Nei giorni dell'evento che lo scorso anno ha travolto Campi Bisenzio, alla vigilia della tragica alluvione di Firenze del 1966 e all'indomani del terribile Dana che nei giorni scorsi ha sconvolto la città spagnola di Valencia, torniamo a riflettere sugli eventi climatici estremi e su quanto questi siano dovuti al clima impazzito oppure alla cattiva manutenzione e cura del territorio.
Lo facciamo riportando i numeri e la cronologia dei principali eventi alluvionali che hanno colpito il nostro Paese nell'ultimo secolo, per verificare l'entità delle tragedie, la loro cadenza temporale, la quantità delle piogge cadute e le conseguenze disastrose.
Gli eventi sono davvero più numerosi e più intensi, segno che il clima sta cambiando? Quanto incidono scelte urbanistiche sbagliate, urbanizzazioni selvagge e cattiva manutenzione?
Proviamo a rispondere leggendo i numeri; in fondo a questa lunga esposizione troverete un piccolo schema con l’elenco degli anni e il numero degli eventi.
Gli eventi estremi anno per anno
1908
i principali eventi:
dal 20 giugno al 5 luglio, Alto Piemonte (non abbiamo dati pluviometrici)
23 maggio, Valsesia (non abbiamo dati pluviometrici)
16-17 novembre, Sicilia orientale 465 mm. di pioggia caduta in meno di 24 ore
Partiamo dal 1908, anno ricordato per il tragico terremoto di Messina del 28 dicembre, ma funesto anche dal punto di vista delle alluvioni. Molti non sanno che, poco più di un mese prima di quel drammatico evento, la Sicilia orientale fu colpita da un altro disastro.
Il 17 novembre 1908, la costa orientale della Sicilia e la parte meridionale della Calabria furono travolte da un nubifragio eccezionale, che colpì in modo particolare il borgo di Riposto, dove in meno di 24 ore caddero circa 465 mm di pioggia. Un evento eccezionale, che oggi definiremmo una "bomba d'acqua". Alle ore 16 del 17 novembre – si legge nelle cronache dell'epoca – e per circa 20 ore un violento nubifragio colpì la costa ionico-etnea: “A Riposto molte famiglie sono rimaste prive di tutto. Quasi tutte le barche pescherecce sono state distrutte (...). La piana di Mascali, Riposto e Giarre è ridotta in una squallida plaga (...). Tutta la regione attorno a Giarre è trasformata in torrente. Il cimitero di Giarre venne invaso dalle acque che scoperchiarono le tombe e trasportarono i cadaveri al mare. (...). A Riposto i danni sono ancora più gravi. La via verso Giarre è interamente ostruita da materiali e rottami. (...). I cadaveri furono trasportati a mare e non sono ancora stati ritrovati (...)".
Cronache frammentarie e romanzate da La Domenica del Corriere raccontano inoltre delle alluvioni nell'Alto Piemonte e nella Valsesia. Dal quadro che emerge, il disastro fu immenso, ma manca una conta precisa delle vittime e della quantità di pioggia caduta: del resto, eravamo nel 1908.
1931
i principali eventi:
dal 20 al 24 febbraio, Palermo 618 mm di pioggia caduta, di cui 395 mm. in sole 50 ore ininterrotte tra il 21 e il 23 febbraio.
Anno passato alla storia dei disastri naturali come quello delle grandi alluvioni cinesi. Il fiume Yangtze-Huai fu causa di una serie di devastanti inondazioni avvenute tra giugno e novembre, che colpirono città importanti come Wuhan e Nanchino, culminando con la rottura degli argini del lago Gaoyou.
In Italia, il 1931 fu l'anno di un disastro alluvionale che colpì nuovamente la Sicilia. In questo caso, ad essere colpita fu la città di Palermo, che aveva già subito numerose alluvioni nel corso dei secoli (1557, 1666, 1689, 1769, 1772, 1778, 1851, 1862, 1907, 1925).
Tra il 20 e il 24 febbraio di quell'anno, in soli quattro giorni si riversarono sulla città ben 618 mm di pioggia, di cui 395 mm in sole 50 ore di pioggia ininterrotta, tra il 21 e il 23 febbraio. La conformazione a conca della città, posta alla base di alte montagne, facilitò purtroppo, come nelle alluvioni precedenti, l'innalzamento del livello delle acque, che in alcune zone della città raggiunsero anche i sei metri. A peggiorare la situazione contribuì la presenza, sotto il livello cittadino, di quattro corsi d'acqua "tombati" e, in alcuni casi, deviati artificialmente.
Un particolare, questo, da tenere in grande considerazione...
1951
i principali eventi:
14-19 ottobre, Sicilia e Calabria 1770 mm. di pioggia caduti In quattro giorni s
14-19 ottobre, Sardegna centro-orientale 1014 mm di pioggia in 3 giorni
14 novembre, Polesine 500 mm. di pioggia In 3 giorni
Facciamo un salto temporale al dopoguerra, precisamente al 1951, anno così particolare dal punto di vista climatico da essere passato alla storia come “anno delle acque cattive”. Una definizione nata dal susseguirsi, nel corso dell'anno, di precipitazioni intense e di straordinaria portata che colpirono, soprattutto da gennaio ad agosto, tutta l’Italia centro-settentrionale: dal Ferrarese alla Valtellina, dal Comasco al Trentino, dal Piemonte alla Toscana e all’Umbria.
Nubifragi improvvisi di forte intensità, torrenti e fiumi impazziti, frane e smottamenti. Poi, in autunno (a ottobre), un fronte di aria fredda proveniente dall'Atlantico si scontrò con un fronte caldo proveniente dall'Africa, innescando una perturbazione intensa che colpì la Sardegna, la Sicilia e la Calabria, causando centodieci morti, diecimila senzatetto e l’evacuazione di quattro paesi. Ma non era finita lì.
Il 14 novembre, dopo settimane di piogge incessanti e molto intense, il fiume più grande d'Italia, il Po, ruppe gli argini, e sul Polesine, alla foce del fiume, si abbatté quella che passerà alla storia come l’alluvione per antonomasia dell’Italia repubblicana.
1953
i principali eventi:
19 settembre, val di Trebbia 280 mm di pioggia in 4 ore
L'anno è passato alla storia come quello della tragica inondazione causata dal mare del Nord, dovuta a una combinazione eccezionale di alta marea e di un forte ciclone extra-tropicale che ha colpito le coste di Olanda, Belgio, Inghilterra e Scozia, con un innalzamento del mare che ha superato in alcune zone i 5-6 metri sopra il valore medio.
In Italia le cose non andarono meglio: l'anno è ricordato per il nubifragio e l’alluvione del 19 settembre in Val Trebbia, Bisagno e Scrivia, che ebbe ripercussioni anche a Genova, dove il Bisagno, straripando, allagò vasti quartieri. All'improvviso, il cielo si oscurò alle dieci del mattino, e si rovesciò quella che oggi chiameremmo una bomba d'acqua, causando una vera e propria valanga d'acqua.
1954
i principali eventi:
25-26 ottobre 1954 Salerno e sulla costa 500 mm. di pioggia in 24 ore
Fu l'anno della "malanotte" di Salerno e della costa, ricordata come la più tragica in termini di perdita di vite umane dell'Italia repubblicana. Le cronache del tempo raccontano una storia drammatica.
“Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre caddero fino a 500 mm di pioggia in un’area ristretta tra Salerno, Vietri sul Mare e Cava dei Tirreni. In città le vittime furono oltre 100, i quartieri occidentali furono devastati. La frazione di Molina fu distrutta. Il Reginna devastò Maiori. La geografia della costa cambiò, i detriti crearono nuove spiagge.”
I danni furono immensi e i morti 316.
1965
1 settembre, Sicilia, zona del Trapanese
1 settembre , valle del Tevere caddero 400 mm. di pioggia in poche ore
2 settembre, Friuli, valle del Tagliamento caddero 828 mm di pioggia in 48 ore
Il 1965 fu un anno insolito, segnato da un’estate cortissima e da devastazioni. L’Italia si ritrovò proiettata in pieno autunno nel giro di poche ore, investita da nubifragi che la colpirono da nord a sud senza soluzione di continuità.
Al Nord, la regione più colpita fu il Friuli Venezia Giulia, in particolare il bacino del Tagliamento, dove cadde una quantità eccezionale di pioggia che fece esondare il fiume in più punti, interessando i comuni di Villa Santina, Codroipo, Latisana e Bacis.
Al Centro, le regioni maggiormente colpite furono l’Umbria e il Lazio, soprattutto nel bacino del Tevere. Le precipitazioni eccezionali, che superarono i 400 millimetri in alcune località, interessarono prima la parte più settentrionale della provincia di Terni per poi scendere verso sud, nell’Orvietano e lungo la valle del Tevere fino a raggiungere il Lazio centrale, investendo in pieno il territorio della Capitale. L’Autostrada fu chiusa per un tratto di 250 chilometri tra Roma e Incisa Valdarno.
Al Sud, la Sicilia fu la regione più colpita, specialmente nel trapanese. La città di Trapani rimase praticamente isolata e senza energia elettrica; danni gravissimi si verificarono anche nei territori di Erice, Valderice e Paceco; la linea ferroviaria Trapani-Palermo fu interrotta da allagamenti e frane, e nella provincia si contarono 17 vittime.
1966
i principali eventi:
3 - 4 novembre 1966, Firenze 200 mm. in 2 giorni, ma anche in altre parti del nord Italia
Il 1966 è l'anno passato alla storia per la tragica alluvione che colpì Firenze il 4 novembre, quella che è stata indubbiamente l'alluvione più mediatica d'Italia a causa della fama della città. In realtà, però, l'autunno del 1966 fu caratterizzato da un fenomeno che interessò diverse aree del Paese, con piogge particolarmente intense.
“Le piogge persistenti interessarono anche altre aree d'Italia, come il sud della Toscana, parte dell'Emilia Romagna, l'Umbria e il Nord-Est, in particolare Trento, Belluno e Venezia, che furono gravemente colpite,” ricorda Marina Baldi dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Roma.
A Venezia e dintorni, il 4 novembre 1966 fu il giorno dell’Aqua granda, un'acqua così alta (194 cm) che non si ricordava a memoria d'uomo, e delle nuvole, che sembrava si potessero toccare con la mano per quanto erano basse. Venezia, sferzata da violenti venti di scirocco, venne quasi completamente sommersa dal mare Adriatico in tempesta; nella regione che va dal delta del Po e lungo tutta la costa veneta, l'acqua salmastra non riuscì a defluire per molto tempo, con gravi danni all'agricoltura.
1970
i principali eventi:
7 - 8 ottobre, Genova 948 mm di pioggia cadute in 24 ore (record italiano)
Il 1970 fu l'anno della (prima) grande devastante alluvione genovese. Caddero in quell'inizio autunno piogge molto intense e localizzate che sono tipiche della costa ligure e del periodo autunnale e che accumularono in poche ore una quantità immensa di acqua che causò l'esondazione dei torrenti Bisagno, Ferreggiano e Leira e la piena dello Stura, del Polcevera del Chiaravagna e del Cantarena.
Oltre a Genova gravissimi danni si ebbero anche in altri 20 comuni della provincia tra i quali il più colpito fu Masone. Quasi 1000 mm. di pioggia, un dato pazzesco rappresentano ancora oggi un record italiano.
1981
i principali eventi:
19 luglio 1981, Salorno, Trentino nessuna stazione rilevò la quantità d'acqua caduta
L'evento in oggetto che si verificò a seguito di piogge molto intense è anche la rappresentazione di come talvolta l'opera dell'uomo sia non solo utile ma deleteria.
va detto ad introduzione che a metà dell’Ottocento, su sollecitazione degli organi amministrativi e del mondo economico del Tirolo, l’Imperial Regio Governo di Vienna realizzò imponenti lavori di sistemazione del corso dell’Adige per impedire che, una volta per tutte, le periodiche esondazioni di un fiume che si snodava capricciosamente tra terreni acquitrinosi. Lo scopo era recuperare con una severa bonifica terre da destinare all’agricoltura e poi a fondovalle fare "posto" alla costruenda ferrovia del Brennero.
A nord del paese di Salorno il corso del fiume venne corretto eliminando una “gobba” che si protendeva verso il versante orientale della valle ma fu proprio lì che, il fiume che scorreva nel nuovo letto non avendo perso la memoria del suo corso antico ruppe notte del 19 luglio 1981..
1982
i principali eventi:
22 settembre, Savona 500 mm. in poche ore
27 settembre, Genova 480 mm. in poche ore
31 ottobre, Poggio a Caiano 500 mm. in alcuni giorni
Arriviamo al 1982 (anno in cui, come sottolineano, si è verificato uno dei numerosi eventi “eccezionali” che colpiscono regolarmente il nostro fragilissimo e poco curato paese) e ci troviamo di fronte all’autunno più piovoso di tutto il secolo, secondo le statistiche, preceduto da un’estate partita in ritardo ma caldissima.
I due eventi che si verificarono a fine settembre in Liguria, colpendo Savona il 22 settembre e Genova il 27, furono di quelli che oggi definiremmo di portata eccezionale: in poche ore si abbatterono rispettivamente 500 mm e 480 mm di pioggia sulle due città liguri. Pur non raggiungendo la portata dell’evento del 1970, rappresentano una tragica sequenza in questa zona d’Italia particolarmente vulnerabile.
Il 31 ottobre il disastro si spostò in Toscana, dopo un mese particolarmente piovoso, soprattutto nel bacino del fiume Ombrone pistoiese, dove nelle giornate del 30 e 31 ottobre caddero rispettivamente 58 mm e 76 mm di pioggia a Cireglio (frazione di Pistoia). Considerando l'intero mese, si arrivò a ben 577 mm di precipitazioni, un valore molto superiore alla media. Fu proprio l’accumulo di tutte queste piogge a gonfiare il fiume, che la sera del 30 ottobre ruppe gli argini nel paese di Poggio a Caiano.
1983
i principali eventi:
23 settembre, Genova in 6 ore 220 mm.
