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Autonomia Regionale differenziata: la memoria corta del PD borghigiano - La riflessione di un nostro lettore

Dal 2003 al 2018 lo stesso interveniva così nella discussione collegata alla comunicazione della giunta regionale in merito alle Proposte...

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Claudio Ticci Claudio Ticci © NN
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Claudio Ticci critica la recente perdita di entusiasmo del Partito Democratico (PD) per il "regionalismo differenziato" in Toscana, un progetto che la regione aveva promosso sin dal 2003 sotto la guida della sinistra. Ticci ricorda come il PD abbia storicamente sostenuto il decentramento amministrativo, citando le dichiarazioni di Leonardo Marras nel 2018, che rivendicava l'iniziativa della Toscana in questo ambito. A seguire la riflessione condivisa da Ticci:

"Perché la prima della classe a proporre autonomia differenziata nel lontano 2003 fu la (sinistra) Toscana. Tra il 2000 e 2005 in  Consiglio Regionale della Toscana venne fuori nell'allora Commissione Statuto il problema del trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni. 

Eppure in molti ricordiamo il fervore con cui gli esponenti dell’allora PD-S peroravano la causa dell’allargamento della potestà regionale. Per capire l’enfasi che il PD-S metteva in questa rivoluzione politica è sufficiente riprendere l'intervista rilasciata il 17 Luglio 2018 dal Capogruppo in Regione del PD, Leonardo Marras, con cui rivendicava con orgoglio la primogenitura della questione:

-La Toscana è stata la prima regione ad applicare in modo robusto il decentramento amministrativo secondo il principio di sussidiarietà e la prima ad avanzare al governo (nel 2003) la richiesta di nuovi poteri..Perché su queste materie siamo la locomotiva d’Italia, abbiamo gli strumenti, le risorse e le competenze per agire in proprio e perché saremmo in grado di offrire soluzioni più avanzate e specifiche oltre che di semplificare. Su questi temi ma non solo: penso al governo del territorio, alla formazione, alla sanità, alla tutela del lavoro, all’ambiente-.

Poi si persevera e si rilancia nel 2018.

Dal 2003 al 2018 lo stesso interveniva così nella discussione collegata alla comunicazione della giunta regionale in merito alle Proposte di regionalismo differenziato per la Regione Toscana:

- Oggi la Regione ci riprova e ci riprova su nostra iniziativa. Nella seduta di oggi facciamo un passo avanti: discutendo la comunicazione con cui la giunta regionale ha presentato all’aula la proposta di regionalismo differenziato per la Toscana e approvando la risoluzione del PD con cui chiediamo alla Giunta di proseguire nell’azione nel percorso intrapreso.

A noi non interessa un regionalismo senza distinzioni, ma vogliamo farci carico di quelle materie in cui siamo particolarmente competenti, spesso modelli positivi per molte altre regioni - . 

Poi nel 2024 una strana perdita di memoria.

Che fine ha fatto il perseverante entusiasmo istituzionale che la Regione Toscana, forte della sua granitica maggioranza a trazione PD, ha manifestato in tutti questi anni, di fatto un ventennio, per il “regionalismo differenziato”?

La risposta migliore è spesso la più semplice: a sinistra e zone limitrofe si approva e incensa solo ciò che si gestisce in prima persona, quando si comanda.

Ma la  legge fisiologica della competizione politica prevede anche che il governo nazionale non sia omogeneo con quello regionale. Si chiama democrazia. E vale per tutti.

Non sostengo certo che la legge sull’autonomia differenziata, di recente approvaziobe, sia un modello di perfezione. A me come a molti anche a sinistra piacciono percorsi più partecipati, più articolati, dibattuti, di complessiva sintesi, quindi sempre correggibili in meglio prendendo quanto di buono proviene da ogni parte e soggetto. Il confronto di idee.

Ma il sospetto che nel PD borghigiano si sia ancora una volta sragionato in base alla pregiudiziale ideologica e non alla concreta logica dei fatti diventa sempre più certezza.

Tra l'altro non si comprendono i motivi per cui dei consiglieri comunali non si debbano occupare piuttosto di problemi "locali" piuttosto che tematiche nazionali.

Un consiglio non richiesto: cari rappresentanti del PD borghigiano cercate di metabolizzare la sconfitta e di ripartire sulle cose concrete, locali, e con delle idee più che ideologismi. Borgo ha bisogno di tutti, anche di voi.

Claudio Ticci"

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