Ieri (mercoledì 19 dicembre) la prefettura di Firenze ha stabilito una serie di azioni per garantire maggiore sicurezza nei luoghi di intrattenimento come le discoteche. Dal rafforzamento dei controlli da parte delle commissioni comunali e provinciali di pubblico spettacolo alla verifica della possibilità da parte dei sindaci di adottare ordinanze per vietare gli spray fino alla formazione specifica degli addetti ai servizi di controllo e l’obbligo di conta-persone e metal detector palmari agli ingressi. A Scarperia-San Piero a Sieve c’è una discoteca che ha già adottato molte delle soluzioni proposte dal prefetto Lega: si tratta dell’Ikebana. Abbiamo intervistato Tommaso Talluri, uno dei gestori del locale. La settima precedente alla tragedia di Ancona è stato spruzzato spray al peperoncino nella vostra discoteca, come è andata? “Avevamo un importante ospite, il rapper Jack La Furia. Improvvisamente abbiamo sentito qualcosa nell’aria, nel giro di pochissimo tempo tutte le persone arrivate in discoteca sono potute uscire. Grazie al nuovissimo impianto di areazione che abbiamo installato, dopo 15 minuti tutti gli intervenuti sono potuti rientrare nel locale. Il tour manager di La Furia credeva che la serata fosse terminata, perché quando succedono questi episodi le persone si spaventano, invece è andato tutto bene”. Come funziona il sistema di sicurezza a Ikebana? “C’è da dire che il fondo si presta bene a questo tipo di attività. Ci sono 11 uscite di sicurezza, ovunque tu sia nel locale hai l’uscita di sicurezza a un passo ed è ben visibile. I nostri ‘buttafuori’ sono bravissimi. Ed anche la nostra clientela è rispettosa, nessuno si è agitato quando è stato spruzzato lo spray. Abbiamo già comprato dei metal detector, cerchiamo di rispettare le norme e garantire ai nostri clienti il massimo della sicurezza”. Perché c’è questa ‘moda’ di spruzzare bombolette al peperoncino? “Nell’ultimo anno ci sono stati circa 20 casi in tutta Italia. All’inizio veniva spruzzato in modo da scatenare il panico tra le persone e creare una confusione tale da permettere a piccoli delinquenti di derubare i clienti delle discoteche. Poi ci sono stati anche casi (sicuramente non è il nostro) di persone assoldate da altri locali per creare una concorrenza sleale. Infine c’è anche l’impiego di questi spray per stroncare la carriera di alcuni artisti. Se per tre volte un cantante non può fare un concerto in un locale a causa di questo problema, probabilmente il quarto concerto sarà annullato”. Questo sabato avete una serata di musica trap, arriveranno tanti adolescenti “Noi vogliamo assicurare ai genitori dei nostri clienti che possono mandare i loro figli all’Ikebana in tutta tranquillità. Rispettiamo le regole e speriamo di riuscire a essere d’esempio per i nostri clienti e anche per i nostri colleghi. Mai daremo alcolici a un minorenne e abbiamo investito molto anche sull’educazione. Abbiamo avviato un progetto con ‘Officine di Strada’ che distribuisce preservativi e fa prevenzione contro l’abuso di alcol e droga all'interno del locale”. Cosa avete in programma per sabato? “Apriremo la serata con un dj-set poi daremo spazio a tre giovani trapper di Borgo San Lorenzo: Pep, Kas e Dope. Questi ragazzi hanno il sogno di esibirsi su un palco importante e noi diamo loro fiducia. A seguire sono attesi due trapper molto conosciuti (Yankee e Kiddy) infine Keengs e Charlotte Voice (premiata lo scorso anno come seconda miglior vocalist d’Italia) faranno un dj-set”. Ma la musica trap è davvero così diseducativa? “Può piacere o no ma tra i giovanissimi va tantissimo. Su spotify i pezzi di questo genere musicale sono sempre i primi. E’ un filone che dà lavoro e avvicina i ragazzi alla musica che in ogni caso unisce ed è un collante sociale. I testi, ovviamente , non esprimono concetti altissimi ma la musica è sempre stata così. Negli anni Ottanta Vasco Rossi elogiava la sua ‘vita spericolata’ oppure negli anni Novanta gli Articolo 31 dedicavano canzoni alla marijuana. La musica ha sempre raccontato gli eccessi, i trapper non sono il demonio".