"Una settimana fa sono morto. Una settimana fa sono stato riportato in vita". Così inizia il racconto sui social di Mirko Borselli, fotografo di 46 anni residente nel Comune di Scarperia e San Piero che la scorsa settimana è stato colpito da un infarto. Grazie alle cure immediate dei soccorritori del 118 e poi dei medici di Careggi, Mirko è riuscito a sopravvivere a questa durissima prova e ha voluto dedicarci qualche minuto per raccontare la sua esperienza un po' più da vicino.
"Ciao Mirko, innanzitutto come stai? Come ti senti dopo quello che è accaduto?"
Adesso sto già bene. Mi ci vorrà ancora un po' di tempo per recuperare appieno le energie, ma sono già attivo: esco, porto fuori il cane. Insomma, cerco di riprendere la vita di tutti i giorni. Certo, non faccio scatti e ripetute. Ma del resto, non li ho mai fatti neanche prima!
"Come hai vissuto i momenti iniziali e quale sensazione hai provato?"
Ad un certo punto ho iniziato a percepire come una forte oppressione al petto, che aumentava di intensità minuto dopo minuto. Così ho fatto chiamare il 118. I soccorsi sono intervenuti immediatamente, prendendomi tutta una serie di parametri vitali. Poi ho avuto l'infarto, sono andato in arresto cardiaco. È intervenuto l'elisoccorso, che in una manciata di minuti ha fatto si che fossi sotto i ferri seguito da un'équipe medica a Careggi.
"Hai usato un'espressione molto forte: "Sono nato due volte". Com'è stato sentirsi andare via, cos'è che ti è rimasto più impresso dopo tutto questo e come pensi possa condizionare il tuo futuro?"
Non voglio stare a raccontare delle streghe o dei fantasmi. È stata un'esperienza davvero molto forte. Ma posso dire che mi ha lasciato una grande serenità, una grande tranquillità interiore. Traete voi le vostre conclusioni. Visto che ho una seconda possibilità, cercherò di fare un po' meglio di prima, soprattutto proverò a smettere di fumare.
"Ti ringraziamo per la tua disponibilità Mirko e, da parte di tutta la Redazione, i più sinceri auguri per una pronta guarigione"
Grazie a voi e buon lavoro
Nel post sulla propria pagina Facebook, Mirko ha voluto esprimere tutta quanta la sua gratitudine e la più totale riconoscenza a tutto il personale medico - sanitario che lo ha assistito salvandogli la vita e che ha fatto sì che abbia potuto riabbracciare i propri cari.
"Voglio ringraziare pubblicamente - si legge - i miei angeli, angeli che vestono la divisa della Misericordia di Vaglia e, angeli che hanno avuto la prontezza e la professionalità per capire con cosa avevano a che fare (al defibrillatore c'era Andre Baroncelli), e che mi hanno riportato in vita… senza di loro non sarei qui a scrivere, grazie davvero. Un grazie grande grande al Dott. Roberto Panerai Automedica Mugello Mike 5. Un grazie grande come una casa anche all’equipaggio del Pegaso che dopo una manciata di minuti dall’evento di cui sopra ha fatto sì che fossi sotto i ferri seguito da un'équipe a Careggi. Un grazie ed un grande abbraccio a tutto il personale di Cardiologia a Careggi, siete dei giganti, davvero. Ringrazio inoltre la mia famiglia e tutti i miei amici che non mi hanno mollato un attimo. Grazie. Grazie. Grazie. Nato due volte: 22/12/1974 la prima, 8/10/2020 la seconda".
Traspare veramente nella parole di Mirko una serenità d'animo tale da indurci in riflessione. Spesso i ritmi della quotidianità ci impediscono di assaporare sino in fondo il piacere e il gusto di tante bellezze che possediamo per il "semplice" fatto di esistere. Un tramonto. Una giornata di riposo davanti al caminetto. Sono tanti, troppi, gli esempi che si potrebbero fare. Diceva Lev Tolstoj che "Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce". Forse è proprio in quei momenti più oscuri a cui faceva riferimento il celebre scrittore russo, quelli in cui la vita pare gettarci addosso sfide insormontabili e siamo costretti a fermarci, che comprendiamo il valore reale, interiore, delle cose.
Che il racconto di Mirko sia un invito a procedere con calma tra il frastuono e la fretta di tutti i giorni? Può essere. In ogni caso, esperienze come questa non possono che rafforzarci interiormente e ricordarci, ogni tanto, di essere felici. La vita è bella.