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Caccia al Cinghiale. Cane ferito nella battuta, torna la polemica

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Caccia al Cinghiale. Cane ferito nella battuta, torna la polemica Caccia al Cinghiale. Cane ferito nella battuta, torna la polemica © n.c.
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Caccia in Mugello. Torna la polemica tra animalisti e cacciatori. A sollevarla questa volta è l'associazione 'Vegetariani Mugello', che ci invia degli scatti di un cane da caccia ferito nei giorni scorsi dopo una battuta di caccia al cinghiale. La pubblichiamo in versione integrale così come l'abbiamo ricevuta; allo stesso tempo, però, speriamo di ricevere una replica anche dai cacciatori mugellani. Certi, infatti, che anche loro abbiamo un punto di vista meritevole di essere ascoltato:

Ieri in Mugello una squadra di caccia al cinghiale ha ammazzato due cinghiali almeno, a loro basta sparare e uccidere, a qualsiasi costo, anche quando i loro cani vengono coinvolti e feriti gravemente.   Quanta ipocrisia: dicono di voler bene ai loro animali, i cani, e li mandano a ferirsi, spesso a morire, per poter uccidere le loro prede. Diciamoci la verità: hanno solo un gran bisogno di seminare terrore e morte nei boschi, stanno bene solo quando finalmente riescono ad ammazzare un animale. Cosa c'è di sano, bello, degno di approvazione in tutto questo ? Hanno bisogno di imparare da capo il vero rapporto con la natura di cui facciamo parte, basato sul rispetto, la cura, l'osservazione, la pace. Sono in perenne guerra con gli altri animali, a dirla tutta forse avrebbero anche bisogno di qualche seduta dallo psichiatra perché, fino a prova contraria, una persona che si appaga uccidendo un altro animale è malata, non sta bene e una società sana e coerente gli impedirebbe per legge di farlo.
   

 

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Commenti 64
  • Sandra

    Io di anni ne ho 60 e da sempre sono contro la caccia. Per amore di un cane farei qualsiasi cosa (e qualcosa ho fatto per gli animali della mia famiglia). Sono tutti alibi pi o meno veri. Non dico e non credo che tutti i cacciatori siano insensibili ai loro cani, ma da sempre, molti poveri animali vengono abbandonati e se sono fortunati finiscono nei canili, e non sempre ne escono per tornare in famiglie amorevoli. Se si ama qualcuno non lo si espone ai pericoli.....e sinceramente non capisco perch sia cos difficile da capire. Amare un cane vuol dire prendersene cura, come lui fa con noi, e questa la verit.

    rispondi a Sandra
    gio 8 gennaio 2015 12:50
  • Stefano

    Buona sera, sono Stefano, artigiano, 50 anni, cacciatore. Ho ripreso l'attivit venatoria dopo 11 anni dedicati al Volontariato, che mi ha deluso profondamente.... Mi sono riavvicinato perch ho trovato, a distanza di anni, tanti cambiamenti. Sono cambiate le norme, l'organizzazione, i controlli, le sanzioni, la burocrazia, l'atteggiamento dei cacciatori ma non cambiato il demonizzare il cacciatore. Tutta l'attivit venatoria strettamente codificata e controllata, regolata da leggi Nazionali, Regionali e Provinciali che controllano ogni aspetto....tutti gli organi di controllo sanno dove siamo, quanti siamo, chi siamo, cosa stiamo cacciando, in che modalit...e posso assicurarvi che, fortunatamente, i controlli ci sono, sono tanti, puntuali e puntigliosi. Mi chiedo e vi chiedo : conoscete veramente l'attivita' del cacciatore ? siete mai andati insieme per capire quale sia lo spirito, la realt ? avete mai vissuto insieme il control

    rispondi a Stefano
    mer 7 gennaio 2015 07:14
  • Stefano

    lo del territorio per la sua pulizia, per mantenere aperti e puliti i sentieri ? solo vivendo insieme le esperienze si puo' avere una VERA conoscenza della realt senza scivolare nella facile retorica. Ma credete veramente che i cani dispersi in battuta, vengono abbandonati ???? Veramente ??? Io non detesto nessuno a prescindere. Io non "prescrivo" a nessuno sedute dallo psichiatra. Io non mi sento un criminale. Io non mi sento incivile. Mi sento discriminato, in quanto cacciatore !! Cordiali saluti

    rispondi a Stefano
    mer 7 gennaio 2015 07:14
  • Sandra

    Sono completamente d'accordo con Fabiana: detesto la caccia e detesto i cacciatori.

    rispondi a Sandra
    mar 16 dicembre 2014 03:28
  • fabiana

    Abito da poco nella zona del Mugello, ho deciso di trasferirmi dalla citt in campagna. Ho imparato -e sto imparando- grazie a questa mia scelta cosa significa vivere a stretto contatto con la natura... possibile vedere realmente l'alternanza delle stagioni con tutte le sue caratteristiche ovvero la neve, il paesaggio innevato ed ovattato d'inverno, i brucianti colori rossastri d'autunno, le gemme e poi il nascere dei fiori a primavera e i magnifici cieli stellati d'estate...e tanto altro ancora. Gli animali poi sono una costante di tutto l'anno..il cinguettio degli uccelli, i richiami dei caprioli, le corse delle lepri etc...ma puntualmente quest'aromonia spezzata dal rumore aggiacciante degli spari delle doppiette. Non amo la caccia..anzi la detesto, non mi piace l'idea che qualcuno possa togliere la vita di un'altro essere..ancor di pi se viene fatto per hobby e per passare il tempo libero. Vedo poi nelle macchine dei cacciatori le

    rispondi a fabiana
    mar 16 dicembre 2014 10:46
  • fabiana

    gabbie dei cani e puntualmente nella mente mi affiorano tristi pensieri: "Quanti di questi cani finiranno in un canile perch si perderanno nei boschi e nessuno li reclamer? Quanti saranno massacrati da un cinghiale? ..E se non moriranno dissanguati nel bosco quanti verranno malamente ricuciti per poi essere riutilizzati subito dopo...?" Non mi piace la caccia, detesto fortemente i cacciatori(a priori!), odio i discorsi che sento fare quando viaggio in Sita (sono una pendolare) e di cacciatori sembra che il mugello sia pieno...vorrei solo che ci fosse pi rispetto anche per chi contrario alla caccia..per chi ha un punti di vista diverso...perch se un cacciatore libero di cacciare..perch per un non cacciatore non deve essere rispettato lo stesso diritto di frequentare i boschi e la campagna senza dover sentire sordi rumori di morte e latrati di cani nei boschi..quali e quanti animali moriranno durante il periodo dell'apertura della cacci

    rispondi a fabiana
    mar 16 dicembre 2014 10:46
  • fabiana

    a?!!? (sui bracconieri non mi esprimo...sono il peggio del peggio che possa esistere!!!) Detesto la caccia e detesto i cacciatori...