24 settembre, Piemonte 287 mm. in poche ore
2 novembre, Sicilia Centrale 111 mm. in 24 ore
Fu l'anno della tragica alluvione di agosto nei Paesi Baschi, uno dei più gravi disastri idrogeologici accaduti in Spagna. Piogge fortissime, con fino a 500 mm di acqua caduti nel giro di 24 ore, gonfiarono a dismisura i corsi d’acqua che ruppero gli argini in centinaia di località, portando morte e distruzione.
In Italia, a fine settembre, fu colpita ancora una volta la Liguria, in particolare Genova, e il Piemonte, tra il 23 e il 24 settembre. In quei due giorni, fortissime precipitazioni caddero principalmente in Val Varenna, causando 5 vittime e l'evacuazione di centinaia di persone.
Un evento che, ironia del calendario, avvenne pochi giorni dopo l’anniversario dell’alluvione dell’anno precedente e quella da record del 7 ottobre 1970. I genovesi, pur consapevoli della particolare posizione del loro territorio, s’indignarono molto per l’inefficacia del piano idrogeologico messo a punto dopo l’alluvione dell’anno precedente.
Le precipitazioni straordinarie colpirono particolarmente il ponente ligure e il basso Piemonte, raggiungendo gli 800 mm a San Carlo di Cese. Nei quartieri genovesi di Pegli, Prà e Voltri tracimarono il Varenna, il Branega, il Leira e il Cerusa e, nel giro di dieci ore, dopo 480 mm di pioggia, tracimò anche il Bisagno. In Piemonte si registrarono punte di 287 mm di pioggia caduta in poche ore.
1994
i principali eventi:
5 novembre 1994 Piemonte 600 mm. in 3 giorni
L'alluvione colpì duramente il Piemonte fra il 5 e il 6 novembre, in particolare le province di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino e Vercelli. La violenta ondata di maltempo causò l'esondazione di numerosi fiumi, tra cui il Po, il Tanaro e il suo affluente Belbo, provocando anche 70 vittime, oltre 2.000 feriti e gravi danni a territori e infrastrutture.
La prima fase del forte maltempo si verificò il 4 novembre ed è stata caratterizzata da forti precipitazioni a carattere temporalesco. La massima intensità di pioggia fu raggiunta nella notte tra il 4 e il 5 novembre, con valori orari di oltre 35 mm all'ora e un picco di 55 mm intorno alla mezzanotte. Successivamente, il giorno dopo, le precipitazioni si fecero ancora più intense nelle zone dell'Astigiano e del Cuneese. In molte località dei bacini del Tanaro, del Bormida e del Belbo caddero più di 200 mm di pioggia in 24 ore, e fu così che i fiumi, non reggendo più, ruppero gli argini.
1995
i principali eventi:
13 marzo, Sicilia orientale 253 mm.
12 settembre, Lombardia 376 mm. in 30 ore
L'anno si apri a marzo con una grande tragedia in Sicilia. Un alluvione colpi con particolare violenza Acireale e Giarre il 13 marzo quando su tutta l'area della Sicilia nord-orientale e su parte della Calabria meridionale si abbatte un violento temporale che causò frane, allagamenti e 5 vittime.
Il mese di marzo iniziò molto piovoso ma poi, nelle prime ore del 13 le precipitazioni divennero molto intense con picchi da 224,6 mm a 253,6 mm in poche ore. Non andò meglio sulla costa della Calabria dove i pluviometri sulla costa jonica e il crotonese segnò picchi di pioggia da 178 mm a 191,6 mm.
A settembre una "bomba d'acqua" colpì la Lombardia; fra il 12 e il 14 settembre nella zona nord-occidentale della regione e in particolare su alcuni centro dell'Alto milanese e del Varesotto piogge intense con picchi fra i 338 e i376 mm. di acqua in trenta ore a cui si sommò l'abbondante cementificazione e antropizzazione delle sponde dei fiumi causò l'esondazione dei torrenti Rite, Tenore, Arno e del fiume Olona.
1996
i principali eventi:
19 giugno, Versilia 474 mm in 12 ore
14 ottobre, Crotone 120 mm. in 3 ore
Fu un anno freddissimo, anche in piena estate, quello del 1996, che fece pensare all'inizio di una piccola nuova era glaciale. Pensate che a luglio non si superarono i 18 gradi a Milano e i 22 a Roma; poi, in autunno e inverno, il Buran travolse tutto, mandando l'Italia sottozero a dicembre, con temperature fino a -15 gradi in pianura.
Un anno freddo, ma siccitoso, che ha lasciato alla memoria due eventi estremi importanti. Dal punto di vista climatico, il 1996 è ricordato per la grande tragedia che colpì la Versilia all'inizio dell'estate, che fece coniare dal noto e compianto climatologo Marracchi il neologismo di bomba d'acqua.
Vale la pena seguire la cronaca dei fatti. Quel mattino d'inizio estate, il sole splendeva in Versilia, anche se sulle creste delle Alpi Apuane uno scontro fra l'aria fredda proveniente dal nord Italia e l'aria più calda e umida che saliva dalla costa provocò una rapidissima evoluzione meteorologica, rara, che favorì lo sviluppo di una cella temporalesca. Inizialmente modesta, questa cella mutò velocemente, scatenando violenti nubifragi sull'alto bacino dei torrenti Serra e Vezza (che confluivano poi nel torrente Serravezza e nel Versilia) sullo spartiacque occidentale, e su tutta la parte alta del bacino del torrente Turrite di Gallicano sullo spartiacque orientale. Le precipitazioni interessarono anche parte del bacino del fiume Camaiore.
Così, mentre in Versilia si stava sotto l'ombrellone e cadevano solo poche gocce di pioggia, le precipitazioni straordinarie dell'Alta Versilia, con punte di oltre 150 mm in una sola ora sul bacino del Vezza, scatenarono vari smottamenti e i fiumi ingrossarono in pochissimo tempo. Verso l'ora di pranzo, una pausa fece sperare che tutto fosse finito, e invece le piogge ripresero, scatenando un autentico diluvio. Pensate che uno degli idrometri nell'alta valle del Vezza registrò 440 mm di pioggia in sole otto ore, con una punta incredibile di 157 mm in un'ora. La tragedia fu enorme e travolse tutto, comprese quindici persone a Cardoso e poi scendendo a valle.
Il 14 ottobre, dopo le violente piogge della settimana precedente, che avevano saturato i terreni e scaricato a terra oltre 330 mm di pioggia, una nuova precipitazione colpì il versante ionico della Calabria e, con particolare violenza, Crotone, facendo piovere 120 mm di acqua in poche ore, causando l'esondazione del torrente Esaro.
2000
i principali eventi
9 settembre, Soverato 400 mm.
dal 13 al 16 ottobre, Piemonte
L'inizio del nuovo Millennio si aprì con un inverno schizofrenico. Dapprima rigidissimo e che fece battere molti record. In Friuli, al confine con Austria e Slovenia si arrivo a -23 gradi, ma la neve arrivò addirittura a Bari e nelle isole siciliane dove venne imbiancata Strolboli. Poi con temperature miti quasi primaverili al punto che anche a Milano si sfiorarono i 20 gradi.
Un anno pazzerello che portò la neve anche in luglio dalla Valle d'Aosta al Trentino Alto Adige non poteva che, dopo l'estate scatenare le furie di Giove.
