I passaggi da una stagione all'altra possono rappresentare una vera e propria “sfida” per il nostro organismo e minare l'equilibrio psico-fisico dei soggetti più sensibili a questo cambiamento, in particolare vedremo come il passaggio dall’estate all’autunno possa influenzare il nostro benessere ed equilibrio psicologico. Con l'arrivo dell'autunno le giornate si accorciano, l’intensità dei raggi solari diminuisce e arriva il brutto tempo. Assistiamo, quindi, a una diminuzione delle ore di luce solare e a un aumento delle ore di buio, che sembra essere il fattore “scatenante” il malessere psicologico.
Gli psicologi parlano di Disturbo Affettivo Stagionale (Seasonal Affective Disorder - SAD), una sindrome caratterizzata da una sintomatologia precisa che si presenta sempre e soltanto nello stesso periodo dell’anno (Rosenthal et al., 1984). Nel DSM-V (Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali – V Edizione) il SAD è classificato come una variante stagionale del Disturbo Depressivo Maggiore.
La sintomatologia di questo disturbo comprende sia sintomi fisici che psicologici. Tra i sintomi fisici troviamo: stanchezza, affaticamento, percezione di una peggiore qualità del sonno, aumento dell’appetito, specialmente di carboidrati, pigrizia, minor concentrazione nel lavoro e nello studio, emicranie; tra i sintomi psicologici si possono elencare: umore depresso, ansia, irritabilità, rimuginazione, tristezza, difficoltà ad alzarsi la mattina, nervosismo e irrequietezza.
La comparsa di questa sintomatologia è da imputare proprio alla diminuzione delle ore di luce e all’aumento delle ore di buio, cosa che altera il ritmo circadiano e fa variare nel nostro corpo la produzione di determinati ormoni. La riduzione delle ore di luce diminuisce la produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore”, ed ecco allora comparire l’umore depresso, l’irritabilità e la ricerca di carboidrati con l’alimentazione. L’aumento delle ore di buio fa aumentare, invece, la produzione di melatonina, responsabile della sonnolenza, del maggior senso di fatica e della minor concentrazione nelle nostre attività quotidiane che caratterizza questo periodo dell’anno e che ci fa sentire spenti. Contemporaneamente a ciò e come conseguenza, si verifica un incremento nella produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, innescando così un circolo vizioso che si autoalimenta e che è difficile da spezzare. Il Disturbo Affettivo Stagionale sembra essere causato anche da una minor sintesi nell’organismo di vitamina D, indispensabile nella regolazione della produzione di serotonina. La vitamina D, infatti, viene sintetizzata dalla pelle in seguito all’esposizione ai raggi solari, esposizione che con l’arrivo dei mesi autunnali cala drasticamente.
Questo disturbo sembra colpire in misura maggiore gli anziani rispetto ai giovani e le donne rispetto agli uomini, queste ultime sembrano essere maggiormente colpite a causa delle variazioni ormonali tipiche del ciclo mestruale. Il Disturbo, essendo correlato alla minor esposizione alla luce solare, si diffonde in maniera esponenziale nei paesi nordici man mano che ci si allontana dall’Equatore, mentre vicino all’Equatore l’incidenza è irrisoria se non nulla.
La popolazione più vulnerabile è quella già affetta da alterazioni neurologiche o psicologiche del tono dell’umore, del ritmo sonno-veglia, o in generale chi presenta sintomi depressivi e ansiosi. Questo succede perché i cambiamenti che l’organismo subisce con il cambio di stagione acutizzano i disturbi preesistenti e amplificano il quadro sintomatologico che la persona sta già vivendo.
Ma vediamo adesso i metodi e gli accorgimenti da adottare per migliorare la nostra salute psico-fisica con l’arrivo dei mesi invernali.
Il metodo più efficace e che comporta meno effetti collaterali è sicuramente la fototerapia. Essa consiste nell’esposizione controllata del soggetto ad una luce artificiale detta “light-box” simile a quella naturale solare. Questa esposizione stimola la produzione dei neurotrasmettitori che agiscono sul tono dell’umore e sul ritmo circadiano. L’esposizione può anche essere fatta alla luce naturale del sole durante il bel tempo, trascorrendo più tempo all’esterno anche nei mesi invernali. Un altro metodo consiste nella terapia farmacologica con antidepressivi serotoninergici (SSRI), qualora la sintomatologia dovesse presentarsi con severità. Anche la terapia farmacologica è da seguirsi sotto stretto controllo medico e mai in contemporanea a terapie fitoterapiche poiché esse possono interagire con le molecole farmacologiche. I sintomi depressivi, inoltre, possono essere alleviati mediante assunzione di vitamina D durante l’inverno che come abbiamo visto regola la sintesi della serotonina. Un altro metodo che può venire in aiuto per combattere la sintomatologia depressiva e ansiosa causata dal disturbo è la psicoterapia, che aiuta a trasformare i pensieri e le emozioni negative rendendo il soggetto più consapevole dei propri stati emotivi interiori e dei propri pensieri e comportamenti. Infine, possiamo mettere in atto una serie di accorgimenti quotidiani durante tutto l’anno e specialmente durante i mesi invernali: essi consistono in una migliore gestione dello stress, nell’aumento dell’esercizio fisico e delle attività all’aperto, anche nei giorni nuvolosi, e nel rendere i propri ambienti domestici, di studio o lavoro, più luminosi e soleggiati.
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Riferimenti Bibliografici:
(DSM-V, 2014) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (quinta edizione) 2014. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Dott.ssa Francesca Lazzeri Psicologa