    rispondi a fabiana
    mar 16 dicembre 2014 10:46
  • mugelli giampiero

    Gentile signor Paolo non che voglio fare l'antefatto, forse come dice lei pu darsi che sia un fatto di cultura e di generazioni lontane. Ma degli orrori purtroppo nella mia ne ho visti e ne vedo ogni giorno ben peggiori di un cacciatore che spara ad un animale qualunque esso sia. Ci sono mille modi di fare violenza e dare la morte. Comunque rispetto con sincerit e armonia il suo pensiero. Se mi permette non parliamo di incivilt; oggi un reato essere civili. L'incivilt sussiste nella vita quotidiana di ognuno e nella societ. Dove l'illegalit sostituisce la legalit, l'indecoro il decoro del vivere sociale di una societ ormai allo sbando. Grazie per il suo educato commento. Gentilissima signora o signorina Camilla, mi compiaccio con lei per aver capito che nel mondo attuale i problemi sociali ambientali ecc sono tanti. La caccia verr abolita quando ci sar una cultura pi ampia e verr senza forzature. Ogni lobby interessata al loro

    rispondi a mugelli giampiero
    mer 3 dicembre 2014 10:59
  • mugelli giampiero

    orticello e come dicevo dovrebbero far qualcosa almeno nel loro campo. Non siamo un popolo unito, contro tutto quello che pu distruggere il bello e il buono che abbiamo come bene comune. Non abbiamo una cultura di rispetto per dove viviamo, di salvaguardare il patrimonio ambientale, culturale, artistico ecc. Spazzatura abbandonata, boschi e strade dimenticati, opere d'arte abbandonate al declino. In ogni parte c' degrado, sporco e abbandono.Forse a ragione lei agli Italiani per far capire che nell'ambiente, nella loro terra, ci vivono e ci crescono perci bisogna tutelarla. Bisogna cominciare dal tema minore :la caccia. Grazie per il suo cordiale commento

    rispondi a mugelli giampiero
    mer 3 dicembre 2014 10:59
  • Sandra

    Sono completamente d'accordo con Mariangela, umanizzare gli animali sarebbe abbassarli al nostro livello. Chi non stato amato da un cane non sa cosa significa essere veramente amati(Schopenhauer). L'unico amore simile quello della mamma verso i figli e...........neppure sempre, come purtroppo siamo costretti a leggere spesso.

    rispondi a Sandra
    mer 3 dicembre 2014 08:07
  • Camilla

    gentile Giampiero certo, c' sempre qualcosa di pi importante. Di qualsiasi cosa ci si occupi in modo gratuito e per passione, dalla fame nel mondo alla protezione delle foche, dal razzismo ai femminicidi, ci sar sempre qualcuno pronto a dire che ci sono cose "ben pi importanti". Quindi non meraviglia affatto che parlando di caccia vengano brandite le droghe, l'alcool e i pesticidi per far capire che ci stiamo baloccando con un tema minore. Personalmente vorrei che la caccia venisse abolita perch prima di tutto eticamente inaccettabile eppoi perch sono convintamente ambientalista. Penso che la nostra specie debba fare i conti con la devastazione che procura all'habitat in cui vive. Ed essendo anche l'uomo un animale (il pi presuntuoso al punto da definirsi "sapiens") credo che un ambiente verde, sano e pulito con una drastica riduzione di chimica e di emissioni, con meno auto e meno cemento, sia un beneficio per ogni specie vivente,

    rispondi a Camilla
    mer 3 dicembre 2014 04:45
  • Camilla

    inclusa la nostra. Ma le faccio notare che quando vado alle manifestazioni ambientaliste, contro il taglio degli alberi nelle strade di Firenze, contro la TAV, contro gli inceneritori di rifiuti, contro i tagli dei treni (che ovviamente favoriscono la circolazione delle auto private) o contro le basi missilistiche della NATO, non vedo i manifesti e i cartelli delle associazioni venatorie. Come mai? Dove sono i cacciatori che da quanto lei dice dovrebbero essere impegnati nelle priorit che lei stesso indica? Non sono dunque ambientalisti, i cacciatori? Io temo che i cacciatori e le associazioni che li rappresentano siano ben poco interessati a tutto quello che non LA CACCIA. La stessa cosa invece non si pu dire di chi generosamente si batte per un mondo migliore occupandosi ANCHE (ma non esclusivamente)di un tema minore come la caccia.

    rispondi a Camilla
    mer 3 dicembre 2014 04:45
  • Paolo

    Gentile Giampiero, lei esordisce cercando di convincere il lettore al fatto che si ritiene neutrale (facendo l'antefatto) portando come argomentazioni le classiche "scuse" utilizzate da decenni dai cacciatori. Il fatto che ci sia il dissesto ambientale, i pesticidi e mille altre diavolerie non scusano affatto l'egoismo e subcultura dell'orrore effettuato dal cacciatore, dove i cosidetti animalisti spesso si vedono a combattere anche quelle cause, cosa non ricambiata dalle varie associazioni venatorie. Purtroppo bench vengano create tesi (alcune anche credibili) per alleviare il problema del "sentirsi in colpa" del cacciatore, esso e rimane un uomo frustrato che solo con un arma si sente virile. Sta perdendo tempo a cercare di convincere, chiunque abbia sensibilit, con le sue tesi infantili, tipo: "ma prima c'erano pi cacciatori e anche animali", "i pesticidi uccidono gli animali", "anche gli animalisti mangiano

    rispondi a Paolo
    mer 3 dicembre 2014 03:52
  • Paolo

    i polli" ecc. ecc. Poich tali scusanti servono solo per limitare il senso di colpa di coloro che utilizzano un arma per uccidere solo per il gusto di uccidere. E' questi sono i cacciatori. Per assurdo (e ripeto per assurdo) biasimerei di meno un guerrigliero che imbraccia il fucile solo la propria sopravvivenza, che un amante del sadismo che spara a animaletti pi piccoli delle proprie cartucce. L'amante della natura va a piedi nel bosco e si limita a guardare la natura e la fauna. Non getta le cartucce nel bosco, non distrugge i sentieri per andare al passo con la propria PANDA (al meglio) o con il SUV corrazzato (al peggio), e soprattutto non pratica bracconaggio. I cacciatori amanti della natura sono quelli che hanno smesso di andare a caccia, perch si sono resi conto della tragedia che stavano perpetrando. Certamente dalla mente contorta del cacciatore verr tacciato subito come "animalista" o del vecchio appellativ

    rispondi a Paolo
    mer 3 dicembre 2014 03:52
  • Paolo

    o "quello uno dei verdi", ma nonostante questo spero molto che tale pratica venga interrotta, poich ne va della civilt di un popolo che non merita avere tra le proprie fila gente cos incivile. Un cordiale saluto Paolo G.

