La Mandragola. Video e recensione di Ok!Mugello dello spettacolo di Barberino... © n.c.
Nei giorni scorsi, al Teatro Corsini di Barberino, La compagnia teatrale Arca Azzurra ha portato in scena la Mandragola di Machiavelli. A dirigere gli attori Ugo Chiti, anche autore della riduzione drammaturgica del testo e della scenografia.
Il risultato è uno spettacolo che suscita gli apprezzamenti unanimi del pubblico e rappresenta l'immagine di una stagione teatrale barberinese che si muove tra qualità e divertimento.
L’opera di Machiavelli, considerata la commedia perfetta, è efficacemente resa dalla Compagnia guidata da Chiti che ne esalta la potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell’epoca.
Ugo Chiti e i suoi ragazzi trovano però l'equilibrio necessario per mostrare l'attualità dell'opera, rispettandone i canoni estetici originali e scommettendo sull'ilarità fisiologica del linguaggio fiorentino. Notevole il lavoro che l’autore compie sulla lingua, trasformando il fiorentino machiavellico in fiorentino quotidiano di oggi, senza tradirne però ricchezza, varietà e storicità.
La vicenda è nota, o almeno dovrebbe esserlo: la Mandragola mette in scena il raggiro di cui è vittima messer Nicia che, desideroso di avere dalla consorte Lucrezia un erede, apre le porte di casa sua a colui che diverrà l’amante della moglie, ossia quel Callimaco che, appunto con l’inganno, finge di essere, prima il medico che suggerisce il rimedio e, poi, il rimedio stesso. La conclusione non dà scampo a nessuno: Lucrezia scopre l’intrigo e decide di prendere il giovane lascivo come amante segreto, punendo così l’idiozia del marito e perpetrando quindi una vita di lussuria e inganno.
Colpisce a prima vista la scelta di una scenografia geometrica costruita con le forme essenziali tanto amate dal Rinascimento italiano. Costumi orientaleggianti ricercati e maliziosi, luci precise anche nei dettagli. Interpretazioni puntuali, in certi casi ineccepibili.
Chiti propone inoltre un’innovativa concezione dello spazio, nella quale una pedana centrale leggermente inclinata verso il pubblico con alle spalle un varco, via di fuga e di ingresso centrale dei personaggi, fa da contraltare ad una vera e propria danza degli attori, chiamati ad interagire fra loro attraverso le battute e le situazioni del testo.
Rispetto al testo originale, Chiti trasforma il Prologo, in quanto personaggio, in una figura di sua totale invenzione a metà fra una ninfa e un clown, che è sempre presente ad osservare e commentare, in funzione di straniamento ironico, i vari snodi della vicenda con un dinamico gioco di gesti amplificato da cubi e bastoni, elementi scenici che evolvono dal ruolo di meri oggetti per animare i vari personaggi.
Va da sé che assolutamente decisivi risultano gl'interpreti in campo. E Ugo Chiti, ha a disposizione un gruppo di attori veramente notevole, tra i quali ci piace ricordare Massimo Salvianti (Fra' Timoteo) e Dimitri Frosali (Messer Nicia), senza peraltro nulla togliere agli altri, tutti davvero molto bravi.
Da segnalare infine, tra il pubblico, la presenza di un nutrito gruppo di studenti della scuola media di Borgo San Lorenzo, molti divertiti e coinvolti da una complicità linguistica evidente con gli attori. Lunghi, calorosi e meritati applausi al calar del sipario.
Simone Guarnieri - Video Realizzato da Francesca Parrini
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