Di seguito trovate (in versione integrale) le motivazioni della sentenza con cui lo scorso giugno il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado Lanciotto Ottaviani (amministratore delle società cui faceva capo la cava di Paterno; mentre sua figlia Tullia era già stata condannata con il rito abbreviato). Nella sentenza il giudice scrive e ribadisce che i due ‘realizzavano e gestivano una discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi e non pericolosi’: fanghi di conceria, scarti delle salamoie dell’industria chimica, fibrocemento, pneumatici e altro e i big bags con il ‘polverino 500 mesh’ proveniente dal taglio dei metalli della Med Link di Aulla.
Sarà comunque interessante (sotto trovate il link alla versione integrale della sentenza) mettere in luce alcuni aspetti. Intanto l'elenco di ciò che in cava era stato occultato (o accumulato):
- fanghi di conceria
- scarti delle salamoie prodotti dalla Solvay Chimica di Rosignano
- rifiuti da demolizione
- oltre cento pneumatici interrati a 9 metri di profondità
- duecento sacconi in plastica dal contenuto non identificabile (interrati)
- manufatti in fibrocemento
- i sacconi con il polverino 500 mesh (dai quali è emersa tutta la vicenda)
Da notare anche che in merito a questi ultimi il Giudice di Firenze ‘contesta’ quanto invece affermato dal Tribunale di Genova (che ha assolto Ottaviani), scrivendo che: ‘Quella sentenza poggia sull’assunto erroneo che il Polverino sia un sottoprodotto e non un rifiuto’.
In merito a questo aspetto si legge nella sentenza del Tribunale di Firenze:
'L'elevato costo di smaltimento fu la primaria preoccupazione del responsabile della srl medlink. Il quale, come emerge dalle intercettazioni telefoniche iniziate a novembre 2013, cercò di vendere illecitamente il mesh 500 attraverso i suoi collaboratori e fece predisporre al consulente di Esa studio una apposita scheda tecnica nella quale si propagandava il possibile impiego per costruzioni stradali calcestruzzo ecc. Falsità eclatante alla luce dell'autorizzazione alla rigenerazione dei prodotti finali del trattamento. Ebbene colui che per primo si offri di rilevare da medlink il Mash 500 fu proprio lanciotto Ottaviani
Intanto ricordiamo che il Comune di Vaglia ha affidato l'incarico per la progettazione della messa in sicurezza della ex cava (clicca qui per il nostro articolo). “Siamo stati costretti a sostituirci a chi ha realizzato la discarica - afferma l'assessore all'Amnbiente del Comune di Vaglia, Riccardo Impallomeni -. Tutto questo avrà un costo per i cittadini di Vaglia”.
Qui qui per scaricare la versione integrale della sentenza di primo grado del Tribunale di Firenze