    rispondi a Paolo
    mer 3 dicembre 2014 03:52
  • mugelli giampiero

    Vorrei dire la mia come neutrale. Non ho nessuna preferenza ne per i cacciatori o animalisti. sono in accordo per aver sensibilit per tutti. Animali compresi. Ma! secondo me stiamo andando in eccesso. Oggi nel 2000 c' pi considerazione per gli animali che per le persone basta pensare ai fatti di cronaca giornaliera. Questa guerra fra animalista e cacciatore dove porta? Secondo me ha niente solo a formentare incomprensioni. Quale grande problema la caccia? Voi animalisti sapete bene che gli animali vengono uccisi non solo col fucile, ma in modo peggiore: con pesticidi e varie porcherie chimiche, che vengono gettate su piante e piantagioni agricole, oppure con la caccia annuale pure nel periodo della riproduzione in molte nazioni Europee. Se oggi non ci sono animali migratori non certo per colpa del cacciatore che pu uccidere il 10% degli animali nell'arco della caccia annuale, ma della chimica e della disfatta Ambientale. Nel 59_60 er

    rispondi a mugelli giampiero
    mer 3 dicembre 2014 03:29
  • mugelli giampiero

    o un ragazzo c'erano tre volte tanti cacciatori e cacciavano dall'estate all'inizio dell'inverno eppure era pieno di: lepri, fagiani, passerotti, merli, fringuelli, tordi ecc. La caccia uno sport antico e coloro che vogliono praticarlo hanno diritto come la pesca e altri sport. Ci vogliono leggi chiare e applicabili senza appello per chiunque chi sbaglia paga. In Italia tutto politico e lobbysta ecco che niente funziona. Ci sono associazioni da una e dall'altra parte, ha cosa servono? ( mistero) Loro dovrebbero con riunioni costruttive per trovare le giuste vie per il cacciatore e le giuste priorit dall'animalista. Ad entrambi voglio dire: esistono secondo voi problemi prioritari pi grandi fra i mille che ci sono in questa Italia? Esempio: la droga e l'alcol che fanno 800_900 morti l'anno per le strade. Io personalmente in primis metto questo problema. Avanti alla morte di qualche uccellino e un cane, con tutto il rispetto per quest

    rispondi a mugelli giampiero
    mer 3 dicembre 2014 03:29
  • mugelli giampiero

    i cari animali. Ringraziando e rispettando tutti coloro che leggono con approvazione o disapprovazione il mio commento Saluto tutti

    rispondi a mugelli giampiero
    mer 3 dicembre 2014 03:29
  • Vegetariani e Animalisti Mugello

    Cara Catia ha citato un testo, quello di Mainardi, che badi bene non sostiene affatto le sue tesi, forse non l'ha letto fino in fondo n lo ha meditato abbastanza. Nessun animalista serio pensa di voler umanizzare gli animali, cani in primis. Quello che chiediamo civilmente che essi abbiano dei diritti fondamentali riconosciuti da tutta la societ, senza pi deroghe ipocrite (allevamenti, caccia, circhi, acquari, vivisezione, etc.). Gli altri animali sono, come dice Tom Regan, soggetti di una vita e questo basta a dare loro il pieno diritto ad un'esistenza libera e il pi possibile naturale, nel rispetto della loro biologia ed etologia. Chi umanizza gli animali a nostro avviso compie un grave errore, non tiene conto delle innegabili differenze che esistono tra l'uomo e le altre specie animali, continua a ragionare in termini esclusivamente antropocentrici riducendo tutto, altri animali compresi, ai valori della specie umana.

    rispondi a Vegetariani e Animalisti Mugello
    mer 3 dicembre 2014 10:20
  • daniele

    Buonasera leggendo i commenti viene da cheidesri come si puo'andare avanti cosi' , basti pensare che da poco a vicchio di mugello e'stato beccato un bracconiere esattamente il signor L B al quale e' stato sequestrato un grosso quantitativo di uccelli specie protetta, cartucce un numero superiore a quello consentito per legge ed un fucile non denunciato, e nonstante cio'questo mostro continua ancora , basti peensare che in precedenza circa 7 anni fa' fu beccato per il solito motivo e ancora persevera , questa e' l'italia, di m....... scusate , o meglio dire il paese dei corrotti e dei delinquenti

    rispondi a daniele
    mar 2 dicembre 2014 10:42
  • Lega Nazionale per al Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve

    Gentile Sig.ra Catia, lei molto fortunata se non conosce cani maltrattati dai cacciatori e se circondata da persone che rispettano le normative ed il benessere degli animali. Purtroppo noi non possiamo dire altrettanto, la invitiamo a visitare i canili, a parlare con i veterinari che spesso hanno a che fare con cani "sventrati", la invitiamo a guardare con occhi attenti le campagne e le baracche che accolgono, per modo di dire, i cani. E' molto interessante l' articolo che lei cita e pubblica, ma chi ha parlato di "umanizzazione"? Abbiamo parlato di rispetto, che crediamo sia dovuto anche agli animali. Siamo d' accordo con lei, un cane felice se trattato come un cane e viene rispettata la sua natura, ma crediamo che non significhi che possa essere usato come uno strumento e messo consapevolmente a rischio. Se poi tutti i cacciatori rispettano la legge ne siamo felici e speriamo di non dover piu' vedere cani feriti nelle battute di c

    rispondi a Lega Nazionale per al Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve
    mar 2 dicembre 2014 06:25
  • Lega Nazionale per al Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve

    accia, per quanto ci riguarda chi mette in pericolo consapevolmente il proprio cane non si preoccupa di garantirne salute e benessere. Se poi siamo contro la caccia...questa un' altra storia...e non un argomento che abbiamo trattato. Saluti da chi vede quotidianamente quello che lei ha la fortuna di non vedere...le assicuriamo...senza ironia

    rispondi a Lega Nazionale per al Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve
    mar 2 dicembre 2014 06:25
  • Mariangela

    Mi riferisco alla lettera di Catia del 2 dicembre. Evidentemente tu non sai chi sono i cani, cosa sentono e come vengono trattati altrimenti non difenderesti i cacciatori. Alcuni di loro possono amare il proprio cane, ma solo alcuni e non certo i cacciatori di cinghiali. Lontano da noi umanizzare gli animali. Da creature innocenti li faremmo diventare i demoni che noi siamo.

    rispondi a Mariangela
    mar 2 dicembre 2014 04:55
  • Camilla

    l'articolo di Mainardi citato da Catia non difende affatto la caccia, anzi, sostiene - come chi l'avversa - che gli altri animali vanno rispettati e non certo uccisi o usati per servizi di nostra esclusiva utilit, come fanno i cacciatori con le loro prede, con i cani (mettendone a repentaglio l'incolumit) e con gli uccellini VIVI che imprigionano e usano come richiami tagliando loro le ali. Proprio perch riconosciamo la diversit degli animali e l'inafferrabilit dei loro desideri, riteniamo giusto NON coercirli selezionando le razze "da caccia" che rendono quei poveri animali dei manufatti umani. Lei sapr Catia che i cacciatori acquistano i cani da appositi allevamenti. Cos' quella della selezione delle razze se non una violenza genetica? E' orribile quello che stiamo facendo con i cani e in generale verso ogni tipo di animale non umano: l'unico atteggiamento sensato quello della protezione e della cura, cercando di salvaguardarli al ma

