
Ricordate che all'inizio di aprile uscì la notizia secondo la quale l' autodromo del Mugello era stato condannato per il troppo rumore? E che la condanna prevedeva un rimborso in favore di una struttura ricettiva (Il Bed & Breakfast Villa Savelli) che si trova proprio accanto al suo ingresso e che conta su flussi turistici e presenze proprio grazie all'autodromo? La sentenza face nascere parecchie polemiche e anche OK!Mugello gli dedicò un'editoriale (che trovate riproposto più avanti). Ora su La Nazione dei giorni scorsi esce la notizia che il titolare della struttura (Nicola Giacobbe), giudicando troppo esiguo l'indennizzo, avrebbe addirittura annunciato di fare ricorso per chiedere un indennizzo più alto. Ecco quanto abbiamo scritto all'inizio di aprile:
La notizia è rimbalzata su quasi tutti i media nei giorni scorsi. I giudici del Tribunale di Firenze hanno condannato la struttura sportiva mugellana a versare un indennizzo ai proprietari di una villa, adibita in parte a bed&breakfast, che si affaccia sulla pista. Il motivo? Il rumore e il rombo dei motori, nei giorni della gare, sarebbe ‘intollerabile’. E si pone così fine, come si legge su La Nazione, a un braccio di ferro che dura da diversi anni tra i responsabili della pista e i proprietari della villa. Di più, si riconosce anche che si tratta del primo caso in Italia nel quale si riconosce un equo indennizzo per questo tipo di danno. Un rumore che, seppure limitato a 28 giorni l’anno, impedirebbe ai residenti di svolgere le normali attività (anche elencate nella sentenza) come fare giardinaggio, leggere un quotidiano o studiare per l’università. Perché allora ho scritto che si tratta di una vicenda italiana? Perché a mio avviso, come riconosciuto in parte anche dal giudice, è una situazione paradossale. Gli abitanti della villa in questione, infatti: secondo quanto si legge sui giornali avrebbero acquistato la casa quando già era presente e attivo l’autodromo traggono un vantaggio diretto dalle attività della struttura, in quanto proprio in virtù di queste avrebbero realizzato la struttura di Bed & Breakfast, che ospita in occasione delle gare e del motomondiale tifosi e appassionati. Non si tratta, quindi, di una decisione che riconosce un disagio per i mugellani; ma solo per una famiglia, che tra l’altro ‘lavora’ con l’autodromo. Famiglia i cui membri riceveranno cinquemila euro a testa per ogni anno di vita dell’autodromo. Ecco, a me questa sembra la cosa paradossale: se una persona acquista una villa accanto a un autodromo può aspettarsi che questo sia silenzioso? Se poi decide di trasformare questa vicinanza in una fonte di reddito economico è giusto che poi possa fare causa all’autodromo per il rumore delle gare? Le stesse gare grazie alle quali arrivano gli ospiti? Non voglio, ci mancherebbe, criticare una sentenza del Tribunale. Solo mi pare si tratti appunto di una vicenda tipicamente italiana. Tanto che lo stesso giudice avrebbe ridotto gli indennizzi considerando che già i ricorrenti traggono un vantaggio dall’attività dell’autodromo. Un po’, insomma, come se l’albergo di una sala concerti le facesse causa per il troppo rumore….