In pieno agosto scoppia la polemica per la notizia apparsa sulla stampa che all'interno di Palazzo Bargellini ci sarebbero dei locali affitati a uso turistico, Un imbarazzo per la sindaca Sara Funaro che non passa inosservata.
" È di oggi la notizia uscita sulla stampa che dentro palazzo Bargellini vi sarebbe un alloggio turistico gestito da un parente del sindaco. Ricordiamo benissimo gli appelli del capogruppo del Pd e del presidente del Consiglio comunale comunale ad astenersi dalla votazione della variante urbanistica sugli affitti brevi in centro storico in caso di potenziale conflitto di interesse. Un nostro consigliere, infatti, non vi ha partecipato. Perché Funaro sì? E in ogni caso, al netto della diatriba giuridica, non c’è comunque un tema di opportunità?"
Così attaccano Angela Sirello, Matteo Chelli Alessandro Draghi (consiglieri comunali di FdI) e Jacopo Cellai (Coordinatore cittadino FdI)
"Il provvedimento sostenuto a gran voce dal sindaco (e prima ancora dal suo predecessore) introduce, infatti, un sostanziale contingentamento all’iniziativa economica privata, vietando l’avvio di nuove locazioni turistiche e strutture extralberghiere con le caratteristiche della civile abitazione in area Unesco, che indubbiamente risulta vantaggioso per tutti gli operatori già sul mercato alla data del 30/07/2024, in quanto potranno ora beneficiare di un intervento pubblico limitativo della concorrenza.
È doveroso che venga fatta piena luce sulla vicenda. Per questo, presenteremo un’interrogazione alla Giunta e faremo tutti gli approfondimenti necessari. Firenze non può permettersi scivoloni simili."
Sul tema intervengono anche Eike Schmidt, Paolo Bambagioni e Massimo Sabatini, Consiglieri della Lista Civica Eike Schmidt
“Apprendiamo da un articolo su “La Nazione”, che un parente prossimo della Sindaca gestisce, ai fini di attività turistica di locazione temporanea, almeno un appartamento di pregio nello storico palazzo Bargellini vicino a Piazza Santa Croce, dove la stessa Funaro abita.
Ma a che uso sono adibite le altre unità nel palazzo di famiglia della sindaca? Quanti appartamenti vengono locati per affitti brevi dai suoi parenti?
Il voto espresso dalla Sindaca e dal PD qualche giorno fa in relazione alla delibera sugli affitti brevi, promulgata con grande fretta e urgenza, è stato davvero libero da condizionamenti e da conflitti di interesse? Queste domande si pongono non solo per la Sindaca, ma anche per tutti i membri della sua Giunta.
La notizia di oggi insinua il dubbio anche in relazione alla precedente delibera - sempre sugli affitti brevi - votata nella consiliatura 2019-2024, dato che entrambi gli atti condonano chi è attivo nel settore ma barrano la possibilità a chi ci volesse entrare in futuro, creando forte sperequazione tra i proprietari degli immobili. Nardella, Funaro e gli altri membri dell’allora Giunta avevano interessi da proteggere?
Ci aspettiamo che per trasparenza e onestà verso i cittadini la Sindaca e tutti i protagonisti della delibera facciano piena chiarezza sugli immobili dati in affitti brevi dai loro parenti. Insisteremo fino a quando non ci verranno date delle risposte.
Per noi chi ha uno o due appartamenti deve poter decidere come impiegare la propria risorsa immobiliare. Viceversa, chi ne possiede svariati e li affitta per professione dovrebbe essere sottoposto agli stessi vincoli e tassazioni in vigore per gli albergatori”.
“È incredibile vedere come il centrodestra si attacchi a degli inesistenti conflitti di interesse invece di sostenere una battaglia che è fatta per tutelare Firenze e i fiorentini. I fatti sono chiari e semplici: la sindaca Funaro non ha nulla a che vedere con l’attività economia svolta dai suoi parenti e quindi non ci può neppure essere nessun conflitto di interesse”.
Lo afferma il capogruppo Pd Luca Milani, replicando ai consiglieri FdI Angela Sirello, Matteo Chelli, Alessandro Draghi, al coordinatore cittadino FdI Jacopo Cellai e ai consiglieri della Lista Civica Eike Schmidt Eike Schmidt, Paolo Bambagioni e Massimo Sabatini.
“Il contesto normativo di riferimento è il Tuel - il cui articolo 78 è stato interpretato più volte dalla giurisprudenza affermando il principio secondo il quale l’obbligo di astensione nasce solo quando c’è un collegamento immediato e diretto tra il contenuto della delibera che si discute e si vota e specifici interessi di chi partecipa alla discussione e votazione”. “Nonostante l’indifferenza del governo – afferma Milani –, l’amministrazione comunale ha deciso di usare tutti gli strumenti che ha a disposizione per mettere un freno a un fenomeno che rischia, se non disciplinato, di mettere in serio pericolo l’identità della nostra città. Di fronte a questo, il centrodestra pensa solo a fare una polemica strumentale e scorretta tirando in ballo un inesistente conflitto di interesse della sindaca Funaro perché è un provvedimento normativo a carattere generale, che non riguarda specifici interessi diretti di congiunti della sindaca. Dispiace che il centrodestra fiorentino perda tempo in attacchi personali e fuorvianti invece di parlare degli interessi della città”.