In un teatro pieno di cittadini si è svolto il confronto tra il nostro candidato sindaco, espressione del campo progressista e di sinistra, Francesco Tagliaferri e lo sfidante Carlà.
Dopo una campagna dai toni accesi che ha abbassato il livello di civiltà e serenità del dibattito politico, dimostrato anche dai commenti scritti sotto la diretta social dell’evento, Francesco ha espresso il nostro programma con competenza, pacatezza, fermezza senza mai cercare di schiacciare il pensiero dell’avversario. Visibilmente felice e emozionato di parlare alla propria comunità, sono stati esposti progetti e visioni su bilancio, opere pubbliche, unione dei comuni, politica locale e spazi per i giovani e per la comunità tutta.
Spiace di aver assistito al gioco di rimessa del sindaco uscente, incentrato più sullo screditare le proposte della nostra lista piuttosto che formularne di interessanti. Francesco ha parlato di futuro, di cose da fare difficili ma non impossibili; Carlà si è basato sul passato, più distopico che reale, distorcendolo a proprio conto, beandosi per convincere più se stesso che gli altri, utilizzando un atteggiamento autoritario più che autorevole.
Le sensibilità sono ovviamente diverse, diversi sono i campi in gioco d’altronde. Abbiamo (perché parla Francesco a nome di una squadra) ribadito la centralità di un’Unione dei Comuni forte, che lavori in ottica di insieme per una programmazione organica e non dei campanili, perché noi ci crediamo. Dal canto suo Carlà, dopo aver millantato una “grande collaborazione” con l’Unione, ha ribadito come quest’ultima sia invece un elemento di secondo livello, un “condominio” nel quale i vari comuni si trovano, loro malgrado verrebbe da dire sentendo queste parole. Successivamente, incalzato sull’entità del debito verso l’Unione, ha ammesso di aver intrapreso vie legali contro la medesima.
Eravamo a teatro ma la cosa importante era non indossare maschere. Francesco ha portato calma a ogni intervento e anzi, ha ribadito il fatto che lui sarà il sindaco di tutti, anche dei critici, perché il diritto alla critica deve tornare a essere percepito in questo nostro paese.
Parlavamo di maschere, Carlà è sembrato un moderno Moscarda, passando da uno, nessuno e centomila. Prima ha rivendicato il suo buon ascolto, poi ha alzato la voce più volte; ha indossato i panni della vittima prima e dell’uomo solo al comando poi.
Che dire del finale? Tagliaferri ha fatto un appello al voto carico di speranza e ottimismo, invitando la cittadinanza a scegliere per il proprio futuro, qualsiasi sia la propria posizione e ribadendo che domani ci sarà spazio e ascolto per tutti e tutte. Carlà invece è arrivato al climax della propria commedia contestando gli applausi che la platea ha rivolto al suo avversario in quanto, a suo dire, provenienti da persone che sono state da lui ricevute dunque in qualche modo irriconoscenti. Il sindaco di tutti insomma non dimentica gli applausi, il
sindaco di tutti non ama esser contraddetto. Non avevamo mai visto un sindaco che più volte si rivolge al pubblico aggressivamente, quasi costringendolo a schierarsi, che si rivolge a un teatro durante un appello al voto gridando più volte “alzi la mano chi non è stato ricevuto”, Carlà ci ha regalato anche questa emozione, amministrativamente parlando speriamo davvero sia stata l’ultima, non possiamo infatti sottolineare abbastanza quanto certi atteggiamenti siano lontani dalla nostra idea di fare politica.
Non avevamo alcun dubbio, tuttavia dopo ieri sera, crediamo che la scelta per una guida seria e responsabile ricada inevitabilmente su Francesco Tagliaferri, il miglior regalo che possiamo fare per il futuro di questo paese.