pratici per l'epoca (buxus, linoleum, tubo di acciaio, lamiera).

La sua eredità, intellettuale e professionale - riconoscono gli organizzatori -, è di inestimabile valore ancora oggi, per chiunque voglia interpretare l’architettura come impegno sociale oltre che come sfida progettuale ed estetica”.

Il convegno sarà aperto dal sindaco di Borgo Giovanni Bettarini, dal presidente dell’Ordine degli architetti di Firenze Mario Perini e dal presidente della Fondazione Professione Architetto Alessandro Jaff.

Numerosi sono gli interventi in programma:

Giuseppe Pagano: architettura come impegno civile” di Giuseppe Rinaldi, consigliere dell’Ordine degli architetti di Firenze; “La memoria di chi non ha fatto ritorno” di Alessio Ducci, presidente dell’Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati); e ancora, “Memorie di uno smemorato. 1939-1945” del prof. Roberto Maestro; “…prendiamo congedo dai nostri lettori…” del prof. Gianni Cavallina della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze; “Pagano e l’industrial design italiano fra le due guerre” della prof.ssa Maria Cristina Tonelli della Facoltà di Architettura e Facoltà del Design del Politecnico di Milano, ed infine, “Villa Colli: ‘I valori che durano nel tempo, l’amicizia fra i muri e gli abitatori’” di Rossana Cramarossa, coordinatrice della Commissione territoriale Mugello dell’Ordine degli Architetti di Firenze. Interverrà al convegno anche Renata Chiono, presidente della Fondazione Extensa Ratio. Modererà i lavori Alessandro Romolini, vice-coordinatore della Commissione territoriale Mugello dell’Ordine degli Architetti di Firenze.

 

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