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Concorsi pubblici, come aumentare le possibilità di successo con la giusta preparazione

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concorso pubblico concorso pubblico © Markus Spiske
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I concorsi pubblici rappresentano uno dei principali canali di inserimento nel mondo del lavoro; a seconda dei ruoli messi a bando, possono essere accessibili a candidati in possesso del diploma di scuola superiore o di una laurea specifica. Il titolo di accesso dipende sostanzialmente dal profilo professionale ricercato dall’ente che ha bandito il concorso, nonché dall’inquadramento previsto per le risorse da assumere. 
Naturalmente, l’esito delle prove di selezione varia (e di molto) in base al tipo di concorso; sulla percentuale di successo incide solo in minima parte il titolo di studio posseduto dai candidati, così come l’esperienza pregressa maturata in ruoli professionali affini. Basti pensare, ad esempio, che il concorso ordinario per la scuola che si è svolto quest’anno ha fatto registrare una percentuale altissima di bocciati (il 90% circa dei candidati non ha superato la prova scritta). Riscontri analoghi sono emersi dal concorso in magistratura del 2019, nel quale solo il 5% degli iscritti è riuscito ad accedere alla prova orale.

Da ciò è facile intuire quanto lo studio preparatorio sia importante per aumentare le proprie chance di superare le prove previste dall’iter di selezione di un concorso pubblico. Naturalmente, le possibilità di successo dipendono anche da altri fattori ma è indubbio che studiare utilizzando un metodo razionale ed efficace resti il modo migliore per affrontare le prove scritte nell’ambito di una procedura di concorso pubblico. In questo articolo, vediamo quali sono i metodi e le tecniche di preparazione più efficaci.

Individuare le materie da studiare

Le materie oggetto della prova scritta sono naturalmente attinenti al profilo professionale ed alle mansioni assegnate a quest’ultimo. Di conseguenza, al netto di una batteria di quiz afferenti alla cosiddetta ‘cultura generale’, il test include quesiti specifici o ‘settoriali’. Le materie sono indicate - in maniera più o meno generica - nel bando di concorso, all’interno di un’apposita sezione; il consiglio, quindi, è di leggere anzitutto con attenzione il documento (disponibile sul sito ufficiale dell’ente che organizza la procedura concorsuale). Appuntare materie ed argomenti è un buon modo per circoscrivere al meglio le aree sulle quali concentrarsi maggiormente in fase di preparazione, al fine di organizzare lo studio in maniera ottimale.

Organizzare lo studio

Fatta una stima degli argomenti da studiare (o ripassare), è bene organizzare in maniera metodica le varie fasi di preparazione. Per prima cosa, è necessario focalizzarsi sulle aree più ostiche, cercando di limare il più possibile mancanze e lacune di vario genere. Circa l’organizzazione, in concreto, delle ore di studio, non esiste una formula vincente buona per tutte le stagioni: ciascuno matura, nel corso della propria carriera scolastica e accademica, un personale metodo di studio, e non c’è motivo per adoperarlo anche in vista dei test di un concorso pubblico.

Dopo la fase iniziale di studio o ripasso, occorre procedere al consolidamento delle nozioni acquisite. A tale scopo, è possibile sfruttare le banche dati dei quiz dei concorsi online, disponibili su portali specializzati come Concorsipubblici.com. Risorse di questo tipo consentono di verificare il livello di preparazione raggiunto e valutare la necessità di ripassare alcune materie o continuare a fare pratica con i test di prova.

Allenarsi a gestire il tempo

I test scritti della maggior parte dei concorsi pubblici consistono in quesiti a risposta multipla, da risolvere entro un lasso di tempo prestabilito. Pertanto, i candidati hanno mediamente un minuto (massimo due) da dedicare a ciascuna domanda; gestire bene il tempo, quindi, è fondamentale per svolgere al meglio la prova. Ma come abituarsi a gestire in maniera funzionale il tempo a disposizione? Basta usare un po’ di buon senso, ossia dare prima le risposte che si conoscono con assoluta certezza, così da guadagnare secondi preziosi, da dedicare alle domande più ostiche. È importante anche abituarsi a gestire il tempo sotto pressione, magari avvalendosi delle già citate banche dati online ma utilizzando un timer per monitorare il tempo medio impiegato per rispondere ad una ‘batteria’ di quiz.