Soprattutto in Calabria sul versante ionico fra l’8 ed il 10 settembre dove si verificarono fenomeni di esondazioni innescati da tre giorni di piogge incredibili. I pluviometri nella provincia di Catanzaro a Ferdinandea registrarono oltre 630 mm. di pioggia, quello di Chiaravalle Centrale e quello Caulonia oltre 560 millimetri, e quello Palermiti oltre 520 millimetri!
L’episodio più drammatico si verificò a Soverato con l'esondazione del torrente Beltrame che a causa di una serie di sbarramenti sul suo corso che formarono una sorta di sbarramento fecero cedere un ponte e l’ondata di piena colpì un camping. 13 persone persero la vita e altre non furono mai ritrovate.
2002
i principali eventi
dal 24 al 26 novembre, Pordenonese 532 mm. in 36 ore
26 novembre, Genova e Liguria 475 mm. in poche ore
26 novembre, Milano e Lombardia 221 mm. in tre giorni
Fu un anno strano il 2002, caratterizzato da bizzarrie meteorologiche che si susseguirono non solo in Italia, ma anche in Europa. Giugno fu particolarmente caldo, con un’intensa ondata di calore nordafricana che colpì tutta l’Europa, giungendo fino alla Scandinavia meridionale, dove si registrarono valori di temperatura atipici per queste zone. I mesi successivi, luglio e soprattutto agosto, furono invece contrassegnati da prolungate fasi di maltempo, con nubifragi e forti grandinate a causa di masse d'aria fresca sul Mediterraneo, con temperature anche sotto le medie che portarono la neve a cadere abbondantemente fin verso i 1600 m sulle Alpi. Tanta pioggia, oltre 170 mm al Nord. In Europa, fenomeni alluvionali incredibili interessarono Austria, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Da ricordare l'alluvione del secolo a Dresda e a Praga.
Violente alluvioni si verificarono in novembre, soprattutto in Lombardia e Friuli Venezia Giulia. In Friuli, a Claut, secondo i dati della protezione civile, in 24 ore caddero 532 mm di pioggia. Tanta pioggia anche a Piancavallo, dove l’acqua raggiunse 522 mm, e a Andreis (511 mm). L'alluvione di Pordenone aveva un doppio precedente nell'autunno del 1965 e in quello del 1966, quando il fiume Norcello uscì dagli argini inondando campagne e paesi e causando gravi danni. Piene così ricorrenti che erano addirittura chiamate con parole affettuose dalla popolazione "montane", termine che ricorreva sia nella memoria popolare che nelle cronistorie cittadine. Monaten, che però, dato che colpivano zone poco abitate, facevano modesti danni, fino a quando la cementificazione degli anni '50, dovuta all'espandersi della città, cambiò tutto.
Quel settembre del 2002 la pioggia cominciò a cadere fitta e insistente e il Tagliamento si ingrossò, insieme al Livenza e alla Meduna. Il Noncello, a causa delle acque bloccate a Tremeacque, rifluì verso la città, uscendo dagli argini. L’invaso di Barcis, invece, con la pioggia record, aumentò di 4 metri sopra la media! A completare la tragedia, le frane in montagna e il mare ingrossato con forte vento di scirocco, che bloccava il deflusso dei fiumi respingendoli indietro. È la notte del 2 settembre quando il Tagliamento rompe gli argini a Latisana, e nella stessa giornata a Pordenone è il Noncello a causare danni.
In Liguria fu un anno di nubifragi continui, specie all'inizio di maggio, all'inizio di giugno e, soprattutto, nell'intero mese di agosto, con un terribile temporale la notte tra l'8 e il 9 agosto. A settembre caddero circa 300 mm di pioggia e ugualmente fu ad ottobre. A novembre, con terreni già saturi, si raggiunse il record di 750 mm di pioggia caduta, che portò all'evento del 26 novembre 2002. Diluviò per tutta la notte e particolarmente colpito fu il centro città e il Levante. Precipitazioni record a Vicomorasso con 475 millimetri, seguito da Torriglia con 418 mm.
Infine, in Lombardia, sempre il 26 novembre, precipitazioni molto intense colpirono Valtorta (Bergamo), con 276 mm di pioggia, seguita da Valle Dorizzo (Brescia), con 233 mm. Nella zona nord di Milano, si ebbe l'esondazione del Seveso (che qui corre sotto terra). In piazza Istria, entrarono 50 cm di acqua nei piani terreni, mentre sul lato destro di piazza Carbonari le auto furono trovate anche sui tetti, con 170 cm di acqua. In via Zara, l'acqua arrivò a 40 cm, mentre sull'angolo dell'ospedale Niguarda e fino a piazzale Lagosta ci fu l'evacuazione anche di una vicina scuola elementare.
Nel lecchese, caddero in media 230 mm di pioggia in tre giorni e l’Adda non resse, esondando in più punti.
2003
i principali eventi:
29 agosto, Tarvisiano 400 mm. in 6 ore
8 settembre, Palagiano, Taranto 224 mm. in 3 ore
23 settembre, Carrara 200 mm. in 3 ore
L'anno del grande caldo. Almeno così è passato alla storia il 2003. Un falso storico? Andiamo per ordine: quasi tutti i giorni dell’estate, da giugno a fine agosto e spesso anche a maggio, registrarono temperature massime oltre i 30 °C. I picchi massimi che passarono alla storia furono i 41,6 °C di Torino dell'11 agosto, i 40,7 °C di Trento e i 41,1 °C di Firenze. In Europa, passarono alla storia i 9 giorni oltre i 35 °C di Parigi, con un massimo di 39,5 °C, mentre in Spagna il record spettò a Siviglia con 45,5 °C.
Ma fu davvero straordinaria quell'estate del 2003, che per alcuni segnò la prima consapevolezza dei cambiamenti climatici? Ebbene, le siccità estreme ci sono sempre state, anche prima di quei cambiamenti climatici accentuati dalle attività dell’uomo. Una stagione estiva caldissima fu quella del 1945, quando l'Italia usciva dal conflitto della Seconda Guerra Mondiale, con città, paesi e villaggi distrutti e infrastrutture ridotte in macerie. Fra queste, le stazioni meteo che erano state decimate a causa dell’evento bellico. Tuttavia, dai dati meteo a disposizione durante quell’anno si ebbe una lunghissima siccità, complessivamente peggiore a quella del 2003. Quanto alle temperature estreme, i record di caldo in Italia spesso sono nel passato e non si sono concentrati diffusamente negli ultimi decenni, se non in alcune località sperdute, con l’ausilio ormai di migliaia di stazioni meteo diffuse sul territorio. Queste stazioni meteo hanno una storia recente e non erano così capillari, né avevano i valori di quel 1945 dal caldo soffocante.
Alcuni studi continuano a sostenere che quella del 2003 fu simile all’incirca all'estate del 1945, quando la siccità fu estrema e le precipitazioni furono assenti a partire da aprile sino ad oltre Ferragosto.
Dopo la lunga estate del 2003, il 29 agosto, un venerdì, l'umidità si concentrò sulla Carnia e per 24 ore scatenò il finimondo. Nonostante le Alpi friulane siano abituate alla pioggia, fu la concentrazione, poi in piena estate, ad essere eccezionale, dato che caddero oltre 400 mm di pioggia in sei ore.
