“Neanche le morti sulle strade o il pericolo concreto per anziani e bambini fanno capire che bisogna intervenire. I cinghiali hanno fame e sete, non si fermano neanche davanti ai recinti elettrici perché magari uno prende la scossa, ma gli altri corrono e riescono a entrare. Noi vogliamo bene agli animali ma quando si supera il numero massimo bisogna intervenire. Altrimenti non ci lamentiamo se poi i problemi saranno sempre maggiori”.
A dirlo è il vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, Ritano Baragli, a proposito anche dell'ultimo episodio a Firenze in cui i cinghiali hanno invaso gli orti sociali di Villa Bracci. (articolo qui)
"Ormai non mi stupisco più di niente – ha aggiunto Baragli -. Il cinghiale è un animale molto pericoloso, ciò che è accaduto a Villa Bracci non andrebbe sottovalutato. E invece si continua a farlo. Gli esemplari femmina, ad esempio, per difendere i propri piccoli sono in grado di attaccare al minimo movimento brusco.
Immaginiamo che questo accada in un orto sociale, con all'interno molti anziani: può diventare una strage. Però, ripeto, neanche i morti sulle strade fanno intervenire chi dovrebbe intervenire. Quindi c'è poco da sperare”.
Oltre alla pericolosità c'è anche l'aspetto economico da tenere in considerazione. “I recinti hanno un costo elevato – ha concluso Baragli -. Costano dai 25 ai 30 euro a metro, a seconda della tipologia di recente. Quindi un forte investimento in un momento difficile che, oltretutto, può diventare inutile se di fronte ti trovi moltissimi animali di questo tipo”.