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Comunità energetiche: in Mugello un summit tra imprese, politica, ricerca e rete distributiva per facilitarne la diffusion

Le richieste di CNA: installazione facile, incentivi adeguati e possibilità di vendita diretta del surplus senza intermediazione alcuna

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CNA CNA © CNA
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Il modello “alternativo” (già allo studio per la sede CNA di Borgo): coniugare comunità energetiche e welfare aziendale

Sulle comunità energetiche si è sentito e si sente molto parlare, ma difficilmente in modo chiaro, cercando di spiegare al sistema imprenditoriale le opportunità sottese allo strumento.

Proprio per questo CNA Mugello, in collaborazione con We.Co, ha organizzato “Come realizzare una comunità energetica per le imprese del Mugello", un workshop a cui hanno partecipato ieri rappresentanti di “tutta la filiera coinvolta”: le imprese (Massimo Capecchi, presidente Cna Mugello, Giacomo Cioni, presidente CNA Firenze Metropolitana, Marco Falorni, direttore commerciale We.Co), il sistema politico (Federico Ignesti, sindaco Scarperia e San Piero, Marco Bailo, sindaco Magliano Alpi), quello amministrativo (Jonathan Magliozzi, Agenzia Regionale Recupero Risorse, Sergio Olivero, coordinatore iniziativa Magliano Alpi), la ricerca (Carlo Carcasci, Università di Firenze, Fabio Iannone, Scuola Superiore Sant'Anna, Marco Raugi, Università di Pisa) e la rete distributiva (Stefano Poli, e-distribuzione, Sandro Pinzauti, e-distribuzione).

 

Obiettivo della giornata di lavori quello di porre le basi per la realizzazione di Comunità energetiche a partire sia dalle esigenze delle imprese che dal superamento delle difficoltà che incontrano.

 

"Quello delle comunità energetiche è un argomento che ci sta particolarmente a cuore, venuto drammaticamente alla ribalta negli ultimi tempi sia per la sempre maggiore necessità di energia pulita a causa dell’inquinamento globale, sia per la guerra tra Russia e Ucraina che ci ha spinti a riconsiderare le modalità di approvvigionamento energetico – ha spiegato Massimo Capecchi - Il Mugello, come moltissimi altri territori dell’area metropolitana, è caratterizzato da insediamenti produttivi fatti da PMI per le quali lo strumento delle comunità energetiche potrebbe rappresentare una reale opportunità, visto che le aziende (e dunque i tetti dei capannoni) sono tantissime (1430 imprese attive solo tra manifatturiero e costruzioni). Ma occorre che vengano sostenute e non osteggiate da assurde burocrazie che, spesso, ci impediscono di portare a termine i progetti”.

“Ci aspettiamo regole semplici per chi deve investire in energie rinnovabili: niente bandi complicati e nessun click day, ma incentivi che, appositamente, riguardino gli investimenti per la produzione di energia. Parimenti necessario consentire la vendita diretta del surplus prodotto dalla comunità a chi, imprese e cittadini, ne abbia bisogno, superando la mediazione dei fornitori di energia che pagano poco il produttore e fanno invece pagare alquanto l’acquirente. Infine, se realmente vogliamo che questo paese sia indipendente dal punto di vista energetico, dobbiamo facilitare l’installazione di impianti senza i vincoli e i lacciuoli attuali, spesso privi di senso” ha commentato Giacomo Cioni.

“L’azione della costituzione delle comunità energetiche è molto importante perché permette di modificare i nostri comportamenti avendone un effettivo beneficio che ricade non solo sulle imprese ma anche sui cittadini. Un beneficio che potrebbe essere ancora maggiore se si riuscissero a diminuire i costi di intermediazione: è necessario che la politica si adopri per ridurli, trasformandoli così in ulteriori benefici per la comunità energetica e i soggetti che la costituiscono - ha detto Federico Ignesti È necessario che le norme urbanistiche agevolino la transizione energetica perché ad oggi sono abbastanza complesse e non facili da superare per i vincoli presenti sia nei centri abitati che nelle aree produttive”.

“WeCo vuole essere un’impresa sostenibile nel lungo periodo, e per questo si impegna in tre direzioni: non soltanto quella economica, ma anche quella sociale e quella ambientale: la comunità energetica rinnovabile è perfetta perché racchiude in sé questi tre obiettivi. Più comunità energetiche ci sono e più opportunità di sviluppo ci sono per WeCo che produce sistemi di storage energetico; le comunità energetiche poi consentono benefici per l’ambiente perché razionalizzano l’utilizzo dell’energia prodotta, e per la società su cui vengono distribuiti gli incentivi. Siamo dunque lieti di contribuire alla diffusione di questo soggetto che speriamo contribuisca presto a migliorare la gestione energetica per il nostro paese” ha commentato Giuseppe Nicolella, direttore operativo WeCo.

Comunità nel vero senso della parola per CNA che sta studiando il modello in modo da coniugarle con il welfare aziendale. Ogni impresa potrebbe infatti costituire una comunità energetica con i propri dipendenti ed erogare quindi il guadagno come welfare aziendale.

Non solo parole, ma anche fatti: CNA Mugello ha già infatti commissionato all’Università di Firenze un apposito studio per la sua sede di Borgo San Lorenzo: l’installazione di pannelli fotovoltaici di taglia ottimale sul tetto dell’edificio (utili a coprire solo i fabbisogni della sede, ma potrebbero essere aumentati per soddisfare fabbisogni maggiori), con un tempo di ritorno dell’investimento di circa 5 anni, consentirebbe di creare una comunità energetica con i dipendenti della sede con risparmio di circa una bolletta elettrica l’anno a famiglia (20 famiglie circa).

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