x
OK!Firenze

Firenze e l’ Arno tra prosperità e distruzione

  • 1
  • 628
Firenze e l’ Arno tra prosperità e distruzione Firenze e l’ Arno tra prosperità e distruzione © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

È stata inaugurata la scorsa domenica 9 ottobre 2016, all’Archivio di Stato di Firenze la mostra Arno: “fonte di prosperità, fonte di distruzione. Storia del fiume e del territorio nelle carte d’archivio”. Sono intervenuti Cristina Giachi, vice sindaca di Firenze, Micaela Procaccia dirigente Servizio Patrimonio archivistico della Direzione Generale per gli Archivi, Diana Toccafondi, soprintendente Archivistico e Bibliografico della Toscana, e Carla Zarrilli, direttrice dell’Archivio di Stato. L’esposizione, organizzata dall’Archivio e dalla Soprintendenza in collaborazione con la Deputazione di storia patria della Toscana nell’ambito delle manifestazioni promosse dal Comitato di coordinamento del “Progetto Firenze 2016” per commemorare i cinquant’anni dall’alluvione, sarà visitabile a ingresso libero dal 9 ottobre 2016 al 4 febbraio 2017 da lunedì a venerdì col seguente orario: 9-17 dal lunedì al venerdì, 9-13 il sabato, chiuso domeniche e festività. Dopo il grande successo della mostra Una Capitale e il suo Architetto, organizzata lo scorso anno per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, l’Archivio si concentra adesso sulla storia del fiume Arno, sorgente essenziale di prosperità per Firenze ma anche causa di disastri idrogeologici, lutti e distruzioni. I molteplici materiali esposti documenti, cartografie, disegni, progetti originali, fotografie, opere d’arte e perfino un’autentica barca usata sull’Arno4 novembre 1966. Delle tre sezioni che compongono il percorso espositivo, le prime due sono dedicate al legame millenario tra il fiume e il territorio circostante, con speciale riguardo a Firenze e all’area propriamente fiorentina. Nella terza si affrontano invece le conseguenze dell’impatto che le acque dell’Arno ebbero su quella parte del patrimonio dell’Archivio, allora conservato nelle 40 sale ai piani terreni degli Uffizi, nonché su molti altri archivi pubblici e privati della città, ricordando anche la sollecita risposta delle istituzioni e di tanti cittadini, specialmente i giovani “angeli del fango” accorsi da tutto il mondo. Lo sguardo abbraccia gli interventi che anche la Soprintendenza Archivistica  per la Toscana svolse con energica tempestività a favore del recupero e del restauro della documentazione di archivi comunali, ecclesiastici e familiari gravemente danneggiati nel 1966, e si estende ad ulteriori alluvioni, al di fuori del bacino dell’Arno, che ancora in anni più recenti hanno compromesso il patrimonio archivistico della regione, soffermandosi sul progresso tecnico compiuto nelle procedure del restauro dei documenti per rimediare ai danni causati dalle acque. I moltissimi materiali provenienti anche da gallerie, collezioni, fondi di istituzioni culturali fiorentine e non, è riprodotto in un catalogo edito da Polistampa assieme ai contributi di competenti professionalità tra cui archivisti, geografi, storici dell’architettura e dell’arte. Tutti coloro che sono interessati sono pregati di segnarsi le seguenti info: Dott.ssa Sonia Cafaggini Funzionario per la Promozione e Comunicazione Archivio di Stato di Firenze tel. 055 26320238; [email protected]; Gherardo Del Lungo (335 1373725); Eventi Pagliai s.r.l. tel. +39 055 7378721; fax +39 055 7378761 [email protected]. In appendice ricordiamo che molti lettori mugellani ci hanno chiesto un nostro contributo storico iconografico sull’alluvione del 4 novembre 1966. Lo faremo senz’altro. Comunque diciamo subito che Borgo San Lorenzo in particolare e il Mugello in generale non ebbero grossi danni, anche perché le bastionatore che difendono i paesi e le piccole frazioni a destra ed a sinistra dell’alveo del fiume mugellano ressero molto bene. Quindi le immagini che abbiamo nel nostro archivio testimoniano solamente la Sieve in grossa piena, qualche casa colonica allagata; nulla più. Semmai in un altro contesto ricorderemo la disastrosa alluvione del 1844 quando Borgo San Lorenzo fu quasi totalmente invaso e quindi fu deciso dal Gonfaloniere dell’epoca (Conte Francesco Pecori Giraldi, eroe a Curtatone e Montanara) di far innalzare (1845) i bastioni che ancor oggi resistono e molto bene al tempo e all’usura. L’unica cosa - e questa sarà motivo di un servizio - è il ricordo manoscritto di Pio Chini della grande famiglia degli artisti (zio di Galileo Chini) che ricorda da ragazzino questo evento. Anonimo, Mappa dei beni dell’abbazia di Settimo intorno all’Arno tra le confluenze del Bisenzio e dell’Ombrone e con al centro il Ponte a Signa inizio del XVII secolo, disegno su carta a china e acquerello, cm 35×180 ASFi, Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo, Monastero di Settimo. Antonio Muzzi, Odoardo Borrani, Veduta di Firenze durante l’alluvione dell’Arno del 1844; Antonio Muzzi (1815-1894) litografo; Odoardo Borrani (1833-1905), pittore. Stampa/Litografia, cm 50,5×64 con cornice. Comune di Firenze, Musei civici fiorentini La locandina della Mostra all’Archivio di Stato di Firenze.

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 1
  • Renzo

    Io come molti giovani Borghigiani c'ero,prima alla Biblioteca Nazionale a caricare i volumi sui camion dell'esercito( mio datore di lavoro) nel senso che ero a Bari a fare il sevizio di leva,poi alle fornaci Brunori con un serpentone di giovani a fare il passamano da davanti ai Chini fino alla fornace,e sistematicamente ci smotavamo fino al collo ,ma l'entusiasmo di fare qualcosa di utile al mondo intero ci rendeva orgogliosi

    rispondi a Renzo
    mar 11 ottobre 2016 09:17