    rispondi a Camilla
    mar 2 dicembre 2014 03:41
  • Camilla

    ssimo da questo mondo ipertecnologicizzato - creato esclusivamente a misura d'uomo - inospitale anche per noi, figuriamoci per loro! Catia se lei conosce i cani sapr quanto odiano gli spari (avete presente come si agitano per capodanno???) Lo sa che per abituarli agli spari i cacciatori devono fargli un training? Ha mai visto nei boschi i cartelli "addestramento cani da caccia con sparo"? Conosco la caccia e non ci trovo proprio nulla di naturale nella caccia moderna, con o senza cane. Tutti i cacciatori frequentano il supermercato, si muovono verso i boschi con le automobili, molti hanno enormi e prepotenti SUV che consumano l'ira di dio... indossano appositi vestiti tecnici e scarpe costose: nulla di pi distante dalla citazione dell'uomo cacciatore di millenni fa di cui parla Mainardi nel suo articolo! Viene da ridere. Cosa c' di naturale nei negozi di caccia e pesca, nei fucili e nella polvere da sparo? Dunque Catia non solo chi scri

    rispondi a Camilla
    mar 2 dicembre 2014 03:41
  • Camilla

    ve conosce la caccia quanto basta, ma l'ha anche analizzata e ci ha riflettuto sopra fino a farsi un'idea propria che molto lontana dalle belle favolette del cacciatore buono che ama tanto il suo cane alle quale mi pare che lei voglia ancora credere. E non tiri in ballo Mainardi: Mainardi ha firmato varie petizioni CONTRO la caccia e non sarebbe d'accordo con lei e con le favolette a cui lei desidera ancora credere.

    rispondi a Camilla
    mar 2 dicembre 2014 03:41
  • Catia

    Gettate fango su ci che non conoscete , chi fa tale commenti ignaro del legame che lega il cane al cacciatore. E' orripilante la vostra chiusura e il vostro atteggiamento di disumanizzazione dell'uomo , di odio e di condanna. E di controparte umanizzate ci che non umano arrivando addirittura a snaturare ogni essere vivente. Che confusione mai questa? Non conosco nessun cacciatore che maltratta i cani come voi alludete . Per la par condicio visto che riportate articoli ed estratti unilaterali io allora riporto questo dal Corriere della Sera : Corriere Scienza. Millenni di convivenza inquinati dal continuo desiderio di trasformarli in quello che non sono e farli simili a noi L' errore di umanizzare gli animali ----------------------------------------------------------------- Millenni di convivenza inquinati dal continuo desiderio di trasformarli in quello che non sono e farli

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    simili a noi L' errore di umanizzare gli animali A proposito del rapido evolversi e modificarsi del rapporto tra l' uomo e i suoi animali l' ultima notizia riguarda la proposta di legge (del verde Alfonso Pecoraro Scanio) di istituire una mutua, ovviamente veterinaria, per cani, gatti e altri "animali d' affezione", analoga alla nostra mutua medica. Questa proposta segue quella, di cui gia' s' e' recentemente parlato, di inserire i cani nello stato anagrafico delle famiglie in cui vivono. Sembra, pertanto, chiara l' intenzione di codificare, anche con delle leggi, l' idea che questi animali, che spendono con noi la loro vita, che partecipano della nostra ricchezza o poverta' , della nostra affettivita' , dei nostri sbalzi d' umore, che recitano insomma un ruolo molto attivo nella dinamica del gruppo famigliare, vengano considerati parte della famiglia umana. Il riconoscimento, avevo scritto, di un dato di fatto. E avevo citato a sosteg

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    no di cio' , l' importanza dell' imprinting, che effettivamente crea una sorta di parentela tra l' uomo e l' animale. Ma resta una domanda: saremo capaci, noi uomini moderni sempre piu' distaccati dalla natura vera, di comprendere che questi esseri cui vogliamo riconoscere la dignita' della parentela e il beneficio della mutua, sono diversi da noi? E' un esercizio, mi pare, non solo eticamente positivo, ma anche praticamente utile per il loro benessere e il sapere rispettarne e apprezzarne la diversita' . Ebbene, penso che l' esercizio sia difficile ed e' la lunga storia del rapporto tra l' uomo e gli altri animali che ci testimonia questa difficolta' . Se ripercorro il tragitto attraverso cui s' e' sviluppata questa interazione di azioni e di conoscenza tra diversi, ho l' impressione che solo in certi momenti, e comunque parzialmente, si sia realizzata la comprensione auspicata. Per quasi tutta la sua storia (centinaia di migliaia di a

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    nni contro una decina di migliaia) l' uomo ha vissuto immerso nella natura come cacciatore - raccoglitore. La sua sopravvivenza s' e' per tutto quel tempo basata sulla conoscenza degli animali, perche' questi erano le sue prede, i suoi predatori, i suoi competitori per ogni tipo di risorsa. Doveva saperli riconoscere, sapere dove cercarli per catturarli o evitarli, come combatterli o attrarli. Nella sua mente nozioni di sistematica, comportamento, ecologia, seppure in modo primitivo, dovevano essere presenti. E questo, oltre che essere ovvio, e' anche noto agli antropologi che studiano la cultura delle popolazioni rimaste a questo stile di vita. Mi viene da pensare a quegli africani che si procurano il miele seguendo le tracce di un uccellino (l' indicatore del miele) che fa la guida a un tasso (il ratele) che, con le sue unghie robuste, fa poi a pezzi gli alveari. Quegli africani (se ancora ne esistono) sono dei veri etologi applicati.

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    Cosi' , seppure in modo un po' peculiare e certamente per noi imperfetto, i cacciatori - raccoglitori una conoscenza della diversita' delle forme di vita, e del comportamento animale, l' hanno posseduta. E' durante questo lunghissimo periodo che s' e' scritta nei nostri geni quella curiosita' e attrazione per gli animali che si rinviene nei bambini piccoli, e che poi, purtroppo, una cultura distratta o, peggio ancora, zoofobica, devia o distrugge. Ma, al di la' della spinta conoscitiva innata, un altro meccanismo entra in gioco nella nostra mente: il tentativo di interpretare l' "altro" proiettandovi il "se". E' da qui che nasce quel fenomeno imponente che ha inquinato, e ancora inquina, ogni comprensione del comportamento degli animali: la tendenza a umanizzarli. Da questo "vizio" anche i primitivi cacciatori non erano immuni ma loro, almeno, avevano la possibilita' di verificare e correggere "sul campo" gli errori piu' grossolani. Lo

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    ro in definitiva sapevano "cosa fanno gli animali". Un fatto e' certo, comunque, ed e' che una qualche tendenza antropomorfizzante e' sempre stata presente. Basti pensare agli animali totem, considerati antenati e parenti. Poi venne la rivoluzione determinata dall' addomesticamento. S' e' trattato davvero di una svolta di grande rilievo sia dal punto di vista della nostra socialita' , che s' e' estesa (specie con gli animali d' affezione) al di fuori della nostra specie, che da quello dell' ecologia, per l' enorme incremento delle risorse dovuto allo sviluppo della pastorizia e dell' agricoltura. Tutti e due questi aspetti interessano il rapporto dell' uomo con gli animali. Del primo, il socio - affettivo, ho gia' detto: con l' imprinting si rafforza l' idea dell' animale parente. Mi preme ancora di piu' , ora, parlare dell' aspetto ecologico. Con l' aumento delle risorse comincia la crescita demografica, nascono i primi villaggi e le p