A Ugovizza e dintorni si verificò un disastro. La Val Canale e il Canale del Ferro furono travolti, dopo mesi di siccità, da una quantità d'acqua incredibile. Ugovizza è semidistrutta: milioni di metri cubi di detriti invasero le strade, il torrente Uque si ingrossò in pochi minuti e l’acqua travolse tutto, persino il campanile del paese.
Pochi giorni dopo, l'8 settembre, un grave episodio di maltempo costò la vita a due persone e sconvolse il tarantino, con grosse celle temporalesche che si formarono intorno all’alba sul Mar Ionio, riversando dal primo mattino pioggia incessante e un’onda di piena che investì il centro abitato di Palagiano. Cadde in poche ore la quantità di pioggia che mediamente cade sulla zona in un anno.
Pochi giorni dopo, la sera del 23 settembre, un violento nubifragio colpì Carrara e Massa. In particolare, sulle Alpi Apuane, in due ore e mezza si scaricò ben 200 mm di pioggia.
2006
i principali eventi
3 luglio, Vibo Valentia 220 mm. in 2 ore
Un anno meteorologicamente parlando estremo. Non fu uno degli anni più caldi, ma un anno con situazioni estreme ravvicinate, spesso nello stesso mese.
La sua sintesi è stata giugno, un mese iniziato freddissimo e finito caldissimo. E fu all'inizio di luglio che un temporale estivo incredibile causò conseguenze drammatiche.
Il 3 Luglio precipitazioni eccezionali, intense e persistenti colpirono il territorio del vibonese e in particolare la fascia urbana costiera prospiciente la frazione di Bivona. L’analisi dei dati di pioggia evidenzia che l’evento ha colpito un’area molto ristretta dove si è registrato il picco massimo di oltre 202 mm in 6 ore.
L’intensità delle piogge causò piene eccezionali in tutti i corsi d’acqua con conseguenti allagamenti e una situazione ulteriormente aggravata dal trasporto solido di detriti rocciosi e vegetali che hanno ostacolato il libero deflusso delle acque, facilitando l’esondazione.
2009
i principali eventi:
1 ottobre, Messina 230 mm. in 4 ore
Il 2009 è andato in archivio come un anno caldo rispetto alle medie climatiche (a dispetto dei molti che all'epoca annunciavano l’arrivo di ere glaciali) ma sarà ricordato anche per le tre ondate di freddo e la neve.
Il 1 ottobre una calamità naturale verificatasi in un'area ristretta della Sicilia nord-orientale causata da un violento nubifragio durato l'intera notte che rovesciò a terra 230 mm. nell'arco di tre/ quattro ore provocò lo straripamento di corsi d'acqua e diversi eventi franosi che fecero scivolare a valle colate di fango e detriti. L'evento colpì una zona a sud di Messina (più colpiti furono Scaletta Marina e Gianpilieri) fortemente antropizzata nonostante la difficile orografia dei terreni già colpiti in passato da eventi franosi e alluvionali.
2010
i principali eventi:
4 ottobre, Genova, punte di 400 mm. di pioggia in poche ore
5 ottobre, Prato 100 mm. in 2 ore
1 e 2 novembre; Vicentino 540 mm. in 24 ore
L'anno più caldo a livello mondiale dei 131 anni in cui sono stati raccolti dati sulla temperatura globale, oltre ad essere il più piovoso in termini di precipitazioni medie globali. Un anno in cui si sono iniziati a valutare gli effetti di questi estremi, durante i quali sono avvenuti in autunno tre grandi e drammatici eventi.
Il 4 ottobre a Sestri Levante, in sole 4 ore, caddero 419 mm d’acqua! Meno nelle altre zone. Sestri fu devastata e molto colpita anche la Val Polcevera. La causa fu un temporale marittimo a carattere autorigenerante, molto violento e persistente, che colpì con estrema violenza una zona relativamente ristretta del ponente cittadino.
La cellula formatasi nella prima mattina riversò a terra dapprima sulla zona di Varazze quasi 300 mm d'acqua, causando così l'esondazione dei maggiori torrenti e diversi smottamenti sulle colline della zona. Dopodiché, si spostò a est, fermandosi nei quartieri del ponente cittadino tra Pegli, Sestri Ponente e la Val Polcevera, dove scatenò un'alluvione lampo. In circa cinque ore, tra le 8 e le 13, caddero oltre 400 mm d'acqua sulle alture di Sestri Ponente, 380 mm su quelle di Pegli e circa 300 sulla bassa Val Polcevera!
Il giorno dopo, una vera e propria "bomba d'acqua", ovvero un fortissimo temporale, si abbatté sul comune e sulla provincia di Prato, facendo cadere oltre 100 mm di pioggia in meno di due ore, mandando in crisi corsi d'acqua e scarichi fognari.
Nella notte tra l'1 e il 2 novembre, dopo persistenti piogge cadute fin dal 31 ottobre, si registrarono 540 mm di pioggia in 24 ore. A ciò si aggiunse anche il vento caldo di scirocco che, oltre a sciogliere la neve caduta sulle montagne nelle settimane precedenti, impedì il normale deflusso dei fiumi in mare, causando un disastro nel vicentino e nel padovano. L'evento coinvolse moltissimi comuni e più province.
2011
i principali eventi:
2 e 3 marzo, Marche 200 mm. in 24 ore
11 giugno, Val di Taro 195 mm.
25 ottobre, Lunigiana e Liguria 542 mm in 6 ore
4 novembre, Genova 181 mm. in un ora
22 novembre, Messinese 4440 mm. in poche ore
Secco e freddo l'inverno, calda e secca l'estate, ma tanti episodi estremi in un anno caratterizzato da ben cinque eventi alluvionali importanti.
In due giorni, fra il 2 e il 3 marzo, iniziarono straordinarie precipitazioni nelle Marche, colpendo dapprima la provincia di Fermo, poi tutta la regione e anche la Romagna. Il carattere continuativo e consistente dei fenomeni piovosi è testimoniato dal totale complessivo di pioggia caduta nei due giorni: in parecchie località, al di sopra dei 100 mm, addirittura superiore ai 200 mm nell'ascolano. Infine, vale la pena di sottolineare come l’evento sia stato caratterizzato da venti particolarmente sostenuti.
L'11 giugno, un evento intenso sulla Val di Taro ha registrato un massimo di 195,2 mm di pioggia all'ora, secondo quanto riportato dalla stazione meteorologica di Fornovo di Taro: un evento incredibile.
Il 25 ottobre, la stessa zona, con in più la Lunigiana e le Cinque Terre, è ancora violentata da una tempesta di acqua incredibile che, in meno di sei ore, scarica sull'area colpita 520 mm di pioggia!
Infine, il 4 novembre, Genova fu colpita da un evento eccezionale. Precipitazioni intense su aree ristrette, con un valore di circa 500 mm di pioggia caduti sulla città in poche ore, causarono sei vittime e l'esondazione del Torrente Fereggiano.
Infine, il 22 novembre, nel messinese, in meno di 12 ore, caddero 300–400 mm d'acqua in poche ore: una “bomba d'acqua” enorme.
