Con i suoi quattro metri e dieci centimetri di altezza per cinque tonnellate di peso il David di Michelangelo è uno dei massimi capolavori di scultura di tutti i tempi, e come tutti i capolavori ha la sua storia da raccontare.
Nel luglio del 1501 Michelangelo Buonarroti fu chiamato a Firenze dal Gonfaloniere Pier Soderini per scolpire una statua di proporzioni grandiose, un David.
Il marmo di Carrara per la sua realizzazione era nel cortile dell’Opera del Duomo e già scultori del calibro di Agostino di Duccio e Antonio Rossellino avevano abbandonato l'impresa a causa delle tante imperfezioni del blocco.
Michelangelo, che allora aveva solo 26 anni ma era già famoso per aver realizzato la Pietà che oggi ammiriamo in San Pietro, accettò la sfida e in tre anni, dal 1501 al 1504, lavorò incessantemente.
Decise di rappresentare David nel momento della massima concentrazione, poco prima di affrontare Golia.
Una posa altamente simbolica: l'opera fu pensata come simbolo della Repubblica fiorentina che, sottrattasi da poco al giogo mediceo, era desiderosa di proporre un’idea valente di quei principi di rinnovamento su cui si fondava; e David era la metafora perfetta della vittoria del giusto sulla tirannide del più forte.
Terminata l’opera, questa fu presentata alla committenza che rimase stupita di fronte al capolavoro compiuto da Michelangelo: quel blocco di marmo “indomabile” si era fatto infine plasmare.
Dopo un lungo dibattito, fu scelto per il David di Michelangelo una collocazione di assoluto prestigio, sull’Arengario di Palazzo Vecchio.
Il 14 maggio del 1504 la possente statua giunse in piazza dopo un faticoso e rocambolesco trasporto attraverso le vie della città e venne inaugurata il successivo 8 settembre.
Nell’originaria collocazione rimase fino al luglio del 1873, quando si decise di spostare l’opera all’interno della Galleria dell'Accademia dove si trova tuttora, per evitare che gli agenti atmosferici potessero ulteriormente danneggiarla.
Oggi in Piazza della Signoria ne rimane una copia.