Nelle prime ore di Martedì 17 gennaio un branco di lupi hanno effettuato un attacco all'interno di una azienda posta nel Comune di Scarperia e San Piero sbranando due pecore e un agnello da poco partorito. La particolarità di questo attacco, ci conferma l'allevatore, è che i lupi (oltre 4 esemplari) non hanno avuto paura di arrivare fino alla porta del loggiato dell'abitazione (come dimostra la foto in apertura) per rincorrere le prede. E' lo stesso allevatore che ci racconta come si sono svolti i fatti:
"Erano circa le tre di notte, quando mia moglie ha sentito abbaiare il cane e forti rumori provenire dalle stalle. Senza svegliarmi (la notizia per non farmi star male, me l’ha data solo alle 11 del mattino) ha effettuato una prima perlustrazione verso le stalle degli animali e successivamente non trovando più animali presenti e al contempo i cancelli del paddok divelti ha capito cosa fosse successo e si messa a cercare nel buio gli animali. Intorno alle 4,30 circa, realizzato lo strazio che oltre alle pecore adulte vedeva la testa mozzata di un agnello mentre la madre era sovrapparto. Nel rientrare in casa, nel buio più completo illuminato solo dalla torcia, si è resa conto di essere circondata dai Lupi a poca distanza da lei e dall'abitazione in attesa di completare il loro pasto notturno, la luce della torcia rifletteva con le 4 pupille dei Lupi. Purtroppo alle prime luci del giorno ci siamo resi conto della gravita di questo attacco non solo per gli animali uccisi".
Infatti l'allevatore sottolinea come questo attacco sia diverso da tutti i precedenti subiti, e del salto di pericolosità dello stesso effettuato da questi predatori. L'azienda in questione, che vuole rimanere anonima, è un'azienda a regime biologico, quindi con interesse al benessere animale, è dotata di cane da guardiania, grande esemplare di pastore abruzzese sempre incollato agli animali. Nonostante questo i lupi hanno sferrato un attacco molto particolare come ci racconta nuovamente l'allevatore:
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"La mia stalla è a norma per il benessere animale, pertanto è areata ed ha delle aperture proprio per la circolazione dell'aria affinché gli animali non subiscano le problematiche della cattività. Progetto approvato negli anni 90 dalla comunità Montana quando però non esistevano i Lupi almeno qui nel Mugello. Ebbene nonostante le paratie anti-intrusione, questo branco di predatori o qualcuno di loro è riuscito a scavalcare la paratie, entrare nel paddock e avventarsi sugli animali in stalla. Le pecore sono riuscite a scappare arrivando a pochi metri dall'abitazione, una in particolare stava partorendo e il lupo l'ha uccisa e ha decapitato l'agnello con un morso davanti alla vetrata di casa."
L'allevatore è molto deluso e ci conferma che oramai non ha più la forza e la voglia di continuare il suo allevamento. Il suo gregge contava nel 2005 oltre 130 pecore e 15 capre alpine camosciate (una razza pregiata), ma attacco dopo attacco si è ridotto a solo 5 animali superstiti. Ci ricorda il primo attacco subito nel 2007 dove furono uccisi 17 animali di cui due sbranate le altre 15 “solo vampirizzate”, tra cui le prime vittime proprio le capre alpine camosciate. Dopodiché si sono susseguiti un'altra serie di aggressioni sia di lupi oltre alle "normali" devastazioni di cinghiali sui recinti elettrici in fuga da battute di caccia, che danno dopo danno lasciano una grande amarezza sopratutto per la mancata attenzione a questo genere di problema da parte di chi potrebbe fare di più. Eppure gli ovi-caprini erano un preziosissimo presidio dei territori marginali. Pensiamo solo alle fascie pascolate che rappresentavano linea di stop agli incendi.
