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Liberazione di Firenze: il salvataggio dell'acquedotto di Mantignano

I tedeschi in ritirata minano l’acquedotto di Mantignano nei pressi della foce del torrente Greve. La sua distruzione avrebbe messo in ginocchio la città

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La lapide a ricordoo di Hugh Mortain Snell La lapide a ricordoo di Hugh Mortain Snell © facebook
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I tedeschi in ritirata aveva minato l’acquedotto di Mantignano, a sud-ovest di Firenze, nei pressi della foce del torrente Greve. La sua distruzione avrebbe messo in ginocchio la città.
Entrò in azione una Sap (Squadra di Azione Patriottica), formazione partigiana che si incaricò di effettuare una pericolosissima operazione di sminamento, sotto il tiro incrociato dei soldati tedeschi.
Vennero neutralizzati 20 ordigni ma l’ultimo tentativo di disinnesco fallisce e così 5 di loro persero la vita:
Gino Catarzi
Gino Del Bene
Alfredo Marzoppi
Silvano Masini
il comandante Ascanio Taddei

L’acquedotto fu comunque salvo e Firenze potè contare sull’acqua nei giorni decisivi della battaglia per la liberazione della città.
Nella stessa notte ci furono i primi caduti della battaglia di Firenze.
Una pattuglia mista di soldati britannici e italiani si era scontrata in San Niccolò con un drappello nazista. Nel conflitto a fuoco perse la vita il giovane tenente Hugh Mortain Snell, appartenente al corpo delle Guardie Scozzesi.
Questo cittadino britannico ventunenne, numero di matricola 253914, fu la prima vittima alleata nella liberazione della nostra città.

Oggi una lapide tra via Lupo e Lungarno Serristori, ne ricorda il sacrificio.
Si avvicina l’11 agosto, 80° anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo, e ancora una volta si rinnova il bisogno di ripercorrere insieme quei giorni.

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