Da autista Sita a campione internazionale. Emilio Materassi: ricordo di un mugellano © n.c.
In questi “revival” di anniversari che ci ha consegnato il Terzo Millennio, non possiamo non menzionare il 90° anniversario della morte di Emilio Materassi (1928-2018), uno dei più noti sportivi mugellani del primo ‘900, un grande pilota, un invitto campione dell’automobilismo italiano. Da una vecchia famiglia e stimata famiglia borghigiana, Emilio Materassi nacque il 1 novembre 1894 da Francesco e Annunziata Poli, quarto figlio dopo Teresa, Fernanda e Agnese. Dopo aver trascorso la sua infanzia nella conoscenza della storia e della tradizione del paese natio (un suo pro zio, che si chiamava anch’esso Emilio, fu Pievano a Santa Maria a Fagna), si appassionò allo sport attivo divenendo giovane ciclista nel Club Ciclo Appenninico 1907 (ne fu addirittura presidente nel 1923), quindi podista nell’A. S. Fortis Juventus 1909, per poi inserire il suo nome in alcune associazioni religiose e civili, come la Misericordia e la Società Operaia di Mutuo Socorso. Assunto come autista della S.I.T.A, il nostro Emilio era conosciuto come uno dei più bravi e spericolati autisti; simpatico ed esuberante la sua bravura veniva misurata quando era al volante delle pesanti corriere sulle malagevoli strade dei Passi della Colla, del Giogo e della Fuita. Poi la passione per le vetture da corsa, i primi approcci, le prime gare, i primi allori. Era nato un grande campione e il Mugello in quei tempi di fame e di miseria era orgoglioso di questo suo figlio che si imponeva all’attenzione mondiale nel campo dell’automobilismo. Gli anni che lo videro quasi come prim’attore iniziarono praticamente dal 1924 e 1925 e leggendo il suo intenso curriculum, sia nelle gare disputate in tutta Europa e in Africa e parallelamente le sue vittorie ci vorrebbe ben altro spazio per una più ampia e copiosa descrizione. Dalla Spagna alla Francia, dall’Italia alla Germania, dal Portogallo al Belgio, dal Marocco alla Libia all’allora Tripolitania, è stato un susseguirsi di allori e di vittorie. E poi come non ricordare che il nostro Emilio amava costruirsi da se le sue vetture; la mitica “Itala 2500”, la poderosa “Talbot 2000”, la sgusciante “Isotta 2000”, la leggendaria “Bugatti”; ecco alcune fra le più rinomate case automobilistiche dove Materassi correva, accanto a piloti che hanno fatto la storia come Masetti, Brilli Peri (Montevarchi paese natio dedicò a questo grande pilota lo stadio comunale), Nuvolari, Barzacchini, Williams, Maserati, Spinozzi, Bordino, Chiron, Varzi e tanti altri che hanno fatto la storia prima e la leggenda poi negli anni ‘20 e negli anni ’30 dell’automobilismo inteso come competizione agonistica. Gli anni ‘30 purtroppo non videro mai le gesta di Emilio Materassi, poichè domenica 9 settembre del 1928, durante il Gran Premio d’Italia a Monza, mentre era in terza posizione perse il controllo della sua “Talbot” per un improvviso guasto piombando sulla folla; fu una carneficina; insieme a Materassi morirono 22 persone e ci furono 43 feriti. A distanza di 90 anni, il suo nome, le sue gesta le sue vittorie, si sono diluite nel tempo, anche se è stato scritto un bel libro dell’amico Parigi e una statua in bronzo dello scultore Mario Ferretti è collocata al Bivio delle Mozzete dove prendeva il via il Circuito del Mugello e questo grazie ad un Comitato pro tempore di cui era presidente l’amico Lanfranco Villani, che riuscì con tanti sacrifici ed altrettanti schiaffi morali poiché nessuno o quasi voleva la statua del campione ( Borgo San Lorenzo paese natio in primis: che vergogna!!) a portare a buon fine la collocazione della stessa statua di Materassi, grazie all’allora amministrazione comunale di San Piero a Sieve. La storia non va mai nascosta, ritorna sempre a galla a ricordarci ed a raccontarci le gesta di un grande Uomo, di un Campione, di un vero Mugellano. Riposa nella Cappella principale del cimitero della Confraternita di Misericordia di Borgo San Lorenzo e proprio il 9 settembre 2018, abbiamo sentito il dovere di rendergli omaggio, ponendo un fiore sulla lastra tombale dove riposano i resti di un grande borghigiano. Nelle immagini a corredo, alcune della quali inedite, la vita sportiva di Emilio Materassi. (Foto e archivio A. Giovannini)



Matteo
Salve. Abito a Pochi metri dallautodromo di Monza. Sono da sempre stato affascinato dalla figura di questuomo. Perch? Perch dava del filo da torcere a gente come Nuvolari, Varzi, Chiron, perch era un meccanico/pilota/manager capace, un visionario. Lo sapete che lidea di creare una scuderia di macchine, una squadra di piloti fu sua prima di Enzo Ferrari??? Materassi, probably, the most popular driver of the world ecco come il New York Times del 10 settembre del 1928 in prima pagina indicava il pilota mugellano parlando dellincidente di Monza! (E tutto documentato!) Dovreste portarlo sulla vostra piazza principale quel busto! Non su una viuzza periferica di chiss dove!
Maurizio
Ma l'amministrazione comunale lo sa dell'esistenza di questo grande campione borghigiano?
Luigi
GRAZIE CARO SIGNOR ALDO, GRAZIE.