Un articolo in redazione:
Gentili signori, a prescindere dalle opinioni di chi non conosce gli animali, eccessive, approssimative e sempre tendenzialmente negative, leggiamo che il Colonnello Bartolozzi dei Carabinieri Forestali, intervistato da La Nazione del 5 maggio scorso, dichiara esplicitamente che "la consistenza degli ungulati è aumentata". Secondo lui "ciò dipende dal fatto che la superficie boscata è aumentata e sono diminuite le superfici coltivate nelle quali gli ungulati trovano cibo".
Di conseguenza, viene automatico constatare come la legge toscana n. 10 del 2016 che per 3 anni ha aperto la caccia agli ungulati, tutto l'anno e in ogni luogo e che ha prodotto in 20 mesi la morte di 184.774 cinghiali, 27.135 caprioli, 993 cervi, 2.456 daini e 217 mufloni, sia stata totalmente inutile, anzi, peggiorativa.
Se la popolazione di ungulati, particolarmente di cinghiali, come si dichiara, "è aumentata" (anche se il biologo Luigi Boitani esperto di fauna selvatica, ci ha scritto: "Non esistono censimenti di qualità scientifica ma solo stime soggettive, opinioni personali"), lo si deve proprio alla caccia in sé, che finora è stata da tutti sostenuta e fomentata.
Infatti, come ripetiamo sempre nei nostri interventi, la caccia non diminuisce la popolazione di cinghiali, ma l'aumenta (1: Vedi studio scientifico di ricercatori biologi francesi che per 22 anni hanno seguito la moltiplicazione dei cinghiali nel dipartimento Haute Marne; 2: Vedi studio di Norbert Happ, noto conoscitore tedesco di cinghiali e cacciatore; 3: Vedi studio del prof. Josef H. Reichhof Direttore della Divisione Vertebrati di Monaco di Baviera....) perché la maturità sessuale viene raggiunta più presto e con maggior numero di discendenti, perché i sopravvissuti hanno un maggiore apporto nutritivo, perché le relazioni sociali diventano disordinate con estri non coordinati e moltiplicazione incontrollata.....
Da tener presente che le popolazioni animali si regolano secondo la legge biologica della "capacità portante". Se si avviano piani di rimboschimento e di forestazione adeguati, si seminano piccoli appezzamenti incolti all'interno del bosco, si predispone il foraggiamento dissuasivo, le colture a perdere, si organizzano corridoi ecologici, la legge biologica della capacità portante diventerà la regolatrice delle popolazioni animali.
Da uno studio dell'ISPRA del febbraio 2014 risulta che il 67% degli habitat sono in cattivo o inadeguato stato di conservazione e non per cause naturali, e che l'Italia è al primo posto in Europa "per numero di casi pendenti o giudicati presso la Corte di Giustizia Europea e l'ambiente rappresenta l’ambito di inadempimento più frequente".
Da ricordare inoltre che proprio in questi giorni il Mugello vede ben sette persone rinviate a giudizio "per aver presentato, con artifizi e raggiri, danni da fauna selvatica superiori a quelli effettivamente subìti dagli imprenditori agricoli richiedenti e consistente nella liquidazione di somme non conformi a tali danni".
Per quanto riguarda gli incidenti stradali di cui si sottolinea la frequenza e la gravità, sarebbe giusto parlare con dati alla mano e non con le solite opinioni profane. Sempre tanti, quando si parla di morti e feriti umani.
Secondo l'Istat, in Italia:
. gli incidenti stradali causati da animali: nel 2020 hanno prodotto 15 vittime e 221 feriti, nel 2019 16 vittime e 215 feriti;
. gli incidenti stradali non causati da animali: nel 2020 hanno prodotto 2.395 vittime e 159.243 feriti e nel 2019 3.173 vittime e 241.384 feriti.
Senza considerare che i cinghiali alloctoni, importati per il piacere dei cacciatori, dal centro ed est Europa dopo l'estinzione del cinghiale maremmano, ibridati con i maiali domestici sono, per natura, più grandi, più prolifici e più confidenti. Le soluzioni dovrebbero essere altre rispetto alla loro uccisione e, addirittura eradicazione (come richiesto dall'Isola d'Elba). Le soluzioni incruente esistono, basta che l'uomo deponga le armi (forse è chiedere troppo?) e si documenti.
Ci auguriamo una riflessione.
Roti alessandro
Tutti gli animali moryi che avete