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    rime citta' . Non e' piu' necessario che tutti gli individui si impegnino in ugual modo per procurarsi il cibo. Compaiono di conseguenza le specializzazioni, cioe' i guerrieri, gli scrivani, i pedagoghi, i contabili, i sacerdoti, i muratori, i costruttori di strade e altri ancora. Tutta gente che non aveva piu' la necessita' di un rapporto continuativo e approfondito con la natura, che la natura ha incominciato a ignorarla e di conseguenza a immaginarla, a vederla poi come "foresta", cioe' forestiera, estranea, ostile. E' allora che comincia a prendere forma l' idea dell' uomo al di fuori, o al di sopra, della natura. Che nacquero costruzioni filosofiche, religiose, perfino economiche utili a soffiare sotto il fuoco dell' antropocentrismo. L' animale s' allontana dal quotidiano, diventa alieno, oggetto di meraviglia, di terrore da esorcizzare: non a caso nelle antiche metropoli degli assiri, dei babilonesi, dei persiani, degli aztechi,

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    puntualmente compaiono i primi giardini zoologici con animali in vincoli, sottomessi. E' un dato di fatto: l' animale immaginato piu' che conosciuto, solitamente umanizzato, ha dominato la nostra storia di uomini moderni. Dai bestiari medievali in cui agli animali vengono attribuiti vizi e virtu' umane (con la terribile conseguenza dei processi agli animali) fino, all' estremo opposto, alla costruzione razional - filosofica cartesiana dell' animale - macchina incapace di sentire e di soffrire. Perfino la scienza psicologica, che pure ha molto usato il modello animale, poco ha contribuito alla reale conoscenza della diversita' degli animali. Insomma, io la vedo cosi' : a modo loro, ma almeno i cacciatori - raccoglitori una sapienza pragmatica del comportamento degli animali l' avevano. Dovevano averla per forza. Poi, con rare eccezioni (mi piace ricordare, per certi aspetti di anticipatoria scientificita' , l' ornitologia di Federico II)

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Catia

    , l' animalita' e' stata piu' immaginata che compresa. Per cominciare a capire qualcosa dei significati del comportamento degli animali, in particolare delle loro capacita' comunicatorie e cognitive, c' e' voluto prima Darwin, poi soprattutto Lorenz, geniale e rivoluzionario fondatore dell' etologia. Ma quanto e' penetrata, nella nostra cultura, questa scienza naturale? Quanto ancora e' forte, invece, la tendenza a umanizzarli, inventandoceli a nostro uso e consumo, invece di imparare a conoscere gli animali per quello che sono? Osservare, rispettare e apprezzare la diversita' dei comportamenti, degli istinti, delle intelligenze: e' questa l' unica strada per conoscere gli animali. Danilo Mainardi E non c' odio solo amore

    rispondi a Catia
    mar 2 dicembre 2014 03:16
  • Sandra

    Io sono, da sempre contro la caccia, e sono d'accordo con chi afferma che ingiusto, oltre a sterminare i cinghiali e gli altri animali, di esporre il proprio cane a un simile pericolo. Ho sofferto nel vedere le fotografie del cane ferito! Non giusto, il cane dona tutto se stesso alla propria famiglia e deve essere tutelato e protetto dai propri umani. Nella mia vita ho ricevuto molto pi amore e sostegno dai miei animali.....alla fine anche pi dei figli. Desidererei sapere come sta il cane ferito. Grazie.

    rispondi a Sandra
    mar 2 dicembre 2014 01:35
  • Vivi e Vegeti

    RELAZIONE SUI CANI DEI CINGHIALAI La legge 281 del 14 agosto 1991 chiama i cani "animali d'affezione". Non li distingue in categorie: cani da caccia, cani da compagnia, cani da guardia, ecc. Ma i cani dei cacciatori di cinghiali non sono animali d'affezione, sono soltanto e semplicemente strumenti. Strumenti per uccidere come i fucili, le battute e l'organizzazione di una squadra di caccia. In quanto strumenti e non esseri viventi, il rispetto una categoria a loro non dovuta. Le leggi di tutela, nazionali, regionali, comunali, non vengono applicate per i cani dei cinghialai. Il maltrattamento diffuso, standardizzato, sclerotizzato al punto che questi cani nessuno li vede, sono invisibili o, meglio, tutti li vedono ma come parte inamovibile del paesaggio. Per questo motivo non pu essere considerato il caso singolo ma tutto il sistema. Infatti: Estate In Toscana, ovunque ci si muova, si faccia una passeggiata, si pa

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    ssi in macchina, ai bordi dei paesi, alle periferie delle citt, in mezzo ai campi, nelle pinete e nella macchia, isolate, nascoste, si incontrano baracche di legno putrido e lamiere, protette da cancelli, circondate da reti, oscurate da teli verdi, inaccessibili alla vista se non fosse per le fessure e gli squarci. In ognuno di questi canili abusivi, che sono centinaia e centinaia, vengono rinchiusi cinque, dieci e anche pi cani, soprattutto piccoli seguci, spinoncini e meticci di questi. Sono i cani dei cinghialai, allevati e utilizzati per la caccia al cinghiale. Cani lasciati soli, prigionieri di gabbie di un metro e mezzo per due con tre o quattro animali, costretti al letargo forzato tutto il giorno e tutti i giorni per l'intero periodo di chiusura della caccia. Ci sono cani rinchiusi in box completamente al buio, come murati vivi. Il sole crea temperature insopportabili d'estate e i cani non hanno difesa neppure all'ombra dell

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    e basse, spesso inconsistenti tettoie dove il calore ristagna a causa delle lamiere da cui sono circondati. A volte la tettoia tanto piccola e trasparente da permettere un'ombra illusoria. Ma ci sono cani che non hanno neppure questa protezione e sono sottoposti al sole diretto perch legati a catena fissa, corta poco pi di un metro, la quale consente loro soltanto di saltare dal tetto della cuccia fino a terra e viceversa. Questi cani sono costretti a cercare un'impossibile sollievo stringendosi alla parte in ombra della loro cuccia o scavando una buca, profonda al massimo quindici centimetri, sotto di essa. Le cucce sono ripari rudimentali di legno marcio e infetto, bidoni di lamiera, oggetti precari, qualcosa di indefinibile e incompleto. I recinti sono fatiscenti, messi insieme con materiali di ogni tipo, anche lamiere di eternit, senza attenzione per gli spunzoni di ferro che possono ferire (casi di cani dilaniati); le fogne sono

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    inesistenti, gli escrementi e i resti di cibo putrefatto si ammassano sul terreno che non pu essere decentemente lavato perch manca di pendenza, di pavimentazione, di scoli. La derattizzazione viene effettuata senza precauzioni (si notano cumuli di sostanze chimiche ai bordi dei recinti) e i topi avvelenati catturati dai cani possono risultare a loro volta venefici (casi di cani morti). L'ambiente dove sono ammassati i cani risulta pertanto un luogo igienicamente precario, un pericoloso serbatoio di microbi per gli animali e per l'uomo. Ma sapendo quanto grande sia il bisogno di bere per i cani, considerando soprattutto le condizioni in cui sono costretti a vivere, colpisce in modo particolare l'assenza dell'acqua e, quando se ne scorga un po' in fondo ai secchi, questa si presenti gialla e putrida. Sono quasi del tutto assenti i recipienti per il cibo. Pagnotte di pane secco e pezzi di pizza giacciono per terra tra gli escrementi.

