Chioschi-Gate. Omoboni passa all’offensiva © n.c.
Incalzato dagli attacchi, compatti, delle opposizioni borghigiane, durante il consiglio comunale di ieri, il sindaco Paolo Omoboni è intervenuto sulla questione dei Chioschi abusivi da demolire e sulle indagini in corso della Procura di Firenze, in cui risulterebbero invischiati diversi nomi della politica locale. Dalle vecchie amministrazioni a quelle attuali. Omoboni è stato duro: la vicenda amministrativa va scissa da quella giudiziaria. «I fatti sono questi: una volta ricevute le comunicazioni dagli enti sovraordinati competenti per materia – ha precisato senza risparmiarsi - questa amministrazione si è attivata per realizzare le appropriate istruttorie tendenti a riesaminare la situazione nei confronti dei soggetti assegnatari dei ‘Posteggi Fuori Mercato’». E ancora: «Faccio presente che il 25/08/2015 questa amministrazione ha ricevuto dalla Procura una segnalazione in merito ai manufatti esistenti nel territorio di Borgo San Lorenzo a seguito di parere espresso dalla Regione Toscana. Proprio sulla base del parere espresso dalla Regione, abbiamo valutato le pratiche oggetto della domanda di attualità». Quindi l’ufficio Tecnico avrebbe «immediatamente attivato le idonee procedure previste e disciplinate dalle vigenti normative, avviando apposite istruttorie, caso per caso, e sempre e comunque in contraddittorio con le parti interessate, alle quali sono state garantite tutte le cautele procedimentali di legge». E di conseguenza «solo a conclusione dei singoli procedimenti e delle risultanze delle istruttorie sono state emesse le ordinanze per la demolizione di opere eseguite senza idoneo titolo edilizio e la rimessa in pristino dei luoghi; e questo solo nei confronti di quelle situazioni risultate contra legem». Poi la stoccata: «Un percorso amministrativo lineare, legittimo e trasparente: non credo che ci sia nessuno che possa affermare il contrario. Presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro». Altra faccenda è quella giudiziaria. L’ipotesi dell’inchiesta fiorentina sarebbe quella del reato abuso d’ufficio per tutti i consiglieri di maggioranza che approvarono la delibera del nuovo regolamento del commercio nell’aprile 2014. In primis il sindaco Bettarini, e poi Omoboni, allora consigliere comunale. Ma il diretto interessato ne è convinto: «La vicenda giudiziaria merita pochissime parole. I consiglieri della passata amministrazione, tra i quali alcuni oggi ricoprono incarichi di amministratori locali, non sono mai rimasti coinvolti in alcuna vicenda giudiziaria. Lo dimostra il fatto che nessuno di loro, tra cui il sottoscritto, hanno ricevuto per la questione a cui fate riferimento l’avviso di conclusione delle indagini, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio». Anche se: «Ho saputo che questo avviso è stato ricevuto da alcune figure tecniche e amministrative coinvolte nelle indagini e mi auguro che la questione sia dagli stessi chiarita nei modi e nei termini previsti dall’attuale legge confidando, come sempre, nell’operato della magistratura». La conclusione non ha lesinato critiche, con Omoboni che si è scagliato contro quel «vergognoso sciacallaggio politico» perpetrato ai danni degli ex-consiglieri. «Per quello che mi riguarda e per quello che riguarda i consiglieri della passata amministrazione posso tranquillamente dire che sono stato sentito e sono stati sentiti sulla questione e abbiamo dato tutte le spiegazioni necessarie per far luce sui fatti. Prova ne è la circostanza oggettiva che non è pervenuto al sottoscritto alcun avviso di conclusione delle indagini; né mi risulta sia pervenuto a coloro che alla data del 9 aprile 2014 rivestivano il ruolo di consigliere comunale (…) Chi oggi accusa gli ex consiglieri comunali di corresponsabilità, conosce la differenza tra il lavoro del consiglio e degli altri soggetti della macchina comunale? E se, come affermato pubblicamente da qualche consigliere comunale, con accuse gravi delle quali potrebbe essere chiamato a rispondere, a suo tempo era consapevole di violazioni o reati, perché non l’ha denunciate? Infine l’affondo, diretto alle opposizioni colpevoli di un attacco ad personam: «La lista dei consiglieri di opposizione ‘Uniti contro l’Omoboni’ dopo aver dibattuto settimane sul gossip politico dei partiti di maggioranza adesso trova in una presunta vicenda giudiziaria un ulteriore elemento per costruire la loro base di programma per presentarsi alle elezioni nel 2019. Alla faccia dei contenuti e del garantismo professato da qualcuno solo quando fa comodo. Vi è andata male. Parlano i fatti, più che le supposizioni. Come per la vicenda Multipiù, sulla quale abbiamo, dopo anni, fatto chiarezza e siamo ricorsi in giudizio per difendere le risorse pubbliche. Oggi siamo qua a rivendicare di non temere nulla, perché errori ne potremmo fare, ma sempre con grande onestà e per unico scopo: una buona amministrazione della cosa pubblica. I cittadini, e non gli sciacalli, sapranno giudicare il nostro lavoro». Parole al vetriolo quelle del sindaco, che dopo aver incassato le accuse nei giorni scorsi, ha ribattuto punto per punto; per poi passare all’offensiva. Le conseguenze non tarderanno ad arrivare. Due gli scenari: la chiusura delle polemiche o il loro inasprimento. Sull'argomento arriva anche una presa di posizione di Forza Italia. (clicca qui per leggere l'articolo su OK!Mugello)


