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La Memoria come patrimonio collettivo: Pelago, Pontassieve e Rufina elaborano un libro

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I Sindaci di Pontassieve Pelago e Rufina I Sindaci di Pontassieve Pelago e Rufina © Ok!Valdisieve
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Una pubblicazione per riscoprire la storia della Valdisieve e ancorare il futuro delle comunità del territorio ai valori di democrazia e solidarietà che affondano nella Resistenza. Questo il progetto che le tre Amministrazioni di Pontassieve, Pelago e Rufina hanno costruito con l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea, riconosciuto dalla Regione Toscana dal 2014 come il principale soggetto che rappresenta sul piano storico, culturale e civile l’eredità unitaria della Resistenza toscana e dunque l’interlocutore privilegiato per iniziative nel campo della storia contemporanea in generale e della memoria della Resistenza e delle stragi nazifasciste in particolare.

Obiettivo? quello di realizzare una pubblicazione che sia strumento di conoscenza e che custodisca la storia del territorio, uno dei cuori pulsanti della Resistenza e della Liberazione: “Il passaggio della guerra in Val di Sieve. Il conflitto, l’occupazione, la Resistenza”.

L’impegno delle tre Amministrazioni e dell’Istituto Storico è quello di dare, con un investimento importante, forma organica alle testimonianze, i lavori e le attività, gli impegni che le Amministrazioni e le Associazioni hanno portato avanti in questi anni, attraverso una pubblicazione con cui far conoscere uno snodo fondamentale per la nostra Storia e rendere omaggio a quanto è stato fatto fino a oggi, per non dimenticare. "Si tratta di un impegno – dicono i sindaci di Pelago Nicola Povoleri, di Pontassieve Monica Marini e di Rufina Vito Maida – che conta pochi eguali tra le Amministrazioni toscane e nazionali, e che ribadisce in modo incontrovertibile l'importanza della Memoria come valore che ispira l’azione quotidiana dei tre Comuni della Valdisieve. Valore che deve essere patrimonio anche delle future generazioni, che non potranno ascoltarlo dalla viva voce di chi l’ha vissuto”.

“Nel venire meno dei testimoni – dice Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea – è ancora più urgente approfondire queste pagine cruciali del nostro passato attraverso gli strumenti della ricerca storica che, studiando le fonti disponibili, può restituire la complessità del vissuto di uomini e donne fra guerra totale, occupazione nazista, Resistenza. Conoscere è essenziale per riflettere su noi stessi. Per questo investire su tale progetto è significativo e meritorio, tanto più in questo momento.”

Il progetto di ricerca racconta anche la rilevanza geopolitica che ebbe il nostro territorio, sulle cui montagne si trovavano la gran parte dei Partigiani che liberarono Firenze.

Confrontarsi con i dolori e le concrete sofferenze della guerra appare, infatti, obiettivo educativo essenziale in questo tempo presente, segnato drammaticamente da nuovi conflitti e dalle loro drammatiche conseguenze sui civili. “È un’occasione – concludono i tre sindaci – per la riscoperta delle memorie e delle radici della comunità, ma anche di riflessione sull’essenza della cittadinanza democratica, radicata nelle scelte e nei valori della Resistenza. La conoscenza storica diviene strumento ancora più essenziale per stimolare riflessioni sui principi fondamentali della nostra Democrazia”.

Obiettivi dichiarati della ricerca sono una ricognizione sistematica e approfondita della documentazione; un censimento della memorialistica esistente; la raccolta di documentazione di carattere familiare e le ultime eventuali testimonianze orali, tra cui quelle del nostro Natale Benvenuti, “Partigiano Stoppa”, uno dei pochi partigiani ancora in vita sul territorio fiorentino, dalla cui voce generazioni di ragazze e ragazzi hanno potuto conoscere il significato più profondo della Lotta di Liberazione e il dramma delle stragi nazifasciste, consumate anche in queste colline alla Pievecchia, a Berceto, Podernovo e Lagacciolo.

Per questo verrà lanciato nel mese di marzo un grande appello alla cittadinanza, una sorta di “chiamata a raccolta della popolazione” affinché possa mettere a disposizione eventuali documenti, memorie, ricordi, fotografie del periodo bellico, non solo per arricchire il patrimonio documentario, ma anche per far capire quanto quella Storia sia patrimonio collettivo.

Sulla base degli esiti del lavoro di ricerca, sarà redatta una pubblicazione che uscirà a fine del 2023 che possa costituire la base di successive attività didattiche, di public history, di riflessione e confronto culturale per tutti i cittadini e le cittadine della Valdisieve.

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