2012
i principali eventi:
12 novembre, Albinia 373 mm. in 24 ore
18 novembre, Sardegna, 450 mm. in 12 ore
Il 2012 in Italia è stato il quarto anno più caldo dal 1961, ma a febbraio il freddo e la neve sono stati da record. Novembre fu caratterizzato da due eventi alluvionali intensi.
Il 12 novembre, nel grossetano, si persero sei vite umane per l'esondazione del fiume Chiarone nei pressi di Albinia. Un evento da record che ha registrato accumuli pluviometrici mai registrati precedentemente, superando perfino i massimi del novembre 1966. In sole 24 ore, tra la serata dell'11 e la serata del 12 novembre, si registrarono accumuli precipitativi superiori alla metà della pioggia totale che mediamente cade in un anno, con punte di 374 mm.
Il 18 novembre, la Sardegna fu messa in ginocchio e costretta a contare le vittime: 16 morti, 43 feriti e 1 disperso. La causa fu il ciclone Cleopatra, che colpì con un’ondata di maltempo senza precedenti: piogge incessanti e raffiche di scirocco fino a 100 km all’ora devastarono la Gallura, l’Ogliastra, l’Oristanese e il Medio Campidano, causando esondazioni e imponenti allagamenti. Un fenomeno di eccezionale violenza che ha fatto registrare precipitazioni anche superiori a 450 mm in 12 ore. Tra le località maggiormente colpite si annoverano Olbia, Arzachena, Torpè e Terralba.
2014
i principali eventi:
9 gennaio, Modena 54 mm. In 3 giorni
31 gennaio, Ponsacco 100 mm. In 6 ore
3 maggio, Senigallia e Chiaravalle 80 mm. In 6 ore
8 luglio, Milano 120 mm. In 4 ore
21 luglio, Valfreddana 200 mm. in 24 ore
2 agosto, Refrontolo bomba d’acqua improvvisa
4 e 5 settembre, Gargano 600 mm. in pochi giorni
20 Settembre, Imola Romagna 170 mm, in poche ore
9-10 ottobre, Genova 395 mm. in 24 ore
11/12 ottobre, Alessandria 570 mm. in poche ore
11/12/13 ottobre, Parmense 75 mm.
14 ottobre, Maremma 130 mm. in due ore
5 novembre, Carrara 160 mm.
10 novembre, Chiavari 200 mm
15 novembre, Genova 284 mm. e Savona 150 mm. e Imperia 250 mm.
15 novembre, Milano e Monza 250 mm.
Un anno anomalo dal punto di vista climatico è stato il 2014 in Italia e in buona parte d'Europa. È stato segnato dall'anomala persistenza di flussi oceanici e mediterranei, in prevalenza caldo-umidi, che hanno determinato frequente nuvolosità, precipitazioni abbondanti, ma anche temperature medie eccezionalmente elevate.
L'inverno è stato caratterizzato da frequenti perturbazioni e tepori, piene fluviali e nevicate straordinarie sulle Alpi. L'estate si è rivelata nuvolosa, piovosa e relativamente fresca al nord, seguita da un autunno di piogge eccezionali, ma anche il più caldo dal 1800.
L'anno si è aperto il 9 gennaio con l’alluvione del fiume Secchia nel modenese, che ha interessato diversi comuni e frazioni, tra cui Bomporto, Staggia, Villavara e Bastiglia, dopo aver riversato 54 mm di pioggia in tre giorni.
Il 31 gennaio, dalle 12, si scatena una forte pioggia che scarica in poche ore una grande quantità d'acqua, facendo esondare il torrente Era nel centro di Ponsacco. Il 3 maggio, acqua e fango dal fiume Misa si riversarono sulle strade, nelle case e nelle aziende, causando quattro morti e ingentissimi danni.
L'8 luglio, a seguito di un forte temporale sviluppatosi nella prima parte del giorno, il fiume Seveso straripa a Milano, presso il quartiere di Niguarda, nei pressi di via Ca' Granda, esondando dai tombini e creando autentiche fontane d'acqua e fango che allagano interamente viale Zara e tutto il quartiere, già colpito in passato da eventi simili.
Nella notte tra il 21 e il 22 luglio, un nubifragio senza precedenti si verifica nella valle del torrente Freddana in Lucchesia. Il corso d'acqua si trova a cavallo tra i comuni di Camaiore e Lucca, dove nel giro di poche ore cadono oltre 200 mm di pioggia: è alluvione.
La sera del 2 agosto, una bomba d'acqua si abbatte con tutta la sua potenza nella zona di Refrontolo in Veneto, facendo tracimare un piccolo torrente, il Lierza, che spazza via in pochi istanti persone, strutture e automobili durante una festa paesana affollata di gente.
Tra l’1 e il 7 settembre, l’area del Gargano è soggetta a intense e prolungate precipitazioni causate da forti temporali autorigeneranti, che portano a terra una quantità di pioggia notevolmente superiore alle medie del periodo e, in alcuni comuni, mai registrata, raggiungendo valori paragonabili alla piovosità media annuale, che è compresa tra i 435 mm a Manfredonia e i 1110 mm nella Riserva Naturale Foresta Umbra!
Il 20 settembre, piogge intense in poche ore travolgono Imola e la pianura circostante a causa dell'esondazione del fiume Santerno.
L'ottobre fu terribile a causa dell'aria fresca di origine atlantica che si immette nel Tirreno centrale, scorrendo sotto l'aria caldo-umida proveniente dal nord Africa. Il risultato è un mix esplosivo di violenti temporali che interessano il nord e il centro Italia.
Il 9 e 10 ottobre, Genova è ancora vittima della sua geografia. Forti precipitazioni causano circa 395 mm di pioggia in 24 ore, mettendo in ginocchio la città, dove esondano i torrenti Bisagno, Sturla, Fereggiano, Noce e Torbella, e nella città metropolitana di Genova, lo Scrivia, lo Stura, l'Entella e il rio Carpi.
Nei giorni successivi, è la volta di Alessandria e provincia, dove cade in poche ore una quantità incredibile di acqua; anche il Parmense è devastato. Il 14 del mese, sulla sponda meridionale del lago di Bolsena, il pluviometro totalizza ben 95 mm di pioggia, e in Maremma le piene dei torrenti causano anche due vittime.
Il 5 novembre, a Carrara, il fiume Carrione, a seguito delle abbondanti precipitazioni, rompe l'argine in località Avenza, invadendo d'acqua l'abitato di Marina di Carrara. La sera del 10 novembre, un fiume di acqua e fango, causato dall'esondazione dei torrenti Rupinaro e dell'Entella, travolge Chiavari.
Dalla notte tra venerdì 14 e sabato 15 novembre, la pioggia torna a farsi prepotente sull'imperiese, sul savonese e sul genovese. Una serie di violenti temporali marittimi si abbatte sull'area, causando ingentissimi danni.
Il tragico novembre si chiude, sempre in quel sabato, a Milano e a Monza, con una giornata di piogge eccezionali che fanno finire sott’acqua parte della Lombardia con esondazioni e frane. A Milano, il Seveso e il Lambro hanno inondato ampie aree della città (e della provincia di Monza-Brianza) per oltre 12 ore consecutive.
2015
i principali eventi:
13-14 settembre, Piacenza 300 mm. in 4 ore
15 ottobre, Benevento 200 mm.
