Fotografo professionista, con tanti anni di esperienza a tutto tondo, in una disciplina in continua evoluzione, Francesco non si è mai tirato indietro di fronte all’incalzare della nuova tecnologia digitale e multimediale. Così, nel tempo, è passato dalla fotomeccanica, dalle pellicole pancromatiche, dallo sviluppo dei negativi e dalla stampa analogica al mondo dei pixels e delle schede di memoria.
Il suo lavoro, in senso lato, lo vede interprete di una fotografia d’autore che spazia dai paesaggi ai ritratti, dalla quotidianità alle opere d’arte. Scatto dopo scatto, immagine dopo immagine, dal turbinio dei colori alla veracità del bianco e nero, Francesco, riesce a far parlare le sue istantanee. Come nel caso dell’ormai famoso fotoreportage dalla “Cava di Pissy”, in Burkina Faso - fra l’altro già ospitato anche negli spazi museali dell’Ospedale degli Innocenti, a Firenze - dove i volti di quei bambini e di quelle donne, sfruttati in un lavoro massacrante, generano sincera emozione.
E poi anche in Costa D’Avorio e in Togo. Da queste sue escursioni africane, maturate nell’ambito dell’attività missionaria di Assomis (Associazione Solidarietà Missionaria Onlus di Borgo San Lorenzo), a sostegno delle iniziative di padre Pasquale Poggiali, sacerdote della Congregazione di Don Orione, prende forma questa esposizione con una selezione di ritratti, di sguardi.
Galleria fotografica
Ma Francesco è anche generoso, volitivo, propositivo. Soprattutto, e non a caso, è uno dei volontari impegnati nella promozione turistica del complesso francescano di Bosco ai Frati. Ormai da oltre sette anni lo frequenta e si mette a disposizione nell’accompagnare i visitatori e per allestire gli eventi che ne amplificano la visibilità. Sicché, da quella sua esperienza in terra di missioni, insieme all’impegno verso il luogo sede dell’evento, è scaturita l’idea di realizzare la mostra che, siamo sicuri, si farà apprezzare per la tecnica fotografica, di un professionista del pixel, e, appunto, per il realismo di quelle immagini, di quei volti d’Africa.
Come nasce l’idea di questa mostra?
Nasce da una ricerca fatta fra le tante foto scattate nei viaggi che ho fatto in Africa, dove ho raccontato le donne e i bambini della cava di Pissy in Burkina Faso, le scuole in Togo, i momenti in Costa d’Avorio dove l’Associazione ASSOMIS onlus realizza i suoi progetti: scuole, ospedali, centri di accoglienza e presidi di prima assistenza.
Rivedendo questi volti di bambini e bambine, insieme spesso con vecchi o con le loro mamme, ho voluto dare un “volto da raccontare”...
Raccontare guardando negli occhi chi forse non avrà neanche un futuro, tra malattie, carestie e guerre, molti di loro forse non ce la faranno. Nonostante la situazione in cui vivono, ti trasmettono tranquillità e ti fanno capire che questo è il suo mondo. Sono felici di un piccolo gesto, di una caramella o di giocarci insieme. Capisci che i bambini sono uguali in tutto il mondo.
Questo progetto dove speri ti possa portare in un futuro?
Mi piacerebbe che potesse diventare un messaggio per tutti coloro che vedono gli africani come “invasori”. Vorrei che tante persone capissero le difficoltà di questi popoli, poter dare un aiuto concreto per far si che queste popolazioni possano vivere meglio nei loro territori.
Perché la fotografia è così importante per te?
Perché riesco ad esprimere le mie emozioni e in questo caso, ritengo che con la fotografia si possa far vedere quali siano le differenze tra i popoli, portare a conoscenza la sofferenza e la bellezza, la gioia e il dolore che tutti conosciamo ma a volte ci giriamo dall’altra parte.
Due parole sull'associazione ASSOMIS IN AFRICA - L’Associazione è presente in Africa:
Costa d’Avorio, Burkina Faso, Togo Il motto è aiutiamoli a casa loro: “noi lo facciamo già”-. Aiutare la popolazione nella loro terra, affinché essi stessi diventino forza di sviluppo per il loro paese. A questo fine gli impegni dell’Assomis sono, la raccolta di adesioni economiche tramite bonifico bancario per poter iscrivere a scuola bambini e bambine che non possono accedere per problemi economici da parte delle famiglie. Progetti per la realizzazione di scuole, ospedali, aiuti concreti, da parte di volontari che portano il loro sapere e danno il loro aiuto e la loro solidarietà.
L’Africa il più antico dei continenti, la culla dell’umanità, il continente più ricco di materie prime, sta uscendo da una arretratezza culturale economica e tecnica, e necessita della solidarietà di persone di buana volontà.
I missionari e i volontari, sono un segno ben accolto, di questo sforzo per avanzare verso un benessere che questa gente ancora non conosce.
Nella galleria fotografica, alcune foto della mostra
Un ringraziamento particolare a Gianni Frilli e Francesco Noferini