GLIEROIDELCALCIO.COM di Riccardo Lorenzetti -
Tutti facevano il tifo per la Fiorentina, anche quelli che non erano nati.
E quando nascevano, nascevano già della Fiorentina; perché la Fiorentina voleva dire Firenze, e Firenze voleva dire Toscana, e all’epoca eravamo ancora attaccati a certe tradizioni, e guai a toccarci il campanile.
Non tutti, ovviamente.
Perché in Toscana siamo gente polemica, e figuriamoci se mancavano quelli che Firenze non la potevano vedere, e allora per dispetto tenevano la Juve.
Che era l’unica squadra in grado di fargli abbassare un po’ la cresta, ed è per questo che da queste parti c’erano (e ci sono ancora) così tanti Juventini. Soprattutto a Siena e ad Arezzo, a Pisa e a Lucca.
Perché la Toscana era piena di contadini a mezzadria e di operai, ognuno nel proprio distretto… I “cavatori” a Carrara e i portuali a Livorno, i conciatori nel Pisano, i fornaciai all’ Impruneta e i tessili a Prato.
Gente che si faceva “icculo” dalla mattina alla sera, ed aveva in uggia Firenze: che anche nel ’56 era piena di “bottegai”, di “bighelloni” e di gente che comunque se la tirava un po’ troppo.
Una regione in tumultuosa trasformazione, la Toscana del 56: che di lì a pochi anni avrebbe visto collassare tutta l’impalcatura del mondo rurale, architrave della sua società fin dai tempi dei progenitori Etruschi.
E la Viola del 56, campione d’Italia per la prima volta nella storia, è quello che ci vuole per ridare smalto alla gente, che sta cercando un punto di riferimento dopo il ritiro di Gino Bartali, il “grande nord” della Toscana sportiva.
[...] Sarti-Magnini-Cervato-Chiappella-Rosetta-Segato-Julinho-Gratton-Virgili-Montuori-Prini… Ed il giorno che vi capiterà di imbattervi in qualche vecchio mezzadro toscano, non stupitevi se saprà snocciolarvi, a memoria e senza esitazioni, la formazione del ’56.
Perché a quei tempi il calcio era una cosa seria. E tenere la Fiorentina, da queste parti, era un punto d’onore.
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