
Sta facendo discutere, e non poco, la proposta di emendamento al DL Ristori avanzata dal Movimento 5 Stelle per regolamentare l'intera filiera della canapa in Italia. La proposta intende normare la situazione italiana e contiene precise indicazioni per la liberalizzazione della cannabis light con bassissimo tenore di THC - il principio psicotropo presente nella pianta, che nella ‘light’ è al di sotto dello 0,5%.
Da un lato si è alzato unanime il coro dell’opposizione di governo. Parlamentari che non capiscono come questa iniziativa possa integrarsi in un decreto che introduce misure urgenti per la tutela della salute e il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi. Dall’altro però c’è anche la perplessità dei diretti interessati, i produttori, convinti che, nonostante le buone intenzioni dei grillini, la proposta non sia del tutto a favore della filiera.
“Come produttori siamo contenti che ogni tanto la politica torni ad occuparsi della cannabis light e si ponga delle domande su come poter legalizzare con criterio questo importante mercato”, sottolinea Mario Alfieri, CEO della fiorentina Mysticalitalia. Ma questo emendamento è l’ennesima riprova di un approccio superficiale alla materia, un approccio che non tiene conto delle reali necessità di produttori e coltivatori. La proposta infatti darebbe in mano il mondo della canapa al monopolio, con tassazioni che, al pari dei prodotti da fumo, raggiungerebbero accise fino al 60%. “Quello che serve al settore è una tassa ad hoc che permetta sì allo stato di controllare la filiera, ma anche ai produttori di sopravvivere”.
“La proposta dei 5 stelle non è totalmente da buttare - conclude Mario Alfieri - sarebbe un primo passo per colmare un vuoto normativo nel quale non sono neanche previsti con certezza i criteri di sequestro o distruzione dei prodotti confiscati. Nell’emendamento si cita anche la promozione per la registrazione di nuove varietà, un manna per i piccoli produttori che come noi fanno costantemente ricerca, ma la questione del monopolio è ancora troppo a favore dello stato... a mio avviso, prima di approvare qualsiasi norma, servirebbe un confronto diretto con i coltivatori di cannabis light e i rappresentanti del settore”.