
Dice Silvia Noferi l'8 marzo: «Basta con le mimose, con gli auguri, con le feste. Noi vogliamo adesso un cambiamento culturale profondo, concreto». Chi è Silvia Noferi? Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale (a Firenze). Pubblichiamo la nota per la stampa diffusa questa mattina con le considerazioni della consigliera sulla ricorrenza, proprio mentre per le strade città cominciava (ed è tuttora in corso) la mobilitazione generale femminista «Lotto marzo – non una di meno», che ha lo scopo di animare - da Piazza SS. Annunziata e in coincidenza con 55 paesi - la protesta contro l’obiezione di coscienza sull’aborto, la violenza sulle donne e la precarietà di «genere» nel mondo del lavoro. Sotto il testo per esteso.
«A chi mi chiede un comunicato per l’8 marzo rispondo: “Noi siamo diversi, siamo del M5S”. La vuota retorica che si sfoggia in Italia per le usurate commemorazioni, fra cui, ahimé, questa della festa della donna, ha veramente stancato. Oggi le donne e gli uomini che vorrebbero una società senza violenza e discriminazioni devono combattere una doppia battaglia: una contro chi queste cose non le ha mai volute e l’altra contro chi si accontenta di frasi, foto e auguri rituali. La vecchia sinistra che ha creato questi rituali è stata incapace di produrre un cambiamento culturale e lo dimostrano i dati ISTAT sulla violenza sulle donne. Non è cambiato nulla se non in peggio. Le donne vittime di violenza sono un numero spaventoso. Le donne che non riescono ad avere pari opportunità nel mondo del lavoro sono la maggior parte. E allora basta! Basta con le mimose, con gli auguri, con le feste. Basta con il sacrificio delle parole cambiate al femminile: sindaca, assessora, ministra, medica… che non servono a nulla; effetto placebo di battaglie ridicole i cui effetti forse si conteranno in secoli. Noi vogliamo adesso un cambiamento culturale profondo, concreto. Vogliamo un Ministero per le Pari Opportunità che si occupi di educare al rispetto delle donne, dei sentimenti, che insegni i ragazzi a decodificare le immagini denigratorie dell’universo femminile che compaiono ovunque, dai giornali, al web alla pubblicità. Bisogna cominciare dalle scuole, istituire una materia specifica su questi temi così profondamente radicati nella massa ignorante e acritica del popolino. Noi vogliamo rispetto e dignità per tutti gli esseri umani a cominciare dalle donne. Tutti i giorni, non solo l’otto marzo».