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Treni fantasma senza pilota. Quando tra Vicchio e Dicomano successe come in Brianza

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Una “Littorina” alla Stazione di Borgo San Lorenzo ( 1962) Una “Littorina” alla Stazione di Borgo San Lorenzo ( 1962) © Aldo Giovannini
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Molti lettori avranno seguito in questi ultimi giorni (mamma mia, quanta cronaca nera), la vicenda del treno regionale, che da Paderno Robbiate (Lecco) parcheggiato nella stazione e partito senza macchinisti (erano scesi per una pausa come si legge nelle cronache) si è messo in movimento andando a schiantarsi nella stazione di Carnate Brianza (Monza). Il personale ha tentato di risalire a bordo ma il tentativo è stato vano; fortunatamente dopo il tempestivo allarme sono stati chiusi i passaggi a livello e l’unico passeggero ha riportato solo lieve ferite.

Questo fatto, che poteva avere conseguenze molto tragiche ricorda quando nel 1963 (forse ’64? Non ricordiamo bene, sono passati 55 anni), una “Littorina” proveniente da Marradi, sostò alla Stazione ferroviaria di Borgo San Lorenzo, con i passeggeri che scesero tutti. I macchinisti si presero una breve pausa per prendere un caffè, lasciando però in moto il treno il quale per ragioni di vibrazioni (chissà) partì sulla tratta ferroviaria per Vicchio e Dicomano.

Anche in questo caso la dea bendata fu benigna, oltrepassò alcuni passaggi a livello con le sbarre alzate come quello di Collina e successivamente quello di Piazzano. Le sbarre all’ingresso della stazione di Vicchio furono abbassate in tempo e il personale poi decise di deviare questo pesantissimo treno, come erano le “Littorine”, nel binario morto della Stazione di Dicomano. Per ragioni giornalistiche andammo a vedere la scena, anzi fotografammo (purtroppo non abbiamo mai più ritrovato le immagini), lo spaventoso impatto del treno contro i respingenti in acciaio e il blocco del cemento armato del binario morto; era tutto in frantumi.

Fortunatamente, nessun danno alle persone, anche perché come sopra scritto il treno era vuoto e nessuno transitava nei passaggi a livello citati. Resta l’immagine disperata del capo macchinista, confortato da alcune persone, che con le mani sul viso non sapeva capacitarsi di quello che era avvenuto. Piccole grandi storie di un tempo lontano che guarda caso si ripetono in similari circostanze: dal Mugello alla Brianza.

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