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    Eccezionalmente si distinguono nella polvere resti di crocchette e, ancora pi eccezionalmente, pastoni di pane bagnato con avanzi di pomodoro, piselli e bucce di mele. La cosa che pi sconvolge per la solitudine, la segregazione di questi animali, l'isolamento fisico e psicologico, la mancanza di rapporti e di contatti con l'uomo, la costante inedia, il tedio, la cupa tristezza che si legge nei loro occhi. Come potrebbe essere altrimenti? Esclusa la caccia invernale, la loro esperienza di vita unicamente quella catena o i pochi metri di terra sporca. Il giorno e la notte, il sole e la pioggia cadono inesorabili su quella catena e su quella polvere e la presenza umana limitata al nutrimento (?) e alla pulizia (?) si consuma in una manciata di minuti neppure tutti i giorni. Un estraneo che si avvicini ai recinti riscontra all'inizio atteggiamenti aggressivi, denti in mostra, abbaiare furioso, salti contro le reti, a volte schiumare

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    dalla bocca. Ma, man mano che ci si accosta, i cani si ritraggono, quasi fuggono, coda tra le gambe, il loro atteggiamento diviene timido, di soggezione, temono perfino un gesto di carezza. Sono contemporaneamente aggressivi e paurosi e questo suggerisce l'idea che vengano trattati duramente dai proprietari sia per l'addestramento alla caccia, sia per insensibilit e spietatezza. Stremati dai tanti pasti saltati, dalle tante ferite riportate, dalle tante cucciolate partorite, dalle tante angherie sopportate, questi cani sono il simbolo della barbarie umana riconosciuta come sport e addirittura chiamata arte. Il concetto di benessere animale, secondo i parametri fisiologici, ecologici ed etologici suggeriti da vari studiosi (Dr. Roberto Marchesini, Dr. Enrico Moriconi veterinari bioetici) per questi cani non soltanto viene ignorato ma arrogantemente sostituito da un attivo, costante e consolidato maltrattamento. Inverno Duran

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    te l'attivit venatoria i cani sono frequenti vittime di incidenti, spesso anche molto gravi, a volte mortali. Indicativo il fatto che circa il 70% degli studi veterinari organizza, nel periodo di caccia, turni serali e festivi. La vita media di un cane da caccia al cinghiale assai breve, si parla di circa 6 anni. Questo da imputare alle numerose ferite che vengono procurate all'animale durante la battuta di caccia e alle carenti o tardive cure che gli vengono prestate. Lo studio effettuato dall'Universit di Pisa nell'anno 2000 su 118 cani feriti, eloquente. I 118 cani hanno riportato 170 ferite, prevalentemente profonde e con effetto iceberg. supportato anche dalla relazione di bilancio di una squadra tipica follonichese dove, in un periodo compreso tra il 14 novembre 2002 e il 23 gennaio 2003, vari cani della muta sono stati ripetutamente operati (anche 4 volte), quasi sempre per ferite profonde. Va poi considerato che i cani c

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    urati negli studi veterinari non sono la totalit, perch sempre in auge l'abitudine di "rattoppare" personalmente il proprio animale (sono rivelatrici, fra le altre, le istruzioni di pronto soccorso suggerite dai vari siti e che consigliano un antidolorifico in gocce da somministrare al cane dopo averlo "trattato" senza anestesia, nonch le "Operazioni di primo intervento sui cani feriti dai cinghiali" a cura del Dott. Gian Luigi Vannucci che consiglia in caso di sfondamento del torace di "reinserire con delicatezza all'interno i lobi polmonari che si riconoscono perch di colore rosa, possibilmente utilizzando dei guanti di lattice........." e "la rottura della milza va affrontata per controllare l'emorragia annodando lacci o fili alla base dell'organo..........."). Da leggere anche i siti dove i cacciatori si svelano da soli. Ci sembra sia ammissibile un'equivalenza fra queste pratiche e la vivisezione. Alla fine di ogni cacciata re

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    stano sul territorio una miriade di cani sparsi che non sempre possibile recuperare e che frequentemente capita di trovare sul ciglio della strada, investiti da un'auto. Ma anche per quelli feriti pu essere compromessa la salvezza in quanto restano a lungo senza soccorso (vedi indagine dell'Universit di Pisa). Sappiamo che molti animali vecchi, inabili, incapaci, sventrati o mutilati vengono sommariamente soppressi con una fucilata. Alcuni animali sono stati trovati impiccati nei boschi. D'altra parte sufficiente consultare i siti dei cacciatori per rendersi conto delle grandi qualit umane di cui dispongono. Ecco alcuni stralci: "..........io ho ucciso una femmina con la prima fucilata e con la terza ho colpito alla testa un piccolo. Altri due piccoli sono riusciti a sfuggire ma si rimbrancheranno presto e troveranno qualche femmina che si prender cura di loro, niente paura!........" "..........la caccia non uno sport, un

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    'arte........." "E' ancora in uso ma nessuno ne parla, la fucilata con cartuccia piccola nel posteriore del cane che non ascolta il cacciatore."....." Per saggiare la reazione del cane iniziate sempre l'utilizzo del collare elettrico dalla posizione di minimo impulso.....". Dal quotidiano Il Tirreno dell'11 luglio 2002: ".........durante questi avvenimenti sono state abbattute scrofe con porchetti pronti a nascere......" "A parere del CPA ci sono diverse soluzioni prima di togliere la materia prima ai cacciatori paganti." La caccia al cinghiale (Dall'incontro con un esperto: il capocaccia Emilio Bei): "Per cacciare il cinghiale occorrono dai 15 ai 50 cacciatori, mediamente 25-30 persone, ed ognuno deve rispettare delle regola precise. C' un capocaccia che responsabile della battuta, i canari che sono i cacciatori con i cani, le poste che sono i cacciatori che sparano ai cinghiali e i braccali. ............I cani posso

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    no provare a stanarlo ma a volte vengono feriti anche gravemente............" Tale sequela di espressioni e azioni, viene chiamata sport e finanziata dal Coni a suon di miliardi. I cinghiali vengono uccisi con fucili che sparano proiettili equivalenti, come calibro, a quelli da guerra. Gli animali alloctoni (importati dai paesi dell'est) pesano fino a 150 kg, che si sono anche ibridati con i maiali procurando una sorta di inquinamento genetico, immessi irresponsabilmente a migliaia dai cacciatori per la loro attivit venatoria, hanno sopraffatto il cinghiale autoctono di 70 kg. compatibile con gli habitat nostrani. Per esempio La Provincia di Como il 12/12/2003 riporta testualmente che "nel Triangolo Lariano gli ungulati fino ad una ventina d'anni fa erano assenti ed ora stanno prolificando in maniera abnorme". Questi cinghiali vengono accusati di determinare situazioni di pericolo per le persone, le opere, le attivit agricole e l