31 ottobre e 1 novembre, Calabria ionica 362 mm. in 24 ore
Il 2015 è stato il terzo anno più caldo dal 1955 (dopo il 2003 e il 2014) e generalmente siccitoso e poco piovoso. La neve d'inverno ha scarseggiato e le poche piogge sono state di precipitazioni eccezionali, soprattutto in autunno.
La notte fra il 13 e il 14 settembre fu da piogge record, Caddero in meno di quattro ore oltre 320mm di pioggia nella Val di Nuure e Val di trebbia nel piacentino. Piogge che investirono con violenza inaudita la zona dell’alto Appennino e portarono all'esondazione dei torrenti Nure e Trebbia. che travolsero tutto quello che trovarono sulla loro strada, persino un ponte stradale a Bettola.
Poco più di un mese dopo, il 15 ottobre un'altra tragica alluvione investì questa volta Benevento a causa delle forti piogge che hanno interessato il bacino di tutti i corsi d'acqua della provincia. Il fiume Tammaro, si dice anche a causa dell'apertura non corretta di una diga raggiunse livelli di piena inauditi e con l'eccezionale piena del Calore mise in ginocchio il capoluogo e diversi comuni limitrofi.
La notte fra il 31 ottobre e il 1 novembre infine una devastante alluvione causata da un'area di bassa pressione molto intesa incentrata sul versante ionico distrusse parte della Calabria ionica. Una bomba d'acqua incredibile che rovesciò al suolo 600 mm di pioggia in 48 ore con venti che raggiunsero gli 80 km orari!
2017
i principali eventi:
9 e 10 settembre, Livorno 400 mm. in 4 ore
12 dicembre, Lentigione Reggio Emilia 203 nn.
Primavera ed estate caldissime nel 2017. Ancora un anno di caldo da record. La caratteristica prevalente del clima in quest'anno è stata la siccità che ha interessato gran parte del territorio nazionale causando gravi problemi di gestione delle risorse idriche. Le precipitazione furono inferiori alla media ed è quindi considerato tra gli anni più secchi dal 1961.
In questo quadro generale non mancarono però due eventi estremi disastrosi. Il primo avvenne a fine estate settembre) a Livorno. Un evento climatico improvviso di piogge intense di fine estate che inizio la sera e si aggravo nella mattina successiva per le forti piogge cadute sulle colline ad est della città labronica che fecero ingrossare, in prossimità delle sorgenti, Il Rio Maggiore e il Rio Ardenza esondarono. La catastrofe fu causata dal Rio Maggiore parzialmente tombato in più fasi nel corso del Novecento che esondò al suo imbocco travolgendo e uccidendo otto persone mentre il Ro Ardenza esondò tra i quartier i di Montenero e Ardenza.
Il 12 dicembre le piogge violente cotpirono la parte montana dei bacini dei fiumi Trebbia, Taro, Parma, Enza, Secchia, Panaro e parzialmente del Reno. In 48 ore caddero oltre 200 mm, con punte superiori ai 300 a cui si aggiunsero le acque di fusione del manto nevoso dovuto al progressivo aumento delle temperature in quota. Con tale quantità di acqua tutti i fiumi e i torrenti della zona andarono in piena, toccando in certi casi massimi storici e il fiume Enza ruppe in tre punti a Lentigione (Brescello, Reggio Emilia).
2018
i principali eventi:
Dal 26 al 30 ottobre. nel bellunese e Trentino la tempesta Vaia 870 mm. in 3 giorni
Ancora un anno caldissimo con un inverno mite e secco che a livello globale è stato il quarto anno più caldo dall'inizio delle osservazioni. Tutto ciò fece accumulare una grande energia che trovò il suo sfogo a fine ottobre quando una forte perturbazione interessò tutta l'area alpina dalla Svizzera alla Slovenia ma quello che accadde sulle Dolomiti nel triveneto fu davvero eccezionale.
Passata alla storia come tempesta Vaiai fu in realtà un evento meteorologico estremo originato da una perturbazione atlantica che scaricò a terra una quantità incredibile di pioggia con fortissimo vento caldo di scirocco che soffiò fra i 100 e i 200 km./h. per diverse ore. Un vento anomalo che di solito si origina su acque tropicali e subtropicali e che in poche ore provocò la caduta di milioni di alberi causando la distruzione di molte foreste alpine.
2019
i principali eventi:
21-22 ottobre, Alessandrino 428 mm. in 12 ore
12 novembre, Matera 82 mm.
23-24 novembre, Genova 159 mm., Savonese 420 mm., Alessandria 250 mm.
Ancora un anno caldissimo. Siamo nel 2019 , terzo anno più caldo dal 1961 con temperature altissimi fin da giugno e un'estate in cui si sono registrati record di caldo un po' in tutto il mondo.
Tanto caldo ha portato in autunno a due grandi eventi estremi, fra i quali l’intensa perturbazione che il 21 ottobre ha investito Liguria e Piemonte (fra le province di Genova e Alessandria) con precipitazioni di intensità eccezionale e la prolungata fase di maltempo del mese di novembre, che ha portato persistenti e abbondanti piogge su tutto il territorio nazionale con totali medi areali tra 2 e 3 volte superiori alle attese che ha causato eventi alluvionali a Matera e ancora danni nel saturo Genovese e Alessandrino.
Dal 19 al 22 ottobre il nord ovest italiano fu investito da violenti rovesci temporaleschi che attivarono dissesti e piene dei corsi d’acqua. Le regioni maggiormente interessate dai fenomeni sono state ila Liguria e il Piemonte.
Il 12 novembre un ciclone mediterraneo mette in ginocchio Matera con fiumi d’acqua, che si sono riversati nei Sassi e in alcune vie degli storici rioni con violenza.
Nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 un nubifragio ha colpito il Ponente di Genova determinando una dannosa alluvione-lampo del rio Fegino nel quartiere di Rivarolo (destra idrografica del Polcevera).
Dieci giorni dopo, il 23 novembre, un diluvio lampo che si abbatté su un terreno già saturo in una zona critica già colpita solo un mese prima da un evento similare. I questo caso a determinare il disastro furono intense correnti caldo-umide di scirocco che divennero le responsabili di uno sbarramento orografico lungo i rilevi alpini ed appenninici dove si sono misurati fino a 400/600 mm di pioggia in 3/4 giorni.
2020
i principali eventi:
15 luglio. Palermo 134 mm. in poche ore
8 agosto, Messina 72 mm. in un ora, Barcellona pozzo fi grotto 190 mm, in poche ore
2 e 3 ottobre, 400 mm. in 24 ore in Liguria e Piemonte
6 dicembre, Modenese 200 mm. in 48 ore
L'anno passato allo storia come quello dell'epidemia da covid 19 non fu immune da tragici eventi smentendo il detto che circolava in quei giorni che, con gli uomini "rinchiusi in casa" la natura si stava riprendendo i suoi spazi.
Fu ancora un anno caldissimo da record, specie in inverno e primavera con precipitazioni scarse ed eventi estremi in piena estate e in autunno.
Il 15 luglio nel giorno di Santa Rosalia un'inondazione eccezionale provocata da un forte acquazzone mai registrato prima travolse Palermo nel pomeriggio. Secondo molti però una scarsa e cattiva manutenzione della città ha causato il disastro.
