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Fiesole, da alluvione Polesine all’Emilia Romagna: i 70 anni d’impegno della Misericordia

Il provveditore Brilli: “La nostra missione ci richiede di essere sempre al servizio del prossimo, bene il numero crescente dei volontari”.

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Misericordia di Fiesole Misericordia di Fiesole © Misericordie
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Settant’anni d’impegno diretto in termini di protezione civile, per aiutare chi soffre a ricominciare. È un arco lungo quello che abbraccia gli interventi sul campo della Misericordia di Fiesole: dalla tragica alluvione in Polesine (era il 1951) a quella, recentissima, in Emilia – Romagna. In mezzo, una pluralità di iniziative di soccorso – dal terremoto in Friuli-Venezia Giulia negli anni Settanta al sisma emiliano del 2012, passando per quello in Irpinia e a Tuscania – sempre contraddistinte dalla spirito solidale che anima l’ente, facente parte del Coordinamento delle Misericordie dell’area fiorentina, fin dalla sua fondazione. 

“Le calamità – osserva Guido Brilli, provveditore della Misericordia di Fiesole  richiedono sempre una risposta collettiva. È in questi casi, quando le condizioni diventano più estreme, che si comprende ancora meglio il peso specifico della solidarietà. Lo intuisce la società civile e lo interiorizzano i nuovi volontari, che crescono di numero assicurandoci un prezioso ricambio generazionale”. 

A inizio anni Cinquanta la dirompente alluvione in Polesine, quindi i terremoti che sconvolsero il nord e il sud del paese. Emergenze gigantesche che videro i volontari partire da Fiesole per aiutare le persone afflitte dai cataclismi a ricominciare. Nel 1971 lo stesso Brilli, insieme ad altri volontari, si recò invece a Tuscania per prestare soccorso dopo il devastante sisma che costò la vita a 33 persone e produsse 4mila sfollati. 

In Emilia, purtroppo, la Misericordia di Fiesole è tornata due volte negli ultimi dieci anni. “Dopo il terremoto del 2012 – ricorda ancora Brilli – fornimmo assistenza alla comunità di Budrione, nel territorio della diocesi di Carpi. La chiesa locale, in particolare, aveva riportato danni ingenti. Allora allestimmo una cappellina in una tenda e fornimmo assistenza medica”. 

Poche settimane fa l’intervento per l’alluvione: “Il 19 maggio scorso – racconta il coordinatore per gli eventi e la protezione civile, Simone Torrini- ci siamo attivati per un intervento di appoggio alle popolazioni colpite dall’alluvione e dalle conseguenti esondazioni. Quello che ci siamo trovati davanti è stato uno scenario disastroso. Con molta difficoltà le auto del Coordinamento delle Misericordie Fiorentine sono riuscite a portare medicinali, beni di prima necessità e attrezzature utili, prima di fare rientro in Toscana. Dapprima – prosegue – è stata raggiunta Palazzuolo sul Senio, poi Marradi. Per riuscire a portare tutto sono stati necessari un paio di viaggi”. 

Una missione, quella delle Misericordie, che pretende un impegno fisico e logistico non indifferente, ma che mette anche a dura prova la componente emotiva. “Affrontiamo sfide particolarmente difficili da sempre - commenta Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento delle Misericordie dell’area fiorentina – ma di fronte alla sofferenza abituarsi è sempre impossibile. L’unico antidoto resta la solidarietà: da fare, da trasmettere, da rinnovare”. 

La filosofia del soccorso è un tratto distintivo che la Misericordia di Fiesole coltiva da quasi due secoli: era infatti il 1829 quando quando il vescovo locale costituì l’ente. Nel corso dei decenni quelle prime attività – le opere spirituali e corporali – si sono tradotte in servizi sociali, protezione civile e assistenza per chiamate di emergenza (118). Con la consapevolezza, bicentenaria, che l’altruismo autentico può sempre fare la differenza.

 

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