
L’annunciato workshop dell’Università Israeliana di Tel Aviv a Firenze, dedicato al tema "Come affrontare l’antisemitismo e creare la resilienza", ha sollevato un’ondata di polemiche e indignazione tra studenti, accademici e attivisti per i diritti dei palestinesi. Al centro delle critiche, la presenza tra i relatori di ufficiali dell’esercito israeliano e di professionisti legati al Ministero della Difesa di Israele, un paese i cui vertici, secondo i manifestanti, sono sotto accusa per crimini contro l’umanità.
L'associazione Firenze per la Palestina ha espresso ferma opposizione all’evento, accusando lo Stato di Israele di aver aumentato la spesa per la propria propaganda all'estero invece di rispondere alle accuse di violazioni dei diritti umani. Gli attivisti denunciano inoltre l’uso del termine antisemitismo per screditare ogni forma di contestazione politica verso Israele, ricordando come tale accusa sia stata rivolta persino a ebrei dissidenti critici nei confronti delle politiche del governo israeliano.
L’associazione ha ribadito il proprio sostegno alle azioni di protesta annunciate dal mondo universitario e studentesco, chiedendo all’Università di Firenze di interrompere ogni collaborazione con gli atenei israeliani, in conformità con le recenti decisioni della Corte Internazionale di Giustizia. In segno di protesta, è stato annunciato un presidio per lunedì 3 febbraio alle ore 8:30 in via de’ Benci, al quale è stata invitata a partecipare tutta la cittadinanza.
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Firenze per la Palestina è una rete di associazioni che da più di dieci anni denuncia l'illegalità dell'occupazione israeliana, l'apartheid e le violazioni dei diritti fondamentali della popolazione palestinese. Ne fanno storicamente parte, tra gli altri, l'Associazione di Amicizia Italo Palestinese, Assopace Palestina, il Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos, il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud e i CARC, insieme ad esponenti della Comunità Palestinese fiorentina. Nell'ultimo anno hanno partecipato alle attività di Firenze per la Palestina anche altri gruppi e singoli che si sono uniti nel denunciare i crimini di guerra di Israele, la pulizia etnica e il genocidio. Tra questi il Comitato No Comando NATO e Sanitari per Gaza.