Una bomba d'acqua di un ora l'8 agosto sconvolge Messina e Barcellona Pozzo di Grotto, anche qui non mancano le polemiche per la cattiva manutenzione idrogeologica.
Il 2 e il 3 ottobre ancora danni, smottamenti, piene e alluvioni in Liguria e Piemonte per un evento piovoso di eccezionale intensità che ha interessato in particolare il Verbano, il ponente ligure e le attigue vallate del Cuneese.
Il 6 dicembre nelle prime ore del mattino si è verificato il cedimento dell’argine est del fiume Panaro nel comune di Nonantola (Modena) . L’allagamento del fiume ha raggiunto il metro di altezza, coinvolgendo non solo i vani interrati, ma anche i locali a piano terra di aziende ed abitazioni.
2021
i principali eventi:
24-29 ottobre, provincia di Catania e Siracusa 300 mm. in 3 giorni
Un anno dal punto di vista atmosferico definito eccezionale con picchi di caldo, precipitazioni intense e brevissime, grandinate extra large, trombe d'aria sempre più frequenti e pure alcune trombe marine particolarmente violente.
L'evento più importante si verificò a causa della tempesta Apollo, ovvero un vigoroso ciclone mediterraneo collocato tra la Sicilia e la Libia che caratterizzò l'ultima settimana di ottobre, in particolare fra il 24 e il 29 ottobre, determinando nubifragi anche alluvionali sul settore orientale dell'isola.
2022
i principali eventi:
15 e 16 settembre, Pesaro e provincia 400 mm. in 2 ore
26 novembre, Ischia 177 mm. in poche ore
Caldo record e siccità caratterizzano anche il 2022 anno che vede due eventi climaticamente eccezionali nel giro di due mesi.
Il primo avviene a Pesaro e nelle Marche fra il 15 e il 16 settembre quando una serie di precipitazioni particolarmente intense stazionano sulle alte Marche provocando forti piogge con picchi di 90 mm. all'ora fino a punte eccezionali di oltre 400 mm nella zona del cantianese e che causa allagamenti e inondazioni di diversi corsi d'acqua, in particolar modo dei fiumi Misa e Nevola che danneggiano molti paesi fra cui Senigallia.
Il 26 ottobre il disastro si scatena ad Ischia dove sull'isola, a Casamicciola avvien il disastro. Le forti piogge portano a valle fango e detriti che si staccano dalla montagna e investono molte abitazioni che in realtà non dovevano essere lì a causa di un evidente abusivismo edilizio.
2023
i principali eventi:
2 e 3 maggio, Emilia Romagna 230 mm. in poche ore
16 e 17 maggio, Emilia Romagna 323 mm. in poche ore
dal 21 al 24 luglio, Monza e Brianza 50 mm in mezz'ora
2 e 3 novembre, Campi Bisenzio 180 mm. in 3 ore
L'anno più caldo di sempre a livello mondiale da quando si registrano le temperature (1851). Ma anche un anno di drammatici eventi climatici estremi che hanno visto particolarmente colpita l'Emilia Romagna dove dapprima il 2 e il 3 maggio e poi il 16 e 17 maggio, quindi nell'arco di pochi giorni due alluvioni mettono in ginocchio la regione. In soli 17 giorni sono stati 350 i milioni di metri cubi d'acqua che si sono riversati nell'areale più colpito, circa 800 chilometri quadrati di territorio, interessando oltre 100 comuni di 7 diverse province, ma molti parlano di territorio non curato ad iniziare dai fiumi.
A Monza e Brianza succede più o meno la stessa cosa il 21 e il 24 luglio. Due nubifragi di grande intensità che insitono sullo stesso territorio dove sorgono dubbi sulle manutenzioni di fiumi, torrenti, strade e tombini.
Poi la notte fra il 2 e il 3 novembre le acque travolgono Campi Bisenzio a pochi chilometri da Firenze dove rompe l'argine il fiume Bisenzio e altri torrenti dopo piogge insistenti e fortissime che si rovesciano in tre ore. Anche qui sorgono dubbi sui lavori fatti ad alcuni argini e indubbiamente la forte urbanizzazione degli ultimi anni anche in aree alluvionali ha fatto il resto.
2024
i principali eventi:
18 e 19 settembre, Emilia Romagna 335 mm. in poche ore
24 settembre, Castelnuovo val di Cecina 226 mm. in 6 ore
19 e 20 ottobre, Emilia Romagna 180 mm. in poche ore
L'anno corrente sapete tutti, è cronaca che nel giro di un mese ancora due eventi eccezionali hanno sconvolto l'Emilia Romagna, nella stessa zona dell'anno prima. Anche qui si punta il dito sui lavori non fatti o tardivi....
EVENTI ANNO PER ANNO DALL'INIZIO DEL NOVECENTO
1908 - 3 eventi, 465 mm. di pioggia (dato solo di un evento)
1931 - 1 evento, 395 mm. di pioggia
1951 - 3 eventi, 1770 mm. + 1014 mm + 500 mm. di pioggia I
1953 - 1 evento 280 mm. di pioggia
1954 - 1 evento 500 mm. di pioggia
1965 - 3 eventi 400 mm. + 828 mm. di pioggia (manca il dato di un evento)
1966 - 1 evento 200 mm. di pioggia
1970 - 1 evento 948 mm. in poche ore (record italiano)
1981 - 1 evento (manca il dato dell'evento)
1982 - 3 eventi 500 mm. + 480 mm. + 500 mm.
1983 - 3 eventi 220 mm. + 287 mm. + 111 mm. in 24 ore
1994 - 1 evento 600 mm.
1995 - 2 eventi 253 mm. + 376 mm.
1996 - 2 eventi 474 mm. + 120 mm.
2000 - 2 eventi 400 mm.
2002 - 3 eventi 532 mm. + 475 mm. + 221 m
2003 - 3 eventi 400 mm. + 224 mm.+ 200 mm.
2006 -1 evento 220 mm.
2009 - 1 evento 230 mm.
2010 - 3 eventi 400 mm. + 100 mm. + 540 mm.
2011 - 5 eventi 200 mm.+ 195 mm.+ 542 mm + 181 mm. + 440 mm.
2012 - 2 eventi 373 mm. + 450 mm.
2014 - 16 eventi 54 mm. + 100 mm. + 80 mm. + 120 mm. + 200 mm. + 600 mm. + 170 mm, + 395 mm. + 570 mm.+ 75 mm. + 130 mm.+ 160 mm.+ 200 mm + 284 mm. + 150 mm.+ 250 mm. (manca il dato di u evento)
2015 - 3 eventi 300 mm. + 200 mm. + 362 mm.
2017 - 2 eventi 400 mm. + 203 mm.
2018 - 1 evento 870 mm.
2019 - 3 eventi 428 mm. + 82 mm. + 420 mm.
2020 - 4 eventi 134 mm. + 72 mm.+ 190 mm, + 400 mm.+ 200 mm. i
2021 - 1 evento 300 mm.
2022 - 2 eventi 400 mm.+ 177 mm.
2023 - 4 eventi 230 mm.+ 323 mm. + 50 mm + 180 mm.
2024 - 3 eventi 335 mm. + 226 mm. + 180 mm.