L'allevatore tiene a specificare che i "Lupi" e i predatori in genere, fanno quello che la natura gli ha insegnato, pertanto non c'è da colpevolizzarli affatto. Sono le istituzioni in collaborazione con tutti gli operatori agricoli che devono attuare quelle norme e azioni di convivenza con questi problemi. Ricordando che l’Italia è un Paese fortemente antropizzato è giusto salvaguardare l'esistenza dei lupi, ma dobbiamo considerare che gli stessi, forse, si sono evoluti nella ricerca di cibo e dobbiamo stare attenti a dare per scontato che non aggrediscono l'uomo. Certamente quando finiranno le prede non si ciberanno di radicchio. Il Biologo Luigi Botani, massimo esperto di Lupi, intervistato pochissimi giorni fa a GEO su RAI 3 affermava che il Lupo in passato, sino al 1700, non aveva molta paura e aggrediva l’uomo, poi ha iniziato ad avere paura perché l’uomo era in grado di difendersi. Sarebbe bello tornare all’era del buon senso dove l’orologio della vita girava per il giusto verso, certamente con meno fanatismi e più a misura d'uomo, auspicando per questo non si debba arrivare all’irreparabile. Speriamo bene!
Ecco il video dove si vede i predatori scorrazzare di fronte all'abitazione dell'azienda
Eleonora d’arborea
Poca differenza per gli agnelli (quando non sono in padella) o per le pecore (quando non sono in umido). Almeno il lupo uccide per fame, l’uomo per profitto.
Saverio Zeni
Gentile Luca, deve tenere presente che stiamo parlando di una azienda agricola regolare, i quali proprietari sono professionisti, per cui il veterinario e le classiche regole da seguire in questi casi sono sottointesi, ovvero sono state le prime cose effettuate con tanto di analisi e prelievi del caso. Per quanto riguarda i ricoveri e altre protezioni anti-predatori (forse non ha letto correttamente l'articolo), sono state superate, in modo inconsueto, ovvero sono riusciti a saltare all'interno superando le recinzioni previste per il caso. Mentre per la sua affermazione della "fiera dell'ingenuità" rimane, appunto, una sua affermazione che non trova credito in tale notizia.
Luca Bartolucci
Scusi Zeni, mi spiego meglio. I lupi sono stanziali nei nostri territori da almeno 30 anni e tutti gli allevatori lo sanno. Possibile che questi non abbiano ancora capito come devono proteggersi? Un solo cane da difesa è assolutamente insufficiente per un gregge, lo sanno anche gli sprovveduti ed i ricoveri devono essere a prova di ladro. Ma dato che dall'articolo trapela una situazione insostenibile, perchè non fate parlare le persone competenti, che devono affrontarla di mestiere, invece che "sbattere le budella in prima pagina"? Secondo Lei, con questo modo di fare notizia, che effetto si ottiene? Semplice, una parte dei lettori potrà cominciare legittimamente a pensare che l'unica soluzione sia la carabina. Anche in passato il contenimento numerico non ha funzionato, tanto è vero che si è proceduto alla "eradicazione". Vogliamo riproporre questa soluzione? Grazie
Pierluigi Febo
Sono d'accordo in pieno, il comportamento di chi vive e lavora in una realtà finalmente sulla via di tornare naturale e normale, deve essere altrettanto finalmente adeguato ed informato! Una cosa per esempio è l' uso di cani pastori maremmano - abruzzesi. I pastori abruzzesi (gli umani...) appunto, da tempi immemorabil abituati a convivere con il lupo ed a far convivere il loro gregge con il predatore, avavano una muta di 4 o 5 cani, con larghi collari irti di punte, a difesa del gregge e la predazione era limitatissima! Ovviamente dovevano anche prestare attenzione al fine di evitare che i cani stessi si trasformassro in predatori, considerando l'indole dei maremmani! Insomma è necessario uscire dall' ignoranza (in senso buono) e far proprie, con umiltà, le esperienze plurisecolari di altri!
Luca Bartolucci
Domanda: sul luogo del fatto è stato convocato un veterinario o altra persona competente? E' stato fatto un prelievo di saliva per l'analisi del DNA? Pare che la "decapitazione" non sia una usuale modalità di attacco da parte di lupi. Per contro, in zona, ci sono mai cani vaganti? Certamente, i lupi li abbiamo da almeno trent'anni, gli allevatori lo sanno bene, e bisogna attrezzarsi di conseguenza con ricoveri fatti a modo. E certamente non è buona cosa uscire all'esterno in piena notte disarmati, magari in ciabatte... mi pare che siamo alla "fiera dell'ingenuità".