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    a viabilit stradale (vedi vari articoli dei quotidiani) e perci si promuovono crociate per la loro uccisione (chiamate eufemisticamente e ipocritamente: prelievi, abbattimenti) anche durante i periodi chiusi alla caccia. Per queste cacce in deroga vengono utilizzati ancora i cani prolungandone lo sfruttamento. Per evitare questa caccia in deroga, che aggiunge crudelt a crudelt, durante la quale si uccidono scrofe gravide, lattanti, piccoli, indiscriminatamente, si potrebbero attuare interventi incruenti come installare depositi d'acqua vicino alle colture da proteggere, predisporre aree con foraggiamenti dissuasivi, delimitare zone con recinzioni elettrificate, provvedere alla contraccezione ma, soprattutto, vietare il trasporto di cinghiali vivi. Nella sola regione Piemonte sono attivi, per esempio, 144 allevamenti. Ma sappiamo bene che il mondo venatorio e i suoi alleati non vuole frenare ma intensificare la mattanza e non disposto

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    ad accettare metodi di controllo. Brevi cenni sulle battute di caccia al cinghiale La battuta di caccia al cinghiale si svolge in giorni fissi, su indicazione degli ambiti territoriali di caccia di pertinenza. Sommariamente pu essere descritta cos: i cinghiali sono animali dalle abitudini notturne, di giorno stanno rintanati nella boscaglia. Pertanto, ampie porzioni di territorio vengono circoscritte da cacciatori alla 'posta' mentre i battitori, una volta tracciate le piste, lanciano i segugi verso le prede, per spingere i cinghiali verso i cacciatori appostati. Per legge non si pu sparare agli animali con 'munizioni spezzate', cio cartucce a pallini o pallettoni (un cinghiale ferito diventa molto pericoloso) ma solo con proiettili 'a palla'. Si tratta quindi cartucce con potenza maggiore rispetto alle cacce tradizionali. Inoltre i cinghiali spesso vendono cara la pelle, rivoltandosi contro ai segugi che li braccano e talvolt

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    a ferendoli con le loro zanne. Grande attenzione va posta, da parte dei cacciatori, sia per quanto riguarda il loro campo di tiro, sia per i movimenti nella boscaglia, in luoghi spesso scoscesi, dove anche una scivolata o una caduta pu avere effetti pericolosi e talvolta tragici. Per ci che concerne i possibili incidenti di caccia, le battute al cinghiale presentano dunque un indice di pericolosit pi alto rispetto ad altri tipi di caccia vagante. Non va dimenticato tuttavia che si sono verificati incidenti di caccia dovuti a disattenzioni di altro genere: ad esempio causati da una cinghia del fucile con fibbie o attacchi difettosi e conseguente caduta dell'arma i cui colpi possono scattare, per effetto del rimbalzo sul terreno, anche se il fucile era 'in sicura'. Per questo i buoni cacciatori controllano costantemente l'efficienza dell'arma. (Dallarticolo de "La Nazione" di Forl - "Sparare al cinghiale, l'attivit venatoria pi pericolo

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    sa"). Addestramento Esistono recinti di addestramento in territori boscosi, dove vengono liberati uno o pi cinghiali e quindi i cani che, in questo modo, vengono educati a fiutare la preda e a stanarla. Il cinghiale o i cinghiali devono difendersi dai cani dalla mattina alla sera. I cani che non si dimostrano buoni per la caccia, secondo le conversazioni tra cacciatori: "li sopprimono il che avviene quando non sono pi tanto cuccioli" ma "se sono cacciatori dementi li abbandonano" "i cuccioli invenduti li sopprimono" "se non lavora bene pu essere il pi dolce e carino di questa terra ma finisce in una buca o in un rifugio, deve fare cos perch non pu nutrire e tenere tutti i cani brocchi che incontra" " Displasia? Ma che radiografia, se il cane storpio gli si spara" "Cacciatori che li uccidono senza piet magari con una mazzolata in testa per risparmiare la cartuccia o chi spreca la cartuccia portando via mezza testa al su

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Vivi e Vegeti

    o cane pensando poi di averlo fatto fuori e poi, allontanandosi, se lo ritrova dietro grondante di sangue, senza un occhio e con mezzo naso......."

    rispondi a Vivi e Vegeti
    mar 2 dicembre 2014 11:46
  • Camilla

    Nella mia attivit giornalistica ho intervistato decine e decine di canili, e tutte le persone che li frequentano sanno che il randagismo e l'abbandono sono dovuti principalmente a tre categorie: cacciatori, pastori e allevatori di cani. I cacciatori abbandonano una grande quantit di cani: li abbandonano quando sono feriti e non intendono pagare le spese veterinarie e li abbandonano principalmente quando non sono cani bravi nella caccia. Anche i veterinari che ho intervistato mi hanno raccontato storie agghiaccianti di cani sventrati da cinghiali e i cacciatori loro "proprietari" non si fanno grandi scrupoli a rimetterli in pista nella caccia al cinghiale non appena si rimettono in piedi. I cacciatori sono un serbatoio di voti e di consensi (anche se decrescente) che purtroppo fa gola alla politica, anche per il suo stretto connubio con la fabbrica di armi e munizioni. Per questo continuano a venir concessi loro privilegi inauditi come

    rispondi a Camilla
    mar 2 dicembre 2014 09:48
  • Camilla

    la violazione della propriet privata e la possibilit di sparare anche a distanze molto ravvicinate alle case. Sanno che la loro attivit non gradita alla maggior parte dei cittadini e la loro strategia adesso quella di presentarsi come "ambientalisti". Uccellini vivi tenuti in gabbie al buio per mesi eppoi usati come richiami, infestazione di cinghiali non autoctoni, cani tenuti nei gabbiotti per mesi e mesi l'anno, boschi meravigliosi che diventano infrequentabili per gli spari, mamme di cinghiale (di capriolo di volpe ecc) uccise lasciando cos morire i loro cuccioli ... si estrinseca cos la loro sensibilit ambientalista. Per fortuna i giovani non si fanno irretire e i cacciatori tesserati si riducono ogni anno. Aspettiamo con impazienza la fine di questa pratica anacronistica e violenta.

    rispondi a Camilla
    mar 2 dicembre 2014 09:48
  • Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve

