Decisamente una popolazione giovane, dinamica, volitiva, che avrà un futuro. Famiglie solide, tanti bambini, mamme giovanissime e belle. Ad Irpin, poco prima di Bucha e come a Bucha, la vita ha ripreso il suo corso. È passato poco più di un anno da quando gli orchi avevano devastato le due cittadine vicino a Kyiv occupandole per tre mesi nei quali sono state trucidate centinaia di civili.
I segni restano, i colpi dei cannoni che hanno divelto i palazzi e le case rimangono evidenti, mentre vengono ricostruite abitazioni e strade. Accanto a ciò che è morto, bruciato, germoglia di nuovo qualcosa, qualcosa di nuovo, immerso nel verde delle querce e degli aghifogli, che amplificano il respiro. È una delle zone più prestigiose dove vivere. Qui abitano anche musicisti, scrittori, attori e calciatori, tra la gente comune che curano le strade e i parchi come in casa loro.
È tutto molto ordinato, preciso. Urlano solo i palazzi bruciati, anneriti dalle fiamme, ma pare che lo facciano soffocando il loro grido: tutto il cantiere cittadino pensa a curare le sue ferite con ostinato e sereno silenzio. Qui mi si mostra un gran popolo, extracomunitario, che pensa al suo futuro e non vuole andare né con la cosiddetta russia, né fare il clandestino in Italia e nell’UE.
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Pensa, invece, di parteciparvi attivamente da casa loro, libera e indipendente dal passato.
Le scritte delle pubblicità sono in ucraino, così come le segnaletiche, con al massimo le traduzioni in inglese. Tutti, ora parlano l’ucraino, non sono più russofoni. Lo parlavano anche prima della guerra ma fino ad allora, trecento anni di soverchiante dominio ha imposto e provato a cancellare una delle più antiche lingue d’Europa.
In particolare fu durante il periodo della rivoluzione bolscevica e l’instaurazione del comunismo, che l’Ucraina dal 1921 ha subito la più intensa e cruenta cancellazione della propria lingua nata circa mille anni prima dell’artefatto “russo”.
Sta rinascendo un popolo, oggi, nelle sicure culle delle giovani famiglie, e questo, da solo piacere e gioia.