Si è aperta, domenica 17 settembre, nel pomeriggio, la stagione teatrale e concertistica al TeatroDante Carlo Monni di Campi Bisenzio con una importante occasione di solidarietà, con la Federal Ukraina Orchestra, piccolo ensemble di venti elementi nato e giunto da Kyiiv, capitale di questo eroico popolo.
È un’orchestra tutta femminile, come ha fatto notare alla presentazione sul proscenio del teatro, il vice sindaco Federica Petti, davanti ad un discreto numero di pubblico per l’occasione giunto nel piccolo funzionale teatro. Tutta al femminile perché i maschi sono in patria e i più a combattere l’invasore per la loro libertà.
Francois Robert Girolami, organizzatore del giovane gruppo di musiciste ucraine, poco dopo la presentazione, ha condotto la suite dell’Opera Peer Gynt, Mattina, dal poema drammatico di Ibsen, del norvegese Edward Grieg. Girolami porterà l’orchestra nei prossimi giorni in Corsica e poi per altre destinazioni in Europa occidentale. La conduzione di tutto il concerto è però affidata ad Aleksandra Korobka.
Il programma prevedeva l’Ouverture delle “Nozze di Figaro” ma in realtà comincia con il terzo e quarto movimento della sinfonia n. 35 “Haffner”. Per la sinfonia il numero degli orchestrali può essere considerato valido e sufficiente. Il numero dei violini e viole va bene, ci sono due violoncelli, due fagotti, il contrabbasso, il flauto e il corno inglese. Di buona esecuzione è piaciuta “ Fiddle on the roof” il violinista sul tetto, dell’omonimo film del 1971.
Ma ormai il programma letto su di una pagina di faccia libro, così inattendibile, lascia spazio ad altre piacevoli esecuzione di Albinoni per tromba mentre il Preludio e Allegro nello stile Pugnani di Fritz Kreisler non poteva essere eseguito. Va bene ugualmente. Godibile il soprano Danae Eleni e tutta l’orchestra che ha presentato la sua prima con eleganza.
Auguriamo un continuo e maggior successo in Francia a un così interessante orchestra composta da elementi di Kyiiv da cui aspettavamo l’esecuzione dell’inno nazionale ucraino “ sce vmerla Ukraiiny”, “l’Ucraina non è ancora morta” composta dal sacerdote greco-cattolico Michajlo Verbyc’kyi nel 1862, epoca del “Risveglio”, su di un tema patriottico di Pavlo Cubinskyi.
Non si è capito perché non sia stato eseguito, ma è un inno nazionale molto bello. Fu scelto nel 1917 quando l’Ucraina divenne per la prima volta indipendente sotto la presidenza del prestigioso professore Hrusevskyi. Poi fu bandito durante l’epoca sovietica e tornato inno nazionale dal 1992 come canto della libertà.
Enrico Martelloni