    In merito a quanto accaduto vorremmo commentare non sull onda emotiva, per quanto ne saremmo tentati, ma evidenziando quanto questi episodi siano ancora una volta contro il buonsenso e la legalit In Toscana esiste una legge regionale, la LR 59/09 a tutela degli animali d affezione ed esiste un regolamento attuativo il 53r del 2013 entrambi regolarmente disattesi, la legge regionale all art 5 disciplina in modo chiaro gli obblighi del responsabile ed in particolare l obbligo di garantire la salute ed il benessere del cane e di provvedere a cure e sistemazioni adeguate, deve garantire l equilibrio comportamentale e psicologico evitando situazioni che possono costituire fonte di paura e angoscia. Questo dice la legge, non le associazioni animaliste, per non parlare delle dimensioni dei box. Troppi cani sventrati dai cinghiali, presi a fucilate per sbaglio, tenuti in box, o meglio tuguri, che non rispettano minimamente i parametri dettat

    rispondi a Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve
    mar 2 dicembre 2014 07:33
  • Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve

    i dalla normativa, troppi cani da caccia recuperati vaganti ovviamente senza microchip (anche questo contro la legge). E questo che vogliamo dire, la potente casta dei cacciatori si pu permettere di infischiarsene della legge, pu mandare i cani a morire, pu maltrattare, pu liberarsi di un cane scomodo perch troppo buono e inadatto alla caccia. Non sono tutti cos? Ne siamo felici, ma i fatti parlano, i cani vaganti si trovano, i box sono fatiscenti, i cani muoiono. Lo sappiamo, vediamo, ci viene segnalato. La gente, quella seria, onesta, che rispetta la legge, che ha un cuore, vede e segnala ed sempre di piu. Nessuno pu chiedere di amare un cane, ma di rispettare la legge s, segnalate alla polizia municipale, alla forestale, alla polizia provinciale, se le istituzioni intervengono, giustamente, perch portate il cane sciolto in macchina, o non raccogliete le deiezioni (pessima abitudine), altrettanto devono intervenire di fronte alle si

    rispondi a Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve
    mar 2 dicembre 2014 07:33
  • Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve

    tuazioni che abbiamo descritto, con buona pace dei cacciatori, che fino a prova contraria sono cittadini come noi

    rispondi a Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Mugello Valdisieve
    mar 2 dicembre 2014 07:33
  • Alessandra Alleva

    Vorrei che tutti gli estimatori/estimatrici di tortelli al sugo di cinghiale, che frequentano le tante sagre estive che si svolgono sul nostro territorio, riflettessero su quanto dolore e sangue contengono quelle belle portate. Anzitutto dei cinghiali, che sono animali duri a morire, che anche feriti a morte continuano a smaniare per un pezzo e magari a correre per andare a morire chi sa dove e dopo quali sofferenze. L'ho imparato da un libretto della Federcaccia dal titolo invitante " l'etica del cacciatore" che un mio collega cacciatore e orgoglioso proprietario di un pregiato "cane da sangue" mi regal nel tentativo credo di riabilitare la caccia ai miei occhi. Ora nel libretto si spiega con eloquenti vignette che tipo di mosse, contorsioni, salti urli, corse, fa il cinghiale a seconda di quale parte stata colpita, anche organi vitali, cos che dopo necessario il "cane da sangue" che lo ritrovi seguendo la scia. Bisogna anche consid

    rispondi a Alessandra Alleva
    mar 2 dicembre 2014 12:55
  • Alessandra Alleva

    erare che nella carne di un cinghiale che muore dopo una sofferenza cos' intensa e prolungata si producono delle tossine nocive per la salute di chi la mangia, forse pi dei radionuclidi trovati tempo fa nei cinghiali, a causa sembra della loro abitudine di mangiare funghi. In secondo luogo la sofferenza e il dolore dei cani, giacch nella caccia al cinghiale il ferimento e la morte dei cani un evento frequente e per nulla imprevisto. Basta andare davanti ad un ambulatorio veterinario che faccia questo servizio nelle domeniche di caccia al cinghiale per vedere passare cani barellati con le budella di fuori, sanguinanti,occhi sbarrati, che tremano forsennatamente per il trauma subito. Mi capitato per caso un paio di volte, ed ho giurato che d'ora innanzi avrei aspettato il luned a portare i miei animali . Che non sia un evento eccezionale il ferimento e la morte dei cani nella caccia al cinghiale lo dimostra il fatto che le squadre ci

    rispondi a Alessandra Alleva
    mar 2 dicembre 2014 12:55
  • Alessandra Alleva

    tengono ad organizzare le sagre perch cos ricavano i soldi necessari per coprire le ingenti spese veterinarie, a volte vere e proprie operazioni. Infine ,in ordine di incidenza, bisogna considerare il pericolo per gli esseri umani di questa caccia concitata con munizioni pesanti, anzitutto gli stessi cacciatori delle squadre, ma anche semplici passanti coinvolti loro malgrado, anche perch raramente vengono apposti in maniera efficace cartelli che avvisano della battuta. A chi dice che necessaria la caccia al cinghiale perch sono troppi, rovinano le colture e creano incidenti sulla strada, faccio notare che da anni e anni che si fanno questi abbattimenti eppure la situazione non migliora, anzi, ce n' sempre di pi, idem per i caprioli, ma anche per le volpi. La spiegazione di questo apparente paradosso detto in 4 parole fondamentalmente che gli animali selvatici hanno meccanismi di autoregolazione della riproduzione che fanno s che ad

    rispondi a Alessandra Alleva
    mar 2 dicembre 2014 12:55
  • Alessandra Alleva

    es i cinghiali abbiano una fertilit molto pi alta quando la caccia intensa perch raggiungono la maturit sessuale prima e con un peso inferiore. Poi , a causa della rigida struttura sociale, se ad essere uccisa la femmina dominante che va in estro una volta l'anno, sincronizzando l'estro di tutte le altre, succede che tutte le restanti femmine diventano feconde pi volte l'anno e quindi si riproducono in modo incontrollato. Altre pratiche sempre legate alla caccia, favoriscono il moltiplicarsi come il foraggiamento legale o illegale con cui i cacciatori nei mesi invernali, per fidelizzarli alla loro zona di caccia, forniscono un cibo innaturale agli animali che ben nutriti,si riproducono pi presto in primavera con una discendenza pi robusta e numerosa.( per approfondimenti cercare sul web anche il concetto etologico di" portanza del territorio") Ma ci va benissimo per i cacciatori, la caccia che perpetua se stessa. Facciamo cessare

    rispondi a Alessandra Alleva
    mar 2 dicembre 2014 12:55
  • Alessandra Alleva

    la domanda,cesser anche l'offerta.

    rispondi a Alessandra Alleva
    mar 2 dicembre 2014 12:55
  • marchi mauro

    societ sana e corretta esiste davvero? bello criticare , bello usare parole al proprio mulino. sono cacciatore e non amo la caccia al cinghiale, i metodi e a volte l'arroganza, questa ultima patrimonio di tutti. non amo chi offende e chi di parte, mi piace la discussione e il giusto equilibrio specialmente quando l'autunno lascia il posto all'inverno e gli animali trovano poco cibo e per il bosco, in quella occasione,avverto i compiacimenti verso il cacciatore, non avverto la presenza di coloro che parlano di natura, che per sei mesi criticano su tutto e tutti. buoni samaritani. molti dimenticano gli equilibri da mantenere e non stravolti come sono ora. un discorso molto delicato che dovrebbe portare a soluzioni , invece si fa di tutto per addossare ai cacciatori ( dove idioti ne esistono, ma non sono i soli)tutte le colpe di questo mondo dimenticando tutto il resto. acque inquinate forse proprio dell'azienda dove lavori, dalle disc

    rispondi a marchi mauro
    lun 1 dicembre 2014 10:59
  • marchi mauro

    ariche a cielo aperto, dagli investimenti sulle strade dai bocconi avvelenati ecc ecc. non voglio difendere nessuno, ma vorrei che si riflettesse su tutto non solo su cui ci fa comodo.

    rispondi a marchi mauro
    lun 1 